A poche ore dall’inizio del suo mandato il presidente degli Stati Uniti ha dimostrato che le sue decisioni torneranno a dipendere da capricci. E così alle polemiche misure della sua prima giornata, ha deciso d’aggiungere una nuova infamia: revocare l’esclusione di Cuba dalla lista dei presunti Stati patrocinatori del terrorismo, firmata daJoe Biden una settimana fa.
La comunità internazionale ancora una volta ha alzato la sua voce contro la nuova misura, chiamando alla normalità delle relazioni e alla totale eliminazione del blocco economico, commerciale e finanziario degli USA .
Nicolás Maduro, presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, ha condannato la decisione in una sessione del Consiglio Economico. Ha segnalato, di fronte alle nuove sanzioni che Cuba conta con l’appoggio del Venezuela per avanzare e costruire insieme la felicità e la pace alla quale hanno diritto i due paesi e tutta l’America Latina, ha informato Prensa Latina.
La nazione bolivariana aveva già denunciato la nuova inclusione di Cuba nella lista unilaterale, con un comunicato nel quale aveva qualificato il fatto come «un’azione di ostilità che contraddice i principi del diritto internazionale e opacizza gli sforzi globali per la pace e la cooperazione».
La Cina ha sottolineato la mncanza di motivi per la decisione adottata dal Governo statunitense.
«Questa pratica dimostra che le liste unilaterali e i meccanismi coercitivi degli Stati Uniti sono arbitrari, e che il reiterato utilizzo di accuse infondate contro Cuba per imponrre sanzioni unilaterali manca di fondamento, esponendo pienamente il volto egemonico, autoritario e di maltratto degli USA», ha affermato il portavoce della Cancelleria cinese, Guo Jiakun.
Anche la Russia ha condannato la misura statunitense contro l’Isola grande delle Antille con un comunicato della sua Cancelliera. María Zajárova, portavoce del Ministero dei Temi Esteri, ha detto :«È evidente che in realtà non si tratta d’una lotta contro il terrorismo. La precedente amministrazione statunitense ha dichiarato che non ci sono prove che Cuba appoggi il terrorismo internazionale e questo continua ad essere un fatto innegabile».
L’Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra America-Trattato del Commercio dei Popoli (ALBA-TCP) a sua volta ha revocato l’annullamento dell’uscita di Cuba dalla lista degli Stati presunti patrocinatori del terrorismo.
In un comunicato, la nuova inclusione è stata definita come «Un’azione arrogante che pretende di provocare gravi danni al nobile popolo cubano», ed ha reclamato il ritiro dell’Isola da questa lista, «fatta su misura ideologica dell’imperialismo».
Il Governo della Namibia si è pronunciato a favore dell’Isola in un comunicato nel quale ha definito la decisione presa dal Presidente degli USA come «una tattica decisamente ingiustificata per ritardare la normalità nelle relazioni diplomatiche tra le due nazioni vicine.
Il reclamo si è esteso ugualmente in differenti partiti, forze politiche e movimenti di solidarietà di paesi come la Repubblica Dominicana, l’Argentina, il Belgio, Panama e la Serbia. (GM/Granma Int.)