OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE
La nave cisterna di petrolio iraniana Grace I confiscata dalle autorità britanniche nello Stretto di Gibilterra. Photo: France24

L’equazione è la seguente: c’è la Siria, dove i terroristi dello Stato Islamico e del Fronte Al Nusra continuano le loro azioni, ammazzano i civili, distruggono patrimoni e s’impadroniscono del petrolio della zona che controllano, che necessita del greggio per far funzionare la sua economia e per la ricostruzione del paese. A questo vanno sommati i continui bombardamenti dell’aviazione statunitense contro gli obiettivi civili e dell’esercito siriano.
C’è la Repubblica Islamica dell’Iran che resiste alle più brutali sanzioni economiche e commerciali imposte dagli Stati Uniti e necessita esportare il suo petrolio, la voce più importante della sua economia.
Un terzo ingrediente è l’Europa, alleata degli Stati Uniti che si è sommata alle sanzioni contro l’Iran e all’assedio contro la Siria e serve da poliziotto marittimo nella persecuzione e il sequestro di alcune navi iraniane che trasferiscono petrolio alla Siria o in altre parti.
La pace appare alla deriva per mari e stretti, senza un sostegno che la faccia giungere a un porto sicuro.
Una nave carica di petrolio iraniano è stata confiscata dalle autorità britanniche al suo passaggio nello Stretto di Gibilterra, azione deliberata che aggiunge tensione lì dove non c’è più spazio per questo.
Sarebbe necessario e anche adatto ai paesi civili che dicono di applicare una politica estera indipendente, riflettere su chi è l’unico colpevole di questa situazione che è giunta a questi estremi.
Gli europei sanno che è stato il presidente Donald Trump e non il governo di Teheran a gettare nella spazzatura uno dei documenti più importanti della comunità internazionale negli ultimi decenni: l’Accordo Nucleare con l’Iran, firmato da cinque potenze, più la nazione iraniana.
Un discorso ambiguo, nel quale si dice che la priorità europea è salvare l’accordo con l’Iran, mentre si realizzano azioni come questa di confisca della nave cisterna iraniana in acque internazionali, una mostra di una dubbia politica subordinata a quello che dicono gli Stati Uniti.  
Gli europei sanno anche che la Siria ha sofferto negli ultimi sei anni la più atroce aggressione terrorista, che ha provocato la morte di circa 300.000 persone;  più di cinque milioni dei suoi figli sono emigrati e il suo patrimonio nazionale universale è stato mutilato.
Allora perchè sommarsi a questa politica degli Stati Uniti, dato che  le sole cose che hanno mostrato al mondo sono il terrore, il disprezzo per gli esseri umani e l’imposizione di regole secondo le loro convenienze e interesse?
La diplomazia europea non sa che l’azione di bloccare il passaggio del greggio iraniano nei mari vicini al Vecchio Continente è prima di tutto un piano premeditato anticipatamene da parte dell’amministrazione Trump per aggravare ulteriormente la situazione attorno alla Siria e all’Iran, come ha denunciato la Cancelleria russa?
E, come si poteva prevedere, il primo a celebrare la cattura della nave iraniana con 300 000 tonnellate di petrolio, è stato John Bolton, il falco maggiore con l’incarico d’assessore alla sicurezza del governo di Trump, che ha definito il fatto  «un’eccellente notizia».
È già l’ora di smettere di giocare con la pace. La porteremo in un porto sicuro invece di aggiungere nuovi elementi di confronto che possono chiudere la sua entrata e trasformare i mari in un inferno. (GM – Granma Int.)