OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE
Ogni giorno Gaza perde decine dei suoi figli, uccisi con una volontà crudele senza limiti. Foto: Al Mayadeen 

Far sparire un popolo, perseguitarlo e allontanarlo dalla sua propria terra, seminare la paura e l’angoscia Delle bombe che cadono, la morte ad ogni metro, in ogni minuto…
Esattamente un anno, le più terribili immagini di un inferno così nel mondo  contemporaneo, ricordavano l’olocausto imposto a buona parte dell’Europa dalla Germania nazista di Adolf Hitler.
Ma nell’ottobre del 2023 altre le hanno rese opache: quelle del crimine in corso che Israele perpetra contro la Palestina, scenario di uno dei più grandi genocidi dell’umanità.
Negli ultimi 12 mesi, dopo l’incursione armata di Hamas e la sproporzionata offensiva militare dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza, il numero dei morti nella zona costiera somma più di 41 600 palestinesi, hanno informato le autorità arabe.  
Altri dati che confermano il massacro sono –secondo la ONG Intermón Oxfam– più di 6 000 donne e 11 000 bambini assassinati negli attacchi sionisti.
Questi sono i desideri di distruzione che dimostra il Governo di Benjamin Netanyahu, che, come calcola l’organizzazione Action–on Armed Violence–  sino al  23 settembre ha perpetrato  una media d’attacco ogni tre ore sulle infrastrutture civili  con armi esplosive.
Le registrazioni rivelano che le armi esplosive israeliane raggiungono la media di una casa ogni quattro ore, una tenda o un rifugio temporaneo ogni 17 ore, una scuola o un ospedale ogni quattro giorni, e un punto di distribuzione d’aiuti e un magazzino ogni 15 giorni.
 Solo 17 dei 36 ospedali funzionano parzialmente e nessuno conta con combustibile, strumenti medici e acqua potabile sufficiente.
È forse possibile controllare con tranquillità e accordo questi dati che fanno rabbrividire, su una guerra tanto cruenta che, per quanto l’aggressore voglia spiegare che è selettiva contro i militari di Hamas, è alla vista di tutti- ben chiaro – che non c’è modo d’escludere i civili innocenti?
Eccettuando sei giorni dello scorso novembre –per una denominata pausa umanitaria–, per un anno intero Gaza ha vissuto solo due date senza sentire il rumore desolante delle bombe.
Ogni giorno perde i suoi figli a decine, sotto il fuoco, sotto le macerie, sotto il manto di una crudeltà senza limiti.
Dall’altro lato del mondo, il maggior promotore delle guerre attuali, il Governo degli Stati Uniti, non si vergogna di riconoscersi il padrino  senza condizioni, che sostiene il regime sionista ben sapendo del mercato sicuro che è questo poligono di morte umana, il Medio Oriente, che conviene maggiormente alla sua industria delle armi da quando Israele ha deciso di incendiarlo in tutte le direzioni : Palestina, Libano, Siria, Iran, Yemen...
Lo sviluppo tecnologico delle comunicazioni ha permesso che questa guerra si trasmetta dal vivo davanti agli occhi dell’umanità e che quindi non ci sono troppe nicchie per far sì che la manipolazione informativa sia complemento del massacro: sono alla vista i bambini senza vita,  i corpi mutilati, gli edifici distrutti su famiglie intere sepolte vive, la sopravvivenzacercata per le malattie e la fame, la speranza senza speranza...
E lì nella sala grande che, si presume, fu creata per mettere d’accordo il mondo, per far sì che la  sensatezza si alzi sull’irrazionale, tutte le mani, meno due, si sono alzate contro il genocidio evidente.
Senza dubbio già si sa che la ONU non è un’autorità che zittisce i tamburi della guerra, quando gli Stati Uniti dispongono d’appoggiare il crimine del loro braccio armato in Medio Oriente. (GM/Granma Int.)