L’uragano Beryl, ha provocato forti perdite materiali in vari paesi dei Caraiabi e almeno otto morti, tre in Venezuela, – oltre a cinque scomparsi – l’uguale numero in Granada, uno a San Vicente y las Granadinas e un altro in Giamaica.
L’agenzia EFE, in un comunicato preliminare dei danni, riferisce la cifra di circa mezzo milione di persone senza rifornimento d’acqua e migliaia senza elettricità.
A Granada, i danni maggiori sono avvenuti nelle isole Carriacou e Petit Martinique, in corrispondenza con le dichiarazioni della ministro di Resilienza Climatica, Ambiente, Energia Rinnovabile della nazione, Kerryne James, citata da France 24.
Il 98 % delle strutture sono state danneggiate o distrutte nelle due isole, ha comunicato il coordinatore dell’Agenzia Nazionale della Gestione dei Disastri, Terence Walters, come si legge nei media della stampa.
Ugualmente l’agricoltura e la vegetazione si notano devastate e le reti elettriche e della comunicazione sono interrotte.
A San Vicente y las Granadinas, il primo ministro, Ralph Gonsalves, ha annunciato la devastazione del 90 % delle case ed ha stimato una cifra simile nelle isole di Myreau y Canouan.
In Unión, quasi tutti gli edifici sono stati spazzati via e ora le persone raccolgono il legname e il materiale plastico per costruire rifugi temporanei, assicura la BBC.
Beryl, con categoría 4, ha agredito il territorio della Giamaica mercoledì 10 luglio e ha lasciato almeno 400 000 persone senza luce e circa il 65% dei clienti senza servizi pubblici, ha aggiunto France 24. Anche l’Aeroporto Internazionale Norman Manley, di Kingston, è stato colpito dal fenomeno meteorologico.
In Venezuela almeno 1 440 persone restano in «rifugi solidali» nella comunità di Cumanacoa, dopo la perdita delle loro case per lo straripamento del fiume.
Senza che Beryl toccasse terra, la Repubblica Dominicana ha sperimentato il passaggio del sistema e le forti ondate hanno colpito l’infrastruttura elettrica, attraverso la generazione di tagli in diverse aree.





