
La riunione ministeriale del Movimento dei Paesi Non Allineati, realizzata a Caracas, in Venezuela, ha delineato il cammino comune di coloro che desiderano, difendono e pretendono di costruire insieme, al di là delle nazionalità, delle frontiere geografiche, idiomatiche, culturali o delle differenze politiche, un futuro di pace per tutta l’umanità.
Non stupisce quindi che sia stato precisamente lì, nell’epicentro della lotta continentale, nel paese più assediato oggi dall’imperialismo statunitense, il luogo dove si sono riuniti i membri di un’organizzazione che dalla sua fondazione difende l’indipendenza politica e la sovranità degli Stati, il non intervento nei temi interni dei paesi e la soluzione dei conflitti, senza ricorrere né alle minacce, né all’uso della forza.
Intervenendo nella sessione di sabato, il mandatario anfitrione, Nicolás Maduro, ha detto che il suo paese – che conclude il mandato come presidente pro tempore dell’organizzazione - ha avuto «tre anni d’intensa battaglia per le grandi cause dell’umanità», specialmente quelle relazionate con «temi vitali come il cambio climatico, la difesa del diritto dei nostri popoli all’autodeterminazione e alla costruzione di un nuovo mondo multipolare».
Ha reiterato che i nuovi tempi domandano «la costruzione di un mondo multipolare, multicentrico, senza imperi egemonici che si vogliono imporre ad altri paesi o regioni», e questo «è la nostra bandiera (...), che non è né un sogno , né un’utopia», perché il Mnoal «è chiamato a giocare un immenso ruolo per far sì che l’umanità si apra un cammino verso un mondo nuovo».
Il cancelliere dell’Iran, Javad Zarif, ha assicurato che gli USA, con le loro misure esercitano il terrorismo contro paesi sovrani.
«Le sanzioni imposte dal Governo statunitense sono terrorismo economico. Non possiamo permettere che continuino ad implementare questo genere di azioni», ha avvertito.
Le aggressioni contro paesi come Venezuela, Nicaragua e Cuba, il tentativo d’imporre sanzioni unilaterali e dettare misure coercitive per fare pressioni sui governi che risultano scomodi agli Stati Uniti, i ricatti e le provocazioni contro nazioni come Iran e Cina, e l’intromissione in conflitti come quello del popolo siriano o la causa del popolo palestinese, sono sfide comuni che hanno centrato la discussione e marcato gli assi della lotta futura tra i partecipanti all’incontro.
Le 120 delegazioni riunite a Caracas hanno coinciso nel definire gli Stati Uniti il principale violatore della Carta delle Nazioni Unite e del Diritto Internazionale ed hanno accordato, tra l’altro, di appoggiare il processo bolivariano, le piattaforme di dialogo realizzate in Norvegia e a Barabados o la proposta del Meccanismo d Montevideo, respingendo l’incremento delle misure di blocco economico e finanziario imposte contro Cuba e il Venezuela, ed ogni tipo di minaccia di guerra. ( GM – Granma Int.)





