Questa legge è più invadente dell’Emendamento Platt del 1901 e del Trattato di reciprocità che i cubani furono obbligati a firmare per ottenere quella falsità d’indipendenza al principio del secolo scorso.
È un’aggressione all’indipendenza e alla dignità di Cuba, un tentativo d’annessione coloniale.
La ragione dell’adozione della Legge Helms-Burton è principalmente per provocare il cambio del sistema politico ed economico in Cuba.
I suoi Articoli I e II sono un affronto alla sovranità e alla dignità di Cuba.
Stabilisce qual’è la politica degli Stati Uniti rispetto al governo democraticamente eletto in Cuba e una serie di requisiti per considerare quel che è secondo il governo statunitense un Governo di Transizione e quello che è un governo democráticamente eletto.
Costituisce un’ingerenza nei temi interni di un paese sovrano, proibita dal Diritto Internazionale.
È anche un affronto alla sovranità del resto dei paesi del mondo, per le sue intenzioni d’applicare la giurisdizione statunitense extra territorialmente.
Questa Legge esprime in tutta la sua ampiezza la Dottrina Monroe proclamata un secolo e mezzo fa.
La legge dal punto di vista del timore che può originare in alcuni imprenditori danneggia Cuba e gli statunitensi, perchè frena o ritarda gli investimenti e complica maggiormente le relazioni di carattere economico.
Pone a un punto morto le possibilità per risolvere in forma razionale tra i due paesi il processo dei reclami delle proprietà nazionalizzate creando un grave precedente per le norme internazionali sulla soluzione di questi litigi, e questo si può rivoltare contro gli Stati Uniti con reclami di proprietà in altri paesi.
Con questa legge si aspira a riprendere l’argomento delle proprietà nordamericane confiscate in Cuba, che non apportarono compensi economici ai vecchi proprietari, sostenendo che il Governo cubano sta offrendo queste proprietà agli imprenditori stranieri.
Gli elementi che si espongono sono falsi e di fatto sono gli Stati Uniti che non hanno mai voluto negoziare la questione delle proprietà nazionalizzate e non hanno permesso alle loro imprese danneggiate di negoziare, per cui non hanno potuto ricevere indennizzi.
La Commissione dei Reclami,nel suo momento, aveva accettato 5 911richieste di compenso. ma non c’è mai stata una conciliazione per verificare se queste richieste e valutazioni erano autentiche, erano gonfiate, erano duplicate o se si usavano documenti falsificati.
L’imbroglio di questa Legge pretende di concedere il diritto di reclamo a coloro che non erano cittadini degli USA quando le loro proprietà furono nazionalizzate o se ne andarono dal paese, abbandonandole.
È assurda una legge che permette ai cittadini di altri paesi di tentare di reclamare presso i tribunali degli Stati Uniti da imprese di terzi paesi, presunte proprietà il cui valore inoltre si può calcolare a convenienza del presunto reclamante.
L’Amministrazione statunitense adotta la posizione d’appoggiare anche il reclamo delle proprietà di determinati cittadini nordamericani d’origine cubana arricchiti prima del 1959 con metodi fraudolenti e la protezione di governi corrotti.
PROCESSO DI NAZIONALIZZAZIONE E INDENNIZZO
Il 17 maggio del 1959 si promulgò la 1ª Legge di Riforma Agraria che fissò il massimo di terra per proprietario in 402,6 ettari, ( 30 cavallerie) da sfruttare.
Se non lo si faceva in due anni sarebbe stata applicata l’espropriazione forzosa e questo avvenne realmente quando si dettò la 2ª Legge di Riforma Agraria che ridusse il limite a 5 cavallerie, cioè 67,1 ettari.
Questa legge si applicò per i cubani e per gli stranieri ed aveva eccezioni al limite: per esempio s’elevava a 100 cavallerie per aree di canne coltivate o come pascolo o per riso ad alta resa.
L’articolo 29 della Legge riconobbe il diritto costituzionale dell’indennizzo agli espropriati, fissando il valore del compenso e prendendo come base la dichiarazione del padrone trascritta negli archivi municipali, e in quanto agli edifici, gli animali etc., per la tassazione.
Si dispose l’emissione di buoni della Repubblica, denominati «Bonus de la Riforma Agraria» con un interesse annuale mai superiore al 4.5%. I bonus si esaurivano nel periodo di 20 anni e ogni anno s’includeva nel bilancio la partita corrispondente. Inoltre si concedevano dieci anni d’esenzione dalle imposte sul reddito personale e altri benefici.
Ai lavoratori di parcelle, ai precari e ad altri contadini che lavoravano la terra di proprietà di altri, si consegnò gratuitamente ad ognuno il detto “minimo vitale” di due cavallerie di terra.
Il 6 luglio del 1960 si detta la Legge 851, complementare all’articolo 24 della Legge Fondamentale del 1959, che riprese il principio dell’espropriazione forzata per cause di utilità pubblica.
La Legge 851 dava facoltà al Presidente della Repubblica e al Primo Ministro (era la struttura del Governo vigente all’epoca) per nazionalizzare la propietà nordamericana in Cuba mediante la Risoluzione Congiunta.
Artícolo 24: Si proibisce la confisca dei beni, ma si autorizza quella dei beni del tiranno deposto il giorno 31 dicembre del 1958 e dei suoi collaboratori.
Quelli delle persone naturali o giuridiche responsabili dei delitti commessi contro l’economia nazionale o del Tesoro pubblico, che si arricchiscano o si siano arricchite illecitamente con la protezione del potere pubblico.
Quelli delle persone che furono sanzionate per aver commesso delitti che la Legge definisce controrivoluzionari o che per evadere l’azione dei Tribunali abbiano abbandonato in qualsiasi forma il territorio nazionale o che avendolo abbandonato, realizzino attività di cospirazione all’estero contro il Governo Rivoluzionario.
Nessun’altra persona naturale o giuridica potrà essere privata della sua proprietà se non dalle autorità competenti per cause d’utilità pubblica o d’interesse sociale o nazionale.
La Legge regolerà il procedimento per le espropriazioni e stabilirà i mezzi e le forme di pagamento, così come l’autorità competente per dichiarare la causa di utilità pubblica o interesse sociale o nazionale e la necessità dell’espropriazione.
La Legge 851 stabiliva la forma e il modo di compensare la proprietà nazionalizzata mediante i Bonus de la Repubblica emessi per questo e si disponeva la designazione di periti per valutare i beni con il fine del loro pagamento grazie all’ammortizzazione con i detti Bonus, usando un fondo creato nel Banco Nacional di Cuba denominato «Fondo per il Pagamento delle Espropriazioni dei beni e delle Imprese di nazionali degli Stati Uniti del Nordamerica».
Il detto fondo si nutriva annualmente con il 25% della divisa straniera che corrispondeva all’eccesso dell’acquisto di zucchero che ogni anno gli Stati Uniti compravano a Cuba, al disopra dei tre milioni di tonnellate lunghe spagnole, a 5,75 centesimi, la libra inglese F.A.S.
I Bonus apportavano il 2 % d’interesse annuale e si sarebbero cominciati a pagare in un periodo non minore di 30 anni.
Se non fosse esistito il blocco a partire dal 1990, i cittadini nordamericani avrebbero cominciato ad incassare la loro dovuta indennizzazione.
Il 6 agosto del 1960 si detta la Risoluzione Congiunta N. 1, in conformità con la Legge 851 e si dispone la nazionalizzazione mediante il procedimento
d’espropriazione forzosa e il conseguente compenso delle 26 imprese nordamericane più rappresentative, con, all’inizio della lista la Compagnia Cubana dell’ Elettricità e la Compagnia Cubana dei Telefoni, che avevano sfruttato il popolo con alte tariffe e cattivi servizi; le seguivano le tre raffinerie che avevano ordito il boicottaggio contro il popolo cubano per lasciarlo senza combustibili e 21 fabbriche di zucchero.
Il 17 settembre del 1960 se dettò la Risoluzione Congiunta N. 2, per la quale si nazionalizzarono le tre banche nordamericane che operavano in Cuba: First National City Bank of New York, First National Bank of Boston e il Chesse Manhattan Bank, tutte protette dalla Legge 851.
Il 24 ottobre del 1960, ugualmente, si dettò la Risoluzione Congiunta N. 3, che dispose la nazionalizzazione dei restanti beni nordamericani, più di 160.
Dopo la Prima Legge di Riforma Agraria, il Governo di Cuba aveva riaffermato la sua disposizione pe discutere senza riserve e sulla base del rispetto mutuo, le differenze sorte con il Governo degli Stati Uniti sulla rivendicazione delle sue ricchezze e i pregiudizi che avrebbero significato per le persone naturali o giuridiche nordamericane.
In un comunicato del 22 febbraio del 1960, il Governo di Cuba, in vista di riannodare le conversazioni con quello degli Stati Uniti, domandò a questo che mentre stavano negoziando non adottasse misure di alcun tipo che potessero pregiudicare il risultato delle conversazioni.
È falso che il Governo di Cuba ha negato di negoziare le differenze con quello degli Stati Uniti.
Coscienti che la forma del pagamento era lo zucchero, la tagliarono, pregiudicando così i loro cittadini e rendendo impraticabile la Legge 851.
Dopo sarebbe arrivato il blocco totale nel febbraio del 1962, sino a giungere alla Helms-Burton.
LEGGI NAZIONALIZZATRICI
La Legge 891, del 13 ottobre del 1960, dichiarò pubblica la funzione bancaria e dispose nel suo Articolo 5, il diritto d’indennizzo dei soci e degli azionisti delle entità bancarie dissolte ed estinte, questione che divenne effettiva con pagamenti successivi alla chiusura delle operazioni del Banco Nazionale di Cuba, il 31 dicembre del 1960. Questa Legge nazionalizzò la banca nazionale e stabilì un procedimento di compenso mediante bonus pagabili in 15 anni, e a sua volta escluse da questa misura le entità bancarie canadesi stabilite in Cuba, con le quali realizzò un procedimento d’acquisto dei loro attivi.
La Legge di Riforma Urbana, del 14 ottobre del 1960, che consegnò le case agli inquilini e pagò il compenso ai vecchi proprietari, fossero nazionali e o stranieri, anche con pension vitalizie, dopo aver incassato il valore degli immobili.
La Legge No. 1076, del 5 dicembre del 1962, che nazionalizzò commerci al minuto e all’ingrosso indipendentemente dalla nazionalità dei vecchi proprietari.
CARATTERÍSTICHE DELLE NAZIONALIZZAZIONI CUBANE
Non sono state discriminatorie, hanno trattato ugualmente cubani e stranieri.
Sono di proposito pubblico e non per beneficio privato.
Tutte hanno disposto un compenso appropriato per i danneggiati.
Sono state applicate per disposizioni di rango costituzionale, mediante procedimenti legali d’espropriazione forzosa per cause di utilità pubbliche e interesse nazionale.
CUBA, RISPETTOSA DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E CONSEGUENTE NEL COMPIMENTO DEI SUOI OBBLIGHI, HA FIRMATO TRA GLI ALTRI I SEGUENTI ACCORDI
:
Accordo tra il Governo Rivoluzionario della Repubblica di Cuba e il Governo della Repubblica Francese, che concerne l’indennizzazione dei beni, i diritti e gli interessi francesi danneggiati dalle leggi e dalle misure dettate dal Governo Rivoluzionario della Repubblica di Cuba a partire dal 1º gennaio del 1959, Firmato i 16 marzo del 1967
l’Accordo tra il Governo Rivoluzionario della Repubblica di Cuba e il Governo della Confederazione Svizzera, sull’indennizzazione dopo le leggi dettate dal Governo Rivoluzionario della Repubblica d Cuba, a partire dal 1º gennaio del 1959 e firmato il 2 marzo del 1967.
Scambio di note in data 18 ottobre del 1978 tra il Governo della Repubblica di Cuba e il Regno Unito della Gran Bretagna e Irlanda del Nord, sul compenso a nazionali britannici come risultato dell’applicazione delle nazionalizzazioni, espropriazioni e altre leggi e misure similari dettate dal Governo Rivoluzionario della Repubblica di Cuba dal 1º gennaio del 1959.
Accordo tra il Governo della Repubblica di Cuba e il Governo del Canada, relativo alla liquidazione dei reclami canadesi, firmato il 7 novembre del 1980.
Accordo tra la Repubblica di Cuba e il Regno della Spagna, sugli indennizzi dei beni spagnoli tolti dalle leggi, disposizioni e misure dettate dal Governo della
la Repubblica di Cuba a partire dal 1º gennaio del 1959, firmato il 26 gennaio del 1988. (GM – Granma Int.)





