CARACAS, Venezuela.–Al tramonto di venerdì 30 agosto già i viali della grande Caracas e delle sue popolose colline, le strade del piano e altri angoli geografici mostravano i fanali e i semafori illuminati, i venezuelani riprendevano lentamente la quotidianità come la maggior evidenza conquistata di fronte a un nuovo attacco al Sistema Elettrico Nazionale (SEN).
Il servizio elettrico, in tutti gli stati, era danneggiato dalle 4.50, come parte dell’agenda golpista della destra che nella sua narrativa di collasso vuole destabilizzare il paese.
Immediatamente le istituzioni dello Stato e del Governo si sono sommate
all’ azione effettiva dell’impresa Corpoelec per, da diversi fronti, revertire i danni che si erano etesi a altri servizi, come l’acqua, il trasporto e la telefonia cellulare.
È stata una violazione flagrante dei diritti del popolo, che ha precedenti nel 2019, «quando la destra fascista perpetrò il primo sabotaggio elettronico nazionale e minacciò con cinismo il popolo venezuelano. Oggi sono gli stessi che vogliono rubarci la pace», come ha ricordato il ministro di Comunicazione e Informazione, Freddy Ñáñez.
Questa emergenza nazionale è la mostra del colpo continuato che si pretende perpetrare contro l’istituzionalità bolivariana, che ha dimostrato la sua capacità di resilienza e forza.
Il 26 di luglio di quest’anno le Autorità hanno arrestato un gruppo di persone che pretendevano di spegnere l’occidente del paese, mentre il 27 agosto è stato attaccato il SEN in nove stati.
«L’ho detto e lo ripeto: Calma, buonsenso e nervi d’acciaio! Il fascismo disperato attacca il popolo, ma insieme supereremo questa nuova
aggressione. Noi vinceremo sempre!», ha detto il presidente Nicolás Maduro, che conta sul’appoggio indiscutibile del suo popolo che, in unione civico-militare, affronta ogni aggressione criminale del settore più reazionario dell’opposizione. ( GM/ Granma Int.)





