CARACAS, Venezuela.–Tra le giornate più fortunate di Nuestra America, l’11 dicembre ha un posto privilegiato.
Spiccò la giornata con la dichiarazione Ufficiale della Vittoria di Ayacucho e si segnalò la definitiva liberazione del Perù e la desiderata fine del dominio colonialista spagnolo sulle terre del sud del continente.
L’ultima grande battaglia delle campagne liberatrici della regione sudamericana cominciò il 9.
Nella Pampa di Ayacucho sorse il sole con una luce differente, illuminando ugualmente tutti gli spazi dell’oscurità, sicuri che non ci sarebbero stati mai più sudditi, ma solo cittadini di questa nazione.
«Soldati!, dagli sforzi di oggi pende la sorte dell’America del Sud. Un altro giorno di gloria va a coronare la vostra ammirabile costanza», disse Sucre –come racconta la storia- ai circa 6 000 coraggiosi che lo accompagnarono nella sue gesta. Il suo comando sicuro e coraggioso con la pianificazione strategica di
Simón Bolívar –anche nella distanza– furono «responsabili» di uno schiacciante combattimento.
La strategia delle forze patriottiche consisteva nel dividere e disarticolare il nemico, nel mezzo di quella vasta pianura circondata da montagne che, a differenza dei realisti, loro conoscevano bene.
Ebbero anche a loro favore la bravura di combattenti di altri paesi che si erano uniti all’insorgenza indipendentista.
Nulla poteva cambiare il destino glorioso di quella battaglia. I patrioti non fecero caso alla forte disuguaglianza dell’artiglieria e dei battaglioni, e mossi dalla loro decisione di liberarsi dal dominio colonialista conquistarono ferocemente il terreno.
In quattro ore si contarono 3 000 caduti soprattutto da parte dei realisti che poco prima del tramonto chiesero
La sospensione della battaglia e poi firmarono la detta Capitolazione di Ayacucho.
Quel documento, garanzia della resa e della partenza dal Perù dell’esercito colonialista, fu anche una mostra della diplomazia di pace che i bolivariani avevano come precetto e trattarono onorevolmente gli ammanettati soldati spagnoli.
La Battaglia di Ayacucho è un simbolo dell’onore e dell’epica di coloro che fecero cadere il regime del vicere di Spagna nella regione.
Trecento anni prima, Francisco Pizarro aveva iniziato la colonizzazione del Perù.
Poi, in questa battaglia, l’onore dei popoli vessati schiacciava gli usurpatori.
La libertà del Sudamerica non fu un regalo. Fu a colpi di sangue che ammainarono la bandiera spagnola e fecero sventolare gli stendardi del sud.
Con la vittoria in Ayacucho si aperse un mondo di possibilità per altre terre che più tardi si disposero a difendere la loro indipendenza, non poche con l’appoggio di uomini di altre geografie.
Oggi, quando il pericolo di nuovi imperi si stende su tutta l’America, l’unità torna a salvaguardare la capacità di autodeterminazione e la ben conquistata libertà.





