Pochi giorni fa la Gazzetta Ufficiale della Repubblica ha pubblicato la Risoluzione 19/2023 del Ministero degli Interni, riferita alla Lista Nazionale di persone e d’entità che sono state sottoposte a investigazioni penali e sono ricercate dalle autorità cubane, partendo dalla loro implicazione nella promozione, pianificazione, organizzazione, finanziamento, appoggio o commissione di azioni terroristiche materializzate nel nostro territorio o in altri paesi.
La disposizione normativa include gli autori di azioni contro Cuba dal 1999 all’attualità.
La lista di 61 nomi risponde alle cause giuridiche aperte per la realizzazione d’aggressioni contro hotels e altri centri turistici de L’Avana, l’infiltrazione dalle coste per eseguire azioni violente, attentati contro il Presidente della Repubblica e altri funzionari pubblici, così come la promozione di manovre militari contro l’Isola.
Include anche i responsabili dell’incitazione, l’organizzazione e il finanziamento d’azioni che danneggiano l’ordine sociale in Cuba, mediante azioni violente contro funzionari pubblici e il normale funzionamento delle entità.
Alcuni sono vecchie conoscenze, come i tristemente celebri Santiago Álvarez Fernández Magriñá, Guillermo Novo Sampoll o Pedro Remón Crispín Rodríguez, e altri apparsi più di recente nella scena anticubana.
Su un tema tanto sensibile, in tempi nei quali i nemici giurati della Rivoluzione non tralasciano sforzi per promuovere la destabilizzazione e il caos, autorità del Ministero di Giustizia, la Procura Generale della Repubblica e il Ministero degli Interni hanno parlato nella più recente edizione del programma televisivo Hacemos Cuba.
Lì si è saputo che, dall’ottica internazionale, la Risoluzione 1373/2001 del Consiglio di Sicurezza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite sostiene il diritto di Cuba di lottare contro il terrorismo, realizzando la Strategia Integrale cubana e dell’organismo internazionale, in questo senso.
La viceministro di Giustizia, Pilar Varona, ha spiegato che la pubblicazione nella Gazzetta assegna validità giuridica al documento in virtù di quanto stabilito nell’articolo 165 della Costituzione della Repubblica.
TERRORISMO 2.0
Il vicefiscale generale della República, Marcos Caraballo, ha affermato che il Codice Penale, come norma dispositiva, regola, e sanziona i reati di terrorismo, li definisce come quelli che sono indirizzati decisamente a intimidire, a obbligare un governo o
un’organizzazione internazionale a realizzare azioni o a astenersi dal realizzarli; ma anche a generare timori, allarme nella popolazione in gruppi di persone ed anche con persone determinate.
Ugualmente, a provocare danni a beni di considerazione significativa nella vita, nell’integrità fisica o mentale, la pace internazionale e la sicurezza dello Stato.
Nel programma televisivo sono state indicate varie persone del gruppo, incluse nella lista che, attraverso piattaforme digitali, sono state chiamate apertamente alla violenza contro il Governo cubano mentre affermano che si tratta di un esercizio di libertà d’espressione..
Il Viceprocuratore ha segnalato che l’Articolo 45 della nostra Costituzione stabilisce precisamente i limiti a questi diritti o all’esercizio di qualsiasi diritto.
«Prima di tutto il rispetto dei diritti degli altri. Non puoi esercitare un diritto se violi, se violenti il diritto degli altri», ha avvertito il funzionario, ed ha aggiunto che questi incitamenti costituiscono a loro volta dei reati.
Gli esempi esposti sull’uso delle nuove tecnologie per il reclutamento di persone con il fine di commettere azioni terroriste,
la fabbricazione di armi artigianali e l’uso di bombe Molotov contro obiettivi economici sono stati diversi.
Il Viceprocuratore ha spiegato che l’articolo 20 del Codice Penale stabilisce ed esige la responsabilità penale non solo degli autori, ma anche dei partecipanti e dei complici.
Quindi rispondono per il delitto di terrorismo tutte quelle persone che in maniera diretta eseguono i fatti e anche quelle che pianificano, organizzano il piano e quelli che lo sostengono, danno consigli, danno informazioni.
Come parte del programma sono state esposte testimonianze di persone che sono state condannate dai tribunali per aver realizzato differenti azioni contro le istituzioni cubane, che hanno confessato piani concepiti dall’estero contro obiettivi strategici come il sistema elettroenergetico nazionale.
TUTTO IL PESO DELLA LEGGE SU CHI PROMUOVE IL TERRORISMO
Il tenente colonnello Francisco Estrada, capo del dipartimento
dell’organo d’istruzione della Sicurezza dello Stato, ha ricordato che non sono pochi gli esempi concreti di fatti che sono stati consumati contro luoghi dove c’erano persone.
«Ricordiamo che quando le bombe degli anni ’90 ci furono dei morti, ci furono dei feriti e nella storia di questa attività terrorista
questi sono stati risultati ricorrenti, le lesioni a persone, il danno alle istituzioni, partendo dal reclutamento di cittadini radicati nel territorio nazionale, il finanziamento, la consegna delle risorse per eseguire le azioni e anche approfittare di questi fatti per la loro successiva divulgazione nel stesse piattaforme che hanno, per incitare a commettere queste azioni.
Il Vice procuratore parlando delle azioni che si possono intraprendere contro queste persone che formano la lista nazionale dei terroristi, ma che non risiedono nel paese, ha affermato che la qualità degli elemento probatori raccolti negli espedienti, pone sul tavolo, in virtù della cooperazione giuridica internazionale, la possibilità della sollecitudine d’estradizione dei terroristi della quale esistono precedenti nel nostro paese.
«È perfettamente possibile che le autorità penali cubane possano, in materia di cooperazione penale internazionale, chiedere alle autorità penali di altri paesi l’estradizione d’alcune persone che hanno commesso reati e non si trovano a Cuba», ha affermato.
Il funzionario ha assicurato che esistono molti esempi in diversi processi penali, di persone che si trovavano in altri paesi, che avevano commesso reati in Cuba e si è ottenuto che adesso si trovano nel paese aspettando o sottoposti a processi legali corrispondenti.
Nonostante ciò, ha riconosciuto che nella lista ci sono persone con notifiche rosse dell’Interpol che però, senza problemi, risiedono liberamente negli Stati Uniti.
Si sa che ci sono stati scambi in reiterate opportunità con le autorità statunitensi su fatti di terrorismo commessi contro Cuba e che nascono e si organizzano nel loro territorio.
«Ogni informazione sulla partecipazione d’ognuno di costoro e di altri nelle azioni terroriste, che sono state investigate e dimostrate in Cuba, è stata condivisa con queste autorità.
Questa è una politica, questa è una norma di scontro, ha assicurato il capo del Dipartimento nell’organo d’istruzione della Sicurezza di Stato.
In questi casi ha spiegato che esiste la possibilità che gli accusati si possano giudicare con tutte le garanzie processuali stabilite per i cittadini cubani.
La viceministro di Giustizia, Pilar Varona, ha detto che la pubblicazione di questa Lista nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica in virtù nel compimento della Risoluzione 1373 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, è valida e legale; e inoltre ha una forza e un peso importanti nell’obbligatorietà del suo compimento.
Il tenente colonnello Francisco Estrada ha commentato che lo scontro al terrorismo, l’investigazione e il chiarimento di qualsiasi fatto che attenti contro la sicurezza del paese, costituisce un compito di massima priorità per il Ministero degli Interni.
Il vice procuratore Marcos Caraballo ha avvertito che di fronte a fatti tanto gravi non si può avere tolleranza né impunità.
«La posizione della Procura è di garantire, proteggere i valori sacri per il nostro popolo, come la tranquillità cittadina, la salute come la pace, come la vita.
«Contro persone di questo genere, che non rispettano, che non hanno il minimo rispetto per la vita umana e per beni così sacri, non ci può essere impunità. Tutto il peso della legge ricadrà su di loro». (Redazione dei Corrispondenti)