La notizia, datata a Nuova York o a Città del Messico, non smette d’essere promettente soprattutto quando si tratta della richiesta dell’uso della giustizia per, perlomeno, controllare in qualche modo il flusso illegale delle armi dagli Stati Uniti.
Il quotidiano La Jornada ha pubblicato che un gruppo di tre giudici della Corte d’Appello del Primo Circuito statunitense, in Massachusetts, ha determinato che il Governo del Messico può proceder con la sua domanda contro sette armerie accusate di fabbricare e distribuire armi negli Stati Uniti che, si sa, saranno esportate illegalmente alla vicina nazione e che questo favorisce solo la violenza.
I tre giudici nelle loro argomentazioni di circa 60 pagine hanno indicato che il Governo messicano sostiene che le fabbriche di armi sono coscienti del modo in cui la distribuzione e il commercio facilitano trasferimenti illegali di armi nel loro paese e aggiungono che la motivazione dietro a tutto questo è il denaro.
Il Messico calcola che gli accusati ricevono in maniera collettiva più di 170 milioni di dollari l’anno per il traffico di armi.
Si aggiunge che in questo caso, come nel controllo della vendita di armi dentro gli Stati Uniti dove qualsiasi cittadino può comprarle, portarle e usarle, il tema denaro è il pendolo che inclina qualsiasi soluzione sino ad oggi ovviata.
Ricordiamo che la frontiera tra i due paesi si estende attraverso 3169 chilometri. Inoltre dobbiamo tener presente che gli USA si sono appropriati di più della metà del territorio messicano, quando nel 1848 occuparono gli attuali stati dei California, Nevada, Utah, Nuovo Messico, Texas, Colorado e partei dell’Arizona, Wyoming, Kansas e Oklahoma.
Sei stati aztechi e quattro statunitensi condividono queste frontiere, e anche in maniera molto speciale sono scenari del traffico illegale di armi dal territorio statunitense verso il Messico e del traffico di droghe sostenuto dai cartelli locali verso il maggior consumatore del mondo: gli Stati Uniti.
In questo paese c’è una legge detta Legge di Protezione del Commercio Legale delle Armi, che assegna immunità a fabbricanti, distributori e venditori, che possono agire come credono, come le mafie e i cartelli del narcotraffico o alcuni che le usano per aggiustamenti di conti o per sparare contro civili, contro bambini in una scuola, contro cittadini in un commercio o altri luoghi.
Il tema più acuto, alla lunga frontiera, è la necessità di controllare il flusso migratorio illegale, pendente da risolvere negli USA, che i legislatori, i governatori e anche il presidente hanno convertito in «cosa di politica», che può servire a un candidato, in epoca elettorale, invece di sommare voti contrari secondo il programma di governo.
La domanda messicana accettata va indirizzata contro importanti fabbricanti di armi: Smith & Wesson Brands, Inc.; Barrett Manufacturing of
Firearms, Inc.; Beretta USA Corp.; Glock, Inc.; Sturm, Ruger & Company, Inc.; Witmer Public Safety Group, Inc., D/B/A Interstate Arms; Century
International Arms, Inc.; Beretta Holdings Spa; Glock Ges. M.B.H.; Colt's Manufacturing Company, LLC...
Si tratta della prima domanda di un governo straniero contro l’industria delle armi negli Stati Uniti che era iniziata nel 2021, di fronte al tribunale distrettuale del Massachusetts, con accuse di facilitare il traffico di armi ai cartelli della droga .
Il materiale militare sequestrato in Messico a questi cartelli negli ultimi anni comprende 21 mitagliatrici totalmente automatiche, 56 lanciagranate
e una dozzina di lanciamissili. Questo dimostra quanto è pericoloso questo traffico che coinvolge mezzi letali usati dall’esercito degli USA.
Come risultato, alcuni giorni fa il riferito tribunale ha determinato che il Governo del Messico può procedere con la sua denuncia, e che si considera una vittoria per la nazione. ( GM/Granma Int.)





