OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE
DONAL TRUMP. Foto: Getty Images

Mark Rutte, di 57 anni, assumerà le funzioni di segretario generale della Organizzazione del Trattato dell’Atlantico Nord (NATO), organismo militare i cui interventi hanno lasciato come legato un saldo triste di vite umane perdute nell’antica Yugoslavia, in Afganistán, Paquistan, Iraq e Libia.

Il politico olandese, sostituto di Jens Stoltenberg, assumerà la guida di questa struttura altamente discutibile per i suoi crimini, che fu fondata nel 1949, presumibilmente per proteggere i paesi dell’Europa Occidentale dalla minaccia dell’Unione Sovietica, creando però in realtà un aggravamento della guerra fredda.

Ma chi è Rutte? Potemmo dire che è il minore di sette fratelli e che ha come vocazione iniziale molto lontana dalla politica quella di concertista di pianoforte.

Ma ai milioni di persone che temono d’ascoltare la parola NATO, riferita ai conflitti dei loro paesi, importeranno poco questi dettagli sull’uomo che potrà cambiare la loro realtà da un giorno all’altro.

 Negli anni ‘80 è stato presidente della gioventù del Partito Popolard per la Libertà e la Democrazia (VDD, la sua sigla in olandese), partito che guida dal 2006, e che costituisce una formazione liberale conservatrice che funziona in maniera intermittente come un comodino parlamentare per formare governi di maggioranza.

Nel 1997 concentrò la sua carriera professionale nel settore privato, e questo lo portò ad essere il gerente del personale della Van den Bergh Nederland, sussidiaria della multinazionale alimentare Unilever, nella quale aveva ottenuto il suo primo lavoro dopo la laurea in Storia ottenuta nell’Università di Leiden.

Nel 2002 assunse l’incarico di Segretario di Stato ai Temi Sociali nel primo governo di Jan Peter Balkenende, ex primo ministro dei Paesi Bassi, e con questo mandato ottenne più tardi l’incarico di Ministro dell’Educazione.

L’olandese è conosciuto come «Teflon Mark», per la sua capacità di mantenersi al potere nonostante le dimissioni di tre dei suoi governi, ed anche «The Trump Whisperer», quello che sussurra all’orecchio di Trump, nomignolo allarmante per coloro che conoscono le intenzioni poco affidabili del repubblicano.(GM/Granma Int.)