
Non era mai successo in Brasile: una turba fondamentalista seguace di un Jair Bolsonaro che ha incitato a non riconoscere i risultati elettorali con i quali Luiz Inácio Lula da Silva si è imposto come vincitore, ha invaso domenica 8 la sede del Congresso, del Supremo Tribunale Federale e il Palazzo di Planalto.
L’allerta era presente dallo stesso giorno delle elezioni presidenziali, quando Bolsonaro aveva messo in dubbio la trasparenza del processo del conteggio dei voti e più tardi- quando si sono conosciuti i risultati- aveva alimentato la rottura costituzionale, e ha ignorato la votazione popolare.
E se questo fosse poco, il giorno prima dell’investitura di Lula come nuovo Presidente, Jair Bolsonaro ha preso un aereo per Miami ,USA, dove si trova tuttora, per non partecipare alla cerimonia della consegna della fascia presidenziale al nuovo mandatario.
L’ambiente tossico alimentato dall’ex presidente Bolsonaro è giunto alla sua massima espressione domenica 8, quando i suoi seguaci, nel miglior stile di Donald Trump e dei fanatici che assaltarono il Congresso degli Stati Uniti il 6 gennaio del 2021, hanno bruscamente fatto irruzione nel Congresso del Brasile, nel Supremo Tribunale Federale e nel Palazzo di Planalto.
Di fronte a questa azione, il presidente Lula, che non si trovava nella capitale ma era andato a Araraquara, all’interno di Sao Paulo, per valutare i danni provocati dalle recenti piogge in questa regione, ha firmato un decreto che ordina «l’intervento federale a Brasilia», e ha dichiarato che coloro che hanno organizzato e finanziato queste azioni fasciste saranno sottomessi alla giustizia.
È stato constato che la gran turba dei bolsonaristi aveva rotto i cordoni di sicurezza e, armati con bastoni, si erano scontrati con la Polizia e altre forze dell’ordine.
Il ministro della Segreteria di Comunicazione Sociale, Paulo Pimenta,ha definito i disturbi come un «colpo di Stato delle minoranze», che dev’essere trattato con tutto il rigore della legge».
«Siamo sicuri che la maggioranza del popolo brasiliano desidera l’unità e la pace in questo momento, per far sì che il Brasile possa avanzare. Questa manifestazione è organizzata da una minoranza golpista che non accetta il risultato delle elezioni e che predica la violenza», ha precisato Pimenta in un comunicato.
I seguaci di Bolsonaro dopo l’invasione del Congresso hanno rotto le vetrate, le telecamere di sicurezza, i mobili e gli accessori.
REAZIONI AL COLPO DI STATO
CELAC, ALBA-TCP E I PRESIDENTI DI ARGENTINA, VENEZUELA, MESSICO E
COLOMBIA HANNO INVIATO MESSAGGI D’APPGGIO A LULA
La Presidenza Pro Tempore della Celac ha espresso il suo appoggio al Governo di Lula «eletto dal popolo del Brasile, e condanna le azioni violente contro le istituzioni democratiche brasiliane», con un messaggio in Twitter.
Alberto Fernández, ha scritto in questa rete sociale che: «Come presidente della
Celac e del Mercosur, metto in allerta i paesi membri per far sì che ci si unisca di fronte a questa inaccettabile reazione anti democratica che tentano d’imporre in Brasile».
Il Presidente argentino ha espresso la sua condanna di quello che sta accadendo in Brasile.
«Il mio appoggio e del popolo argentino senza condizioni a Lula di fronte a questo tentativo di colpo di Stato che sta affrontando», ha aggiunto.
Dalla Segreteria Esecutiva dell’ALBA-TCP, Felix Plasencia ha pubblicato in
Twitter che «esprimiamo il nostro appoggio e la nostra solidarietà al presidente
Lula, di fronte alle azioni di violenza perpetrare da gruppi Neo
fascisti che pretendono di dare un Colpo di Stato alla democrazia del Brasile
e disconoscere la volontà del suo popolo».
Il mandatario venezuelano Nicolás Maduro Moros, nella stessa rete sociale ha condannato in maniera categorica la violenza generata dai gruppi neofascisti di Bolsonaro che hanno assaltato le istituzioni democratiche del Brasile. Il nostro sostegno a Lula e al popolo brasiliano che sicuramente si mobiliterà in difesa della Pace e del suo presidente », ha assicurato.
Il presidente del Messico, Andrés Manuel López Obrador, ha definito riprovevole e antidemocratico il tentativo golpista dei conservatori del Brasile, pungolati dalla cupola del potere oligarchico, dai loro portavoce e fanatici.
«Lula non è solo, conta con il sostegno delle forze progressiste del suo paese, del Messico, del continente americano e del mondo».
Gustavo Petro, presidente della Colombia, ha offerto tutto il suo appoggio a Lula e al popolo del Brasile. «Il fascismo ha deciso di fare un colpo di Stato», ha detto.
«Le destre non hanno potuto mantenere il patto di non violenza».
Poi ha assicurato che è urgente organizzare una riunione della OSA se vuole restare viva come istituzione e applicare la carta democratica.
In Argentina, la vicepresidente della Repubblica, Cristina Fernández de Kirchner ha detto che le immagini di Brasilia «replicano esattamante quele del 6 gennaio del 2021 ne Capitolio di Washington. Non è casuale». «Confidiamo nell’ esperienza di Lula per affrontare questa vera sfida alla democrazia del Brasile», ha segnalato.
Una settimana dopo la nomina ufficiale di Lula da Silva come presidente del paese latino americano, i partitari dell’ex presidente ultra reazionario hanno sfondato la barriera della Polizia Militare e hanno invaso l’edificio del Congresso, il Tribunale Supremo Federale e il palazzo presidenziale di Planalto. ( GM – Granma Int.)