
L’argomento, non può avere più coincidenze con le pretese colonialiste degli Stati Uniti e il loro nuovo presidente, Donald Trump:
«La Danimarca dovrebbe rinunciare alla Groenlandia a favore degli Stati Uniti, per garantire la protezione del mondo libero».
E dopo la proposta viene la minaccia: «Se non sarà così, imporremo imposte a livelli molto più alti», e non è nemmeno stato scartato l’utilizzo della forza militare per realizzare l’obiettivo.
Ma quel che è chiaro è che l’interesse statunitense d’impadronirsi di quest’isola va molto al di là e si tratta di dominare l’Artico da tutti i punti di vista, un’area condivisa da Russia, Stati Uniti, Canada e Danimarca.
Non si tratta già di un grande massiccio di ghiaccio con condizioni di vita avverse e con una bellezza straordinaria, ma del fatto che il suo maggior valore è quello che si nasconde sotto questa massa gelata: risorse naturali, minerali critici, molto petrolio e gas, tra l’altro.
In accordo con le notizie dell’agenzia RT, il dorsale di Lomonósov, che si estende dal fondo dell’Oceano Artico alle isole russe di Nuova Siberia al Canada e Groenlandia, è una delle zone più ricche in riserve di idrocarburi: il volume totale delle risorse di petrolio e gas, nella zona, può raggiungere 5 000 milioni di tonnellate di combustibile.
In opinione di alcuni esperti, questo potrebbe spiegare il desiderio del
presidente eletto degli USA, Donald Trump, d’impadronirsi di due
territori artici abbastanza ampi: il Canada e la Groenlandia, l’isola più grande del mondo, con giurisdizione speciale della Dinamarca, ma che gode d’una forte autonomia. È maggiormente coperta di gelo e ha solo
57 000 abitanti.
L’ambizione mostrata da Trump per comprarla, è stata definita dal congressista Mike Waltz, futuro assessore della Sicurezza Nazionale degli USA, precisando che «non si tratta solo della Groenlandia,ma
dell’Artico».
Al rispetto ha detto che « la Russia cerca di diventare il re dell’Artico, con piu di 60 rompi ghiaccio, alcuni propulsati a energía nucleare», e ha aggiunto che gli USA «ne hanno due, e uno si è appena incendiato».
In accordo con la Società Geografica Russa, il Canada è stato il primo ad iniziare la produzione commerciale di petrolio nell’Artico nel 1920.
Negli anni del1960, l’esplorazione geologica sovietica scoperse enormi
giacimenti di idrocarburi nel distretto autonomo di Yamalo-Nénets.
In totale, sono stati incontrati 400 giacimenti terrestri di
petrolio e gas al disopra del Circolo polare Artico e 40 appartengono al settore russo.
Un dato molto significativo che può risvegliare l’interesse di Washington, è quello riferito al fatto che la zona possiede il 13% delle riserve mondiali di petrolio da scoprire e anche il 30% di quelle di gas.
Un altro elemento calcolato dentro la geopolitica mondiale, è il suo uso commerciale come Rotta Marittima del Nord, in mari dove il disgelo si accelera con gli effetti del cambio climatico.
In questo senso è anche preoccupante per gli Stati Uniti l’interesse della Cina per l’uso della Rotta Marittima del Nord, come principale spedizioniere e ricevitore delle merci trasportate via mare.
È per questo che Mosca e Pechino hanno accordato di promuovere questa zona come importante corridoio di trasporto internazionale.
U n elemento addizionale di molta importanza si riferisce alla presenzamilitare della NATO in questa regione.
Gli Stati Uniti hanno aumentato nel 2022 la loro presenza militare nell’area e nel giugno del 2023 sono stati realizzati esercizi militari a grande scala, con la partecipazione attiva della NATO, con la partecipazione di 150 aerei e 3 000 soldati di fanteria.
Nel febbraio del 2024, 8 000 militari statunitensi e dei loro soci si allenarono in Alaska pere adattarsi alle dure condizioni artiche.
Inoltre la NATO prevede di creare nel nord della Norvegia un centro d’operazioni anfibie.
Non si può scartare in assoluto l’interesse strategico degli Stati Uniti per impadronirsi della Groenlandia, dove hanno già una base aerea e un
sistema d’allarme preventivo di missili balistici, dato che la rotta più corta dall’Europa all’America del Nord passa per l’isola artica.
I militari statunitensi mantengono una presenza permanente nella base aerea di Pituffik, nel nordovest dell’isola.(GM/Granma Int.)