
I soli al mondo che si sono opposti alla decisione del governo di Joseph Biden d’escludere Cuba dalla lista spuria dei paesi presunti patrocinatori del terrorismo sono gli stessi che tramano nel presente e hanno lucrato nel passato con il sanguinoso affare della guerra contro Cuba, ai quali si sommano, obbedendo, ex presidenti corrotti e mafiosi che in altri tempi furono complici degli USA nelle loro confabulazioni anti cubane.
Un pugno di legislatori d’origine cubana, eredi del politicume, l’inganno, le uccisioni e la cospirazione degli anni della tirannia batistiana e delle mafie iniziatrici del narcotraffico in America Latina, dalle caserme, gli aeroporti, i casinò e i bordelli di generali e dottori batistiani, non nascondono oggi dalla Florida l’ira a la frustrazione di fronte a un gesto tardivo, ma nella corretta direzione, della Casa Bianca che li ha smascherati e sloggiati.
I tre nuovi Cavalieri dell’Apocalisse (María Elvira Salazar, Carlos Giménez e Mario Díaz-Balart) non hanno tralasciato gli improperi per denigrare la decisione di Biden, definendolo "traditore", "patetico codardo", "disastro" e "vergognoso".
È chiaro che sono corrosi dall’odio e dall’impotenza verso il popolo cubano al quale hanno augurato "una festa molto corta", e contro il quale tramano tutte le idiozie e i crimini che generano i terroristi che li sostengono con i servizi speciali, come quelli che lavorano da molti anni.
Senza dissimulare la sua anima genocida e neofascista, Giménez ha assicurato che a partire da 20 gennaio, con Donald Trump e il senatore Marco Rubio alla guida della politica estera, non solo si inserirà di nuovo Cuba nella lista dei patrocinatori del terrorismo, ma si cercherà di “polverizzare il regime una volta per tutte".
Diaz-Balart ha affermato che l’amministrazione Biden, in un affronto alla sicurezza nazionale degli USA " ha dato tutto il possibile al regime di Cuba".
Con le stesse frustrazioni, menzogne, manipolazioni e ansie di vendetta, nella Commissione delle Relazioni Estere del Senato, il senatore Ted Cruz, ha rapidamente criticato la misura.
"La decisione di oggi é inaccettabile in funzione delle sue circostanze”, ha segnalato Cruz in un comunicato.
“Il terrorismo avanzato dal regime cubano non si é interrotto.
Lavorerò con il presidente Trump e i miei colleghi per revertire immediatamente e limitare il danno della decisione”.
Con simili risentimenti si è espresso l’alleato della mafia, il senatore Rick Scott che ha detto che è una cosa "imprudente e pericolosa". "Lavorerò con il Presidente Trump dal primo giorno per esigere i conti ai comunisti cubani e liberare il popolo cubano".
In nome della "libertà e la democrazia" questi legislatori neofascisti non cominceranno a lavorare e cospirare contra Cuba il 20 gennaio.
Lo fanno dal primo giorno dell’ amministrazione Biden e da molto prima, facendo pressioni e ricatti , generando nuove legislazioni per strangolare il popolo cubano e rendere eterne le misure del blocco genocida.
Insistono nel mantenere viva la menzogna degli "attacchi acustici", arricchendo il blocco con nuove misure, inquinando con la guerra economica contro il turismo, con campagne piene d’inganni e pretesti di presunta militarizzazione del paese, in progetti sovversivi per togliere lo stimolo o impedire ai cubani residenti all’estero l’invio di rimesse a Cuba, viaggiare all’Isola e impedire la migrazione regolare e ordinata, limitare ogni vincolo familiare, isolare Cuba, invaderla, applicare un blocco navale o polverizzarla, come affermano i mafiosi del Capitolio.
Per questo dispongono di un arsenale d’odiatori nelle reti sociali per disseminare le notizie false, con vari giornali nella Florida, con il controllo delle mafie e dei loro patrocinatori nella comunità
d’intelligenza, per sostenere gli attacchi permanenti e personaggi disegnati specialmente per confondere e avvelenare, come
l’accademia della CIA, con la facciata del Dipartimento di Stato e non si sa quante università britanniche, cubane e miamensi.
Nora Gámez, reclutata negli incontri popolo a popolo, ha sviluppato progetti sovversivi in Cuba, ha guadagnato il denaro della collaborazione ed è emigrata, attratta dai pagatori di promesse che oggi si oppongono a qualsiasi gesto che possa migliorare le relazioni bilaterali.
Non sono gli unici e forse nemmeno i peggiori, ma stanno lì nella prima linea del mercenarismo frustrato e vinto in tutti questi 66 anni. E lo saranno anche di più quando celebreremo vittoriosi i 70 anni della Rivoluzione, al termine della seconda e ultima stagione del loro padrone Donald Trump. (GM/Granma Int.)