OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE
Palestina.Le immagini delle donne e dei bambini vittime del genocidio sono riuscite a spezzare il cerchio della comunicazione e sono giunte al cuore della gente. Foto: Agencia Anadolu . 

Era ottobre, commenteranno le cronache, e diranno che le principali città del mondo si svegliarono coperte di bandiere israeliane; che gli schermi nei viali presentavano immagini di bambini israeliani «sequestrati».Le televisioni non resteranno dietro nella valanga d’immagini dantesche sugli avvenimenti in Israele e i «crimini» di Hamas.
I grandi media racconteranno così al mondo quello che e accaduto in questa zona dal 7 ottobre.
Non ci sarà una sola parola sulle cause del conflitto, che dura circa 75 anni, nè un’immagine dei bambini  palestinesi assassinati nei bombardamenti indiscriminati sulla Striscia di Gaza; nulla sul martirio di un popolo condannato allo sterminio, niente sugli abusi degli occupanti israeliani.
Chi solleva tante ondate di animosità? Come si ottiene che le persone applaudano i torturatori e condannino le vittime?
Difendere la Palestina significa essere accusato, d’immediato  d’anti semitismo e terrorismo.
Dobbiamo considerare che l’odio è uno strumento politico utilizzato dai poderosi per dominare, è terreno di cultura per la persecuzione e il genocidio e il popolo ebreo lo ha sofferto durante secoli questo odio, seminato con abilità nell’inconscio della popolazione tedesca ed ha provocato l’olocausto nel XX secolo.
Carlos Thiebaut, nel suo saggio intitolato /Un odio che ci accompagnerà sempre/ sostiene: «L’odio è un’emozione che può essre manipolata – soprattutto dai demagoghi - ed ha avuto storicamente un grande potere di mobilitazione».
I nazionalisti socialisti tedeschi necessitavano un nemico e anche il sionismo lo necessitava. Tutti e due dovevano mobilitare i loro popoli contro un obiettivo determinato, che giustificasse l’uso della forza, lo spoglio dei popoli vicini.
Nulla è meglio dell’odio per ottenerlo.
Viviamo in un mondo nel quale la libertà agonizza perchè scompare la verità. Siamo stati testimoni delle azioni dei media di disinformazione di massa, perfettamente allineati con la narrativa del boia, o sarebbe meglio dei carnefici, perché non dobbiamo lasciare solo Israele nel banco degli accusati.
In queste condizioni l’odio diventa una cosa quotidiana che sembra naturale. La rabbia ingiustificata sfila e maledice, assassina con impunità di fronte agli sguardi atterriti di pochi.
Tutto vale, le istituzioni create per equilibrare i destini del mondo tacciono e si comportano con irresponsabile timidezza.
Ma coloro che mantengono un silenzio complice devono sapere che non fare niente per difendere le vittime del genocidio li trasforma in bersagli degli assassini, che poi verranno per loro.
L’odio non è un sentimento naturale, nè la verità si può nascondere per molto tempo Persone umili, intellettuali, lavoratori, politici onesti, alzano le loro voci   per fermare il nuovo olocausto.
Le immagini dei bambini, delle donne immolate al Moloch dell’ambizione, sono riuscite a rompere l’assedio comunicazionale e sono giunte al cuore della gente.
I nonni racconteranno ai loro nipoti come il popolo palestinese ha reso realtà i suoi sogni. Abbiamo fede che l’amore mobilita più dell’odio, è più
profondo negli esseri umani  e presto o tardi rinverdisce e s’impone. (GM/Granma Int.)