DUBÁI, Emirati Arabi Uniti.- Cuba, sempre svelata dai destini della specie umana e di tutta la vita su questa nave globale che chiamiamo Terra - nella sua condizione di presidente /pro tempore/ del Gruppo dei
77 più Cina- ha convocato a un Vertice dei leaders di questo meccanismo di concertazione nel contesto della COP28.
In un incontro storico per i destini dei paesi del Sud, il Presidente della Repubblica di Cuba, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha pronunciato il discorso di apertura, sabato mattina -ora locale- in uno degli spazi del Centro delle Esposizioni della città emiratiana.
Aprendo il Vertice dei Leaders nel contesto della 28ª Conferenza delle Parti della Convenzione Cornice delle Nazioni Unite sul cambio climatico, che si realizza a Dubai sino al 12 dicembre, il dignatario ha detto:
«Le mie prime parole sono d’appoggio e solidarietà con la Palestina e il suo eroico popolo che resiste. Chiediamo la fine della violenza e del genocidio a Gaza. Basta impunità a Israele, la potenza occupante.
Reitero qui davanti a voi, che Cuba non starà mai tra gli indifferenti e che appoggeremo sempre gli sforzi internazionali legittimi per porre fine a simili barbarie.
Dopo queste prime parole che hanno ricevuto applausi, il Primo
Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba ha enunciato:
«Ringraziamo la presenza di tutti in questo Vertice delle nostre nazioni
del Sud, e invitiamo a riflettere insieme di fronte agli importanti processi di questa COP». Il mandatario ha segnalato la necessità di
«organizzare azioni».
Poi il Capo di Stato ha detto: «Cuba assegna la maggior importanza
a questo proposito, e lo facciamo da molti anni. Nel suo messaggio come presidente cubano alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente
e lo Sviluppo, nel 1992 il Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, leader storico della Rivoluzione cubana, definì molto chiramente la relazione ambiente-sviluppo».
Il Presidente Díaz-Canel Bermúdez a questo punto ha citato testualmente un’idea di Fidel espressa nel 1992: «Nel mondo sotto sviluppato, sono lo stesso sottosviluppo e la povertà i fattori principali che moltiplicano la pressione che s’esercita sull’ambiente naturale».
Il leader storico della Rivoluzione cubana quel giorno disse anche – e Díaz-Canel lo ha ricordato così: «Nel mondo sviluppato, i modelli di vita che stimolano il consumo irrazionale e propiziano lo spreco e la distruzione di risorse non rinnovabili, moltiplicano su scala senza precedenti, inimmaginabili prima, i danni e le tensione a cui si vede sottoposto l’ambiente fisico locale e globale».
Il Presidente cubano, a proposito delle riflessioni del Comandante in Capo, ha detto nel suo discorso di sabato: «Più di tre decenni dopo, questa relazione doppiamente lesiva all’ambiente, si è approfondita in forma drammatica nei due sensi.
La breccia che separa il Nord irrazionalmente opulento e il Sud sempre più povero, si amplia con elevato costi umani, mentre si dilapidano le risorse che la natura pone a nostra disposizione».
Foto: Vertice dei Leaders del Gruppo dei 77 più Cina. Foto: Alejandro Azcuy
La verità sul pericolo attuale
«In questa 28ª Conferenza, si deve concludere il Primo Bilancio Globale sul’implementazione dell’Accordo di Parigi.
Sarà in un contesto de crisi multidimensionale, nel quale le aspettative create attorno all’adozione di questo storico Accordo, non sono state compiute», ha detto il Presidente Díaz-Canel Bermúdez, che ha poi allertato:
«La scienza ha confermato la necessità di tagli maggiori nelle
emissioni globali, e lo scarso tempo che resta per evitare che
l’incremento della temperatura globale ecceda di 1.5 grados, e anche
due, 2 gradi Celsius».
«Parallelamente, persiste la tendenza dei paesi sviluppati a trasferire alle nazioni in via di sviluppo il peso dei loro obblighi in materia di mitigazione, senza rinunciare al loro irrazionale modello di produzione e consumo.
Non contribuiscono nemmeno con i mezzi d’implementazione adeguati,
conforme agli impegni contratti con la Convenzione e i suoi strumenti connessi, senza rispettare sistematicamente il regime giuridico internazionale sul cambio climatico».
Il mandatario a proposito di questo ha sostenuto che «tutto questo pone
importanti impegni per i processi dei negoziati della Conferenza.
La COP 28 tuttavia può e deve portarci a un Bilancio Globale, realista e
applicabile, in corrispondenza con le differenti circostanze e mete
di sviluppo nazionali».
«Ottenere senza dilazioni una cornice per l’obiettivo globale d’adattamento e risolvere lo storico reclamo di rendere operativo il Fondo, nonostante le perdite e i danni, potrebbero essere risultati effettivi di questa Conferenza».
Al finale del suo intervento il Capo di Stato ha detto ai presenti: «In momenti nei quali si parla di una transizione giusta, noi nazioni in via di sviluppo non possiamo permettere che il concetto progredisca in
solitario, senza considerare i fattori che garantiscono la sua consecuzione, attendendo le responsabilità comuni ma differenziate, l’equità e le rispettive capacità».
«Nell’elemento centrale per far sì che questo si ottenga senza che davvero nessuno resti indietro, si trovano le provvigioni dei mezzi d’implementazione adeguati, includendo il finanziamento che oggi è evidentemente insufficiente».
«Non si può obbligare il Sud –ha sottolineato-, a scegliere tra sviluppo e azione climatica. I due fattori sono indissolubilmente legati. È nostra responsabilità far valere la voce dei nostri popoli e difendere i loro legittimi interessi e aspirazioni».
«Desideriamo che questo Vertice dei Leaders del Gruppo dei 77 più Cina sia il motore d’avviamento per questo impegno», ha esclamato il Presidente cubano. (GM/Granma Int.)