
In un breve discorso, il funzionario degli Stati Uniti ha espresso nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ieri mercoledì 23, quando si dibatteva la risoluzione di Cuba sulla necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario del suo paese verso l’Isola, la cinica opinione che il blocco è una politica che «favorisce il popolo cubano».
Ha anche fatto commenti sul «gruppo di misure» prese dalla sua amministrazione per «contribuire» al commercio con un’attualizzazione delle esportazioni a Cuba. Non ha fatto alcuna allusione alla persecuzione finanziaria contro l’Isola, i cui danni maggiori si apprezzano nelle entrate che non si percepiscono più per esportazione di beni e servizi, con un valore di 2 mila 475 milioni 700 mila dollari. Il turismo continua ad essere il più colpito, con un accumulo del 72.6 % del totale. Questo equivale a mille 798 milioni di dollari.

Inoltre non ha fatto riferimento all’impossibilità di realizzare esportazioni verso gli USA, ragione per cui si riportano danni nel settore agricolo cubano che toccano i 184 milioni di dollari.
Non ha parlato della proibizione di utilizzare il dollaro degli USA nel periodo, e questo ha generato danni al commercio estero cubano per un valore di 92 milioni 883 mila 153 dollari sino a maggio del 2020.
Non ha accennato alle conseguenze negative per il concetto di utilizzo di intermediari commerciali e il conseguente aumento dei prezzi delle merci; e nemmeno del costo gonfiato per i noleggi e le assicurazioni che si devono pagare per la re ubicazione geografica del commercio verso regioni più lontane, causa per cui Cuba ha sofferto perdite nell’ordine di 85 milioni 108 mila 797 dollari tra il 2019 e il 2020, e questo rappresenta un incremento del 17.9 % rispetto al periodo precedente.
Il diplomático statunitense, questo sì, si è riferito ipocritamente al fatto che.
«I diritti umani continuano ad essere una priorità per il governo statunitense» che cerca di dare potere al popolo cubano perchè segua con il suo futuro.
Non ha dimenticato di ratificare che gli USA stanno «con tutti quelli che difendono la libertà di Cuba, e per questo ha ribadito la posizione del suo Governo di votare contro la Risoluzione presentata da Cuba nell’Assemblea Generale.
Con una votazione tanto schiacciante come in altre occasioni storiche, alla fine la Risoluzione di Cuba contro il blocco è stata approvata con 184 voti a favore, 2 contrari e 3 astensioni.
Il documento proposto, intitolato «Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba» è stato approvato per consenso.