
Il reciente annuncio de un cessate il fuoco entre Israel e Irán presenta una complessità che va al di là dello spettacolo mediatico che lo circonda.
Nessuno avrebbe il coraggio di vaticinare con certezza che stiamo di fronte alla fine del conflitto.
Una mostra della fragilità della situazione è la dichiarazione dell’Esercito d’Israele che ha annunciato che dava per conclusa una fase significativa della sua campagna contro l’Iran, ma senza dare per terminata l’offensiva.
Non è per caso che Eyal Zamir, capo dello Stato Maggiore delle Forze della Difesa d’Israele, ha affermato che «la campagna contro l’Iran non e terminata».
Il presidente dell’ Iran, Masoud Pezeshkian, si è pronunciato sulla tregua con Israele, notificando che Teheran rispetterà il cessate il fuoco sempre e quando Tel Aviv a sua volta compia i suoi termini.
Inoltre il mandatario iranano ha accusato gli USA di partecipare all’aggressione. «L’attacco statunitense contro le installazioni nucleari viola la sovranità iraniana e il diritto internazionale», ha affermato.
Il rappresentante dell’Iran nel Consiglio di Sicurezza ha assicurato che la guerra non ha obbligato l’Iran ad arrendersi, e che Teheran non
abbandonerà il suo programma nucleare pacífico, nè si sottometterà a nessuna minaccia.
In questi giorni d’incertezza, Donald Trump ha agito come una specie di «prestigiatore» di circo, nel suo tentativo di controllare la narrativa globale, presentandosi come l’artefice della pace, mentre camuffa la realtà della crisi, collocando in un secondo piano la sofferenza dei civili e la responsabilità degli attori come Washington nell’aggressione.
Dicono che questa è una guerra senza vincitori nè vinti, perché sino ad ora le due parti hanno sofferto perdite significative e il conflitto potrebbe riannodarsi e trasformarsi con nuove fasi se non si abbordano le cause profonde dello scontro.
La realtà è che gli obiettivi d’Israele e della Casa Bianca per l’operazione contro l’Iran non sono stati compiuti. Come ha indicato il Canale 13 in Tel-
Aviv, le centrifughe iraniane sono rimaste «praticamenteintatte», verità assicurata dall’intelligenza statunitense, dai
media di comunicazione, e anche da parte del Governo in Washington.
Di sicuro Israele e Stati Uniti hanno cercato di porre fine al programma nucleare iraniano e far crollare la Repubblica Islamica (ragione fondamentale), programma fallito decisamente.
Dove sono i 400Kg. Diuranio arricchito al 60%? Nessuno lo sa, l’Iran li ha messi in salvo.
Di cosa si può vantare l’entità sionista oltre a soffrie notevoli danni in installazioni chiave, restare praticamente senza missili intercettori e mostrare gli enormi “buchi” della “famosa” cupola di ferro?
Inoltre spicca la capacità di resistenza e di risposta dell’Iran, una nazione sottomessa a severe sanzioni da più di 40 anni, che è stata capace d’ affrontare Israele e gli Stati Uniti e forzare una tregua. ( GM/ Granma Int.)