OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE
In questa guerra il nemico non agisce frontalmente, ma attraverso i suoi dirigenti del pensiero. Photo: Cubadebate

La strategia cucinata negli Stati Uniti per strangolare l’economia della famiglia cubana pretende sommare un nuovo strumento di manipolazione, partendo dai limiti  congiunturali, con la disponibilità di contanti di moneta nazionale nelle banche del paese.
La nuova «giocata» si propaga come un pericoloso virus tra la gente, buona parte della quale soccombe di fronte  all’offerta impune e opportunista che può incontrare nelle reti sociali: «Se trasferisci 30 000 pesos, puoi riceverne 25 000 in contanti».
«L’affare» fa fregare le mani a questa specie di speculatori senza scrupoli  che si vanta di trafficare con la necessità dei cubani, sapendo che sta facendo gioco alla guerra economica finanziata dai nostri «preoccupati» vicini del Nord.
Evidenza della manipolazione? Risulta che lo stesso sito web che si è incaricato di auto nominarsi come regolatore del tasso di cambio nel mercato illegale delle divise nell’Isola, ha incorporato nella sua «tavola dei riferimenti» un valore per la nostra moneta nazionale: a tanti pesos il peso cubano.
Niente male l’intenzione di voler capitalizzare il controllo di questo nuovo fenomeno, con il solo affanno di sommare angosce a quelle che già derivano dalla manipolazione opportunista dei valori di cambio della MLC, del dollaro e dell’euro, a contropelo delle capacità d’acquisto reali della famiglia.
La pagina che si riferisce a tutto quanto serve alla contro rivoluzione, è frutto dell’articolazione mediatica «perfezionata» per ordine dell’ex presidente degli USA, Donald Trump, nel febbraio del 2017, per attuare nel ciber spazio cubano, mediante la creazione de una Forza d’Impegno Speciale.
Nel fronte finanziario non hanno  crediti d’originalità, perchè sono copia del saggio che significò, contro il Venezuela, il tristemente celebre Dolar Today, che compiva la missione di definire il prezzo del dollaro parallelo, come sostenevano i lavoratori di sovversione economica in Washington.
Ricorderemo che in questa guerra il nemico no agisce di fronte, ma  attraverso i suoi dirigenti di pensiero, gruppi di pressione, lobby finanziari , con l’appoggio di una ben articolata –per ben pagata– rete di media affiliati ai grandi conglomerati mediatici e ai servizi speciali, per generare processi di destabilizzazione economica, operando dall’ombra.
La situazione che affrontiamo, secondo gli specialisti nel tema, ha poco a vedere con il controllo cambiario nei termini di «processo economico, ma è una decisione politica che vogliono presentare come un «processo naturale» provocato dalle leggi del mercato, quando si sa che forma parte della strategia per asfissiare il paese. (GM/Granma Int.)