Il Congresso del Perù ha approvato d’allontanare il presidente Pedro Castillo per «incapacità morale», dopo che il mandatario aveva dichiarato la dissoluzione del Parlamento, nel mezzo della crisi politica che attraversa il paese.
La vicepresidente della Repubblica, Dina Boluarte, resta al fronte dell’Esecutivo, ha precisato un reporter di RT.
Si tratta di un avvenimento che riassume le azioni dell’opposizione peruviana, che ha la maggioranza nel Congresso, e che non ha smesso di governare con chi è stato eletto come Presidente 16 mesi fa.
Poco o niente poteva fare il maestro rurale e dirigente sindacale di fronte a un apparato congressuale i cui attori principali, lontani dal promuovere leggi per migliorare la situazione economica e sociale in cui vive il Perù, avevano concentrato tutte le loro forze per rendere impossibile le funzioni dell’oggi ex mandatario.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso e di sicuro la più attesa dagli oppositori è venuta con la decisione dello stesso Pedro Castillo di dissolvere il Congresso, precisamente alcune ore prima che nello stesso Congresso si dibattesse la richiesta d’allontanamento, che poteva, se approvata, mettere fine al mandato del sesto presidente peruviano revocato negli ultimi sei anni.
«Il Congresso ha destituito lo stato di diritto, la democrazia. Ha rotto l’equilbrio dei poteri per instaurare la dittatura congressuale con l’avallo del suo Tribunale costituzionale», ha sostenuto il governante deposto.
(GM – Granma Int.)





