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Navi da guerra cinesi collocate come risposta alle minacce degli USA.

Una nave da guerra della Marina statunitense ha navigato mercoledì 24 luglio nello stretto di Taiwan che separa l’Isola del continente cinese, considerata parte del suo territorio, in un tentativo disperato di provocare l’ira della nazione asiatica.

L’incrociatore di missili guidati degli Stati Uniti, identificato come USS Antietam (CG-54), ha attraversato lo Stretto di 180 Km di larghezza, che separa Taiwan dalla Cina continentale, «proprio il giorno prima in cui Pechino ha accusato Washington di minacciare la stabilità globale, avvertendo che si mantenesse lontano dell’Isola», ha informato l’Agenzia Reuters.

Questo mese il Governo della nazione asiatica ha denunciato la vendita di armi a Taiwan, dopo che il governo di Donald Trump aveva approvato il rifornimento di carri armati e missili, valutati 2200 milioni di dollari a Taipéi,

la città capitale dell’Isola.

Successivamente la Cina ha assicurato che avrebbe imposto sanzioni alle imprese statunitensi coinvolte ed ha reiterato che Taiwan è il tema più sensibile e importante tra Pechino e Washington e uno dei motivi principali che impediscono la normalità delle relazioni.

Cercare l’indipendenza dell’Isola considerata dall’Organizzazione delle Nazioni unite come parte del territorio cinese, è un vicolo cieco e un assurdo che non ha altro fine che incrementare le tensioni tra le due potenze.

Le autorità della Cina hanno avvertito che non si permetterà mai che una parte del territorio si separi.

Il Ministero della Difesa della nazione asiatica, di fronte alle costanti provocazioni degli Stati Uniti ha avvisato che «se ci sono persone che oseranno cercare di separare Taiwan dal paese, l’esercito della Cina sarà pronto a combattere una guerra per salvaguardare fermamente la sovranità nazionale. Per questo tutti gli occhi stanno guardando questo lato del mondo».

Anche se è suicida il confronto taiwanese con la sua madre patria, senza nemmeno considerare la capacità nucleare/ipersonica della Cina Popolare», come ha riconosciuto l’analista messicano Alfredo Jalife in un’intervista a Telesur, l’attitudine di Trump continua ad essere imprevedibile.

Nulla frena «il giro geostrategico del Pentagono, il cui obiettivo primario è Cina, Cina e Cina».

Donald Trump vuole, sì o sì, mantenersi sulla cima del mondo indefinitamente, costi quel costi.

E le conseguenze potrebbero essere irrimediabili perchè l’Amministrazione della Sicurezza Marittima della Cina ha appena pubblicato vari messaggi d’avviso nei quali proibisce l’ingresso in ampie aree dello spazio aereo e marittimo dei mari a est e a sud della Cina, per attività militari, senza precisare quando si realizzeranno o che tipo di forze parteciperanno, e i media locali assicurano che gli esercizi sono iniziati domenica 28 e dureranno sino a giovedì 1º agosto nelle acque della provincia orientale di Zhejiang, ubicata a nordest di Taiwán.( GM – Granma Int.)