OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE
La sfi Foto: Alejandro Azcuy 

Mosca, Federazione della Russia.– Com’è tradizione, da quando si fece la prima sfilata, il 24  giugno del 1945, verso le dieci di mattina è iniziata la celebrazione per gli 80 anni del Giorno della Vittoria nella Piazza Rossa del Cremlino.
Da diverse ore erano giunti nel luogo della celebrazione gli amici che diverse latitudini, venuti a festeggiare con la Federazione della Russia queste ore d’allegria e di fermezza.
I dignitari erano una trentina e in nome di Cuba era presente il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partido Comunista e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz- Canel Bermúdez.
Nella presidenza si vedeva un Vladímir Putin sorridente. Ed era logico perchè il 9 maggio è un Giorno di Vittoria.
A lato del Presidente della Federazione della Russia s’incontrava il suo omologo Xi Jinping, presidente della Repubblica Popolare della Cina. L’immagine era più che eloquente: gli amici  devono stare uniti in questo mondo marcato dall’incertezza e specialmente quelli che guidano nazioni forti destinate a cambiare l’ingiusto ordine mondiale.
17 500 militari hanno sfilato nella cerimonia di cdlebrazione che dal 1995 si realizza ogni anno.
In apertura,  imprescindibili le parole di Vladímir Putin, che ha iniziato salutando tutti:
i cittadini della Russia, gli «amati veterani», gli invitati, i compagni soldati e marinai, i sergenti e i sottufficiali, i guardamarina e sottoufficiali, i «compagni ufficiali, generali e ammiragli».

Foto: Alejandro Azcuy 

Il Presidente ha felicitato tutti per l’80º anniversario della Vittoria nella Grande Guerra Patria.
E poi ha affermato: «oggi tutti siamo uniti da sentimenti d’allegria e tristezza, orgoglio, gratitudine e ammirazione per la generazione che schiacciò il nazismo e che al costo di milioni di vite conquistò la libertà e la pace per tutta l’umanità».
Il mandatario ha segnalato che loro conservano fedelmente la memoria di avvenimenti storici e trionfali: «Come eredi dei vincitori –ha sottolineato–, celebriamo la festa del 9 maggio comd nostra, come la festa più importante per il paese, per la nazione intera, per ogni famiglia, per ognuno di noi.
I nostri genitori, nonni e bisnonni salvarono la Patria. E ci hanno trasmesso il dovere di difendere la nostra Patria, di stare uniti, difendere fermamente i nostri interessi nazionali, la nostra storia millenaria, la nostra cultura, i nostri valori tradizionali, tutto quello che amiamo, tutto queslo che per noi è sacro».
Vladímir Putin ha risaltato: «Ricordiamo le lezioni della Seconda Guerra Mondiale e non saremo mai d’accordo con la distorsione dei suoi avvenimenti, con i tentativi di giustificare i boia e calunniare i veri vincitori».
«Il notro dovere pè difendere l’onore dei soldati e dei comandanti dell’Esercito Rosso, la grande prodezza dei rappresentanti di differenti nazionalità che resteranno per sempre nella storia mondiale come soldati russi».
In un messaggio ben chiaro per il mondo, il Presidente ha detto che la Russia è stata e sarà una barriera indistruttibile contro il nazismo, la russofobia e l’anti semitismo e che lotterà contro le atrocità commesse dai difensori di queste idee aggressive e distruttive.

IL SACRIFICIO DI UNA GRANDE NAZIONE

El Presidente della Federazione della Russia  ha ricordato a tutti i presenti che l’Unione Sovietica  sopportò il peso degli attacchi più brutali e spietati del nemico. Ha segnalato che «milioni dipersone che conoscevano solo il lavoro pacifico, presero le armi resistendo sino alla morte in tutte e alture teste diponte e frontiere, e determinarono il risultati di tutta la Seconda guerra Mondiale con vittorie incondizionali nelle  battaglie più grandi vicino a Mosca e a Stalingardo nel, nel saliente di Kursk e nel Dniéper».
Putin ha segnalato il coraggio dei difensori della Bielorussia, che furono i primi ad affrontare il nemico e la fermezza dei partecipanti alla difesa della Fortezza di Brest e Mogilev, Odessa e Sebastopoli, Murmansk, Tula, Smolensk; l’eroismo degli abitanti di Leningrado assediata, il valore di tutti quelli che lottarono al fronte, nei distaccamenti partigiani e nella clandestinità, il valore di quelli che evacuarono le fabbriche del paese sotto il fuoco nemico, che lavorarono alla retroguardia senza tralasciare sforzi, al limite delle loro forze.

AlcFoto: Alejandro Azcuy 

Ugualmente, ha valutato che i piani dei nazisti d’appropriarsi dell’Unione Sovietica furono annullati dall’unità veramente ferrea del paese.
L’erosimo del popolo fu di massa, ha detto, e tutte le repubbliche sopportarono il pesante carico comune della guerra.
«Il contributo degli abitanti dell’Asia Centrale e la Transcaucasia fu enorme», ha detto ancora lo statista. E ha aggiunto: «Da qui, i treni con tutto quello che necessitavano al fronte continuarono a muoversi senza interruzioni. Qui si ubicarono ospedali e centinaia di migliaia di evacuati trovarono la loro seconda casa. Condivisero con loro rifugio pane e calore».
«Onoriamo ogni veterano della Grande Guerra Patria, incliniamo le nostre teste di fronte alla memoria di tutti coloro che diedero la loro vita per la vittoria».
Il Presidente della Federazione della Russia ha parlato per «la memoria di figli, genitori, padri e madri, nonni, bisnonni, sposi, spose, fratelli, sorelle, familiari e amici».
E ha sottolineato: «Incliniamo  le nostre teste davanti ai nostri compagni d’armi», quelli che incontrarono una morte eroica in una battaglia giusta per la Russia».  
Poi è stato dichiarato un minuto di silenzio ed è stato il momento dell’offerta di un omaggio speciale, mentre suonavano i secondi del Carillon del Cremlino, l’orologio più importante del paese, simbolo leggendario del gigante euro asiatico, sul quale esiste la leggenda che non si è mai fermato.

VARIE ESPRESSIONI D’OMAGGIO

«Cari amici!: Quasi l’80 % della popolazione del pianeta fu trascinata nell’orbita ardente della Seconda Guerra Mondiale», ha detto il mandatario nel suo discorso.  E ha risaltato:
«La sconfitta completa della Germania nazista, del Giappone militarista e dei loro satellitiin diverse regioni del mondo si ottenne grazie agli sforzi congiunti dei paesi delle Nazioni Unite». «Ricorderemo sempre che l’apertura di un secondo fronte in Europa dopo le battaglie decisive nel territorio dell’Unione Sovietica avvicinò la vittoria. Valutiamo altamente il contributo alla nostra lotta comune dei soldati dell’esercito alleato, i partecipanti alla resistenza e il valoroso popolo della Cina. Tutti coloro che hanno lottato per un futuro di pace».
«Cari amici! Continueremo ad ammirare i veterani, il loro amore sincero per la Patria, la loro determinazione di difendere la loro casa, i valori dell’umanesimo e della giustizia. Diamo a queste tradizioni, a questo grande patrimonio, il più importante del nostro cuore e trasmettiamolo alle future generazioni.
«Sempre confideremo nella nostra unità nei temi militari e pacifici, nell’ottenimento degli obiettivi strategici, nella soluzione dei problemi in nome della Russa, della sua grandezza e prosperità».

I SIMBOLI E I GESTI DI UNA CELEBRAZIONE

Un nastro arancione con tre righe nere si notava nel risvolto della giacca di molti partecipanti alla cerimonia della sfilata.
Si trattava di un’allegoria dell’Ordine di San Giorgio, distinzione onorifica russa, una delle più antiche, che distingue esclusivamente meriti militari.
La sua simbologia è stata ripresa dopo la scomparsa della URSS, e che nel contesto della celebrazione di venerdì 9 ha marcato lo spirito d’una vittoria che tutti gli uomini e le donne per bene accolgono come propria.

Il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, è stato nella Piazza Rossa di Mosca. Foto: Alejandro Azcuy Photo: Granma

Putin portava questo nastro sulla giacca. Al termine del suo discorso è cominciata una marziale e colorita sfilata. Le prime forze sono state quelle dei combattenti dell’Operazione Militare Speciale, nel cui gruppo ci sono 24 Eroi della Russia. Poi le accademie militari seguite da distinti gruppi delle forze terrestri, navali e aeree. La chiusura è stata effettuata dalla tecnica blindata di combattimento.
E allora i capi di Stato presenti hanno accompaganto Putin sino al Giardino di Alejandro, per collocare lì un’offerta di fiori sulla Tomba del Milite Ignoto.
Si sa che lì è sepolto un combattente anonimo e che per questo è il simbolo di tutti quelli che offersero la loro vita senza lasciare nomi, senza lasciare volti, stoicamente, per tutti i suoi simili.
La sfilata di venerdì 9 è stata indimenticabile e oltre ai colori e alla marzialità, il pianeta ha ricevuto il messaggio che fu un popolo gigante, quello sovietico, che fu capace di fermare la macchina nazista della morte.
La sfilata ha fatto pensare alla gratitudine e alla necessaria memoria storica, senza la quale non si potrebbe sapere da che parte stanno i gli eroi principali. (GM/ Granma Int.)
Foto Alejandro Azcuy