OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE
Fidel abbraccia Carlos Alberto Cremata, figlio di una delle vittime dell’azione terrorista che fece esplodere un aereo in volo sopra le coste di Barbados, uccidendo 73 persone . Foto: Cortesía de Carlos Alberto Cremata

L’11  settembre del 2001 una notizia accaparrò i titoli dei media di comunicazione  del mondo : «Attaccati gli Stati Uniti». Le immagini delle  Torri Gemelle di Nuova York avvolte da una nube di fumo e di polvere sono diventate il simbolo di «una nuova epoca».
Più di 3000 persone furono sacrificate nel World Trade Center, icona delle finanze e degli affari.   
Il fatto, disgraziatamente, servì ai falchi della guerra per sfoderare le loro sciabole e seminare la paura e la morte «nei più oscuri angoli del mondo».
Come disse l’allora direttore della CIA, il generale  David Petraeus: «La lotta contro il terrore durerà generazioni».
Gli stessi che per anni avevano patrocinato il terrorismo come politica di Stato nello scontro con i paesi progressisti, i movimenti e i leaders di sinistra nel mondo, si autoproclamarono in quel nono mese del 2001 «sbandieratori» della lotta contro questo flagello dell’umanità.
Questo mese però ha la sua storia e i cubani vittime di questa politica del Governo yanquee ricordiamo altri settembre e altri crimini.
Un 11 settembre del 1980, Félix García Rodríguez, diplomatico della Missione  Cubana presso la ONU negli Stati Uniti , transitava nella sua auto nelle strade di Nuova York. Andava ad un incontro con alcuni amici a  Queens quando, mentre era fermo a un semaforo  rosso, fu colpito da vari proiettili di pistola Mac-10 con silenziatore. Il crimine fu attribuito all’organizzazione contro rivoluzionaria Omega-7.
Quel giorno Félix aveva ricordato con vari compagni cileni, la resistenza del presidente Salvador Allende  nel colpo di Stato perpetrato da Augusto Pinochet.
L’attacco, eseguito l’11 settembre di sette anni prima dell’assassinio del diplomatico cubano, era stato preparato e realizzato da militari e politici congiurato comandati dalla CIA come parte della strategia del terrorismo di Stato de Governo degli USA contro l’America Latina.
Sempre in settembre, ma nel 1997, un giovane turista italiano, Fabio di Celmo, morì per l’esplosione di una bomba che Luis Posada Carriles aveva ordinato di mettere nell’Hotel Copacabana, en La Habana.
Come risultato di 681 azioni di terrorismo contro Cuba, provate e documentate, sono morti 3478 cubani, donne, uomini e bambini.
Altri 2099 sono rimasti invalidi.
Il nostro paese ha tutta la morale del mondo per denunciare il Governo degli USA come responsabile di queste azioni.  
Le raffiche sparate contro l’ambasciata dell’Isola a Washington lo scorso 30 aprile e il silenzio successivo non sono altro che la conferma della vigenza di questa politica che sembra non avere fine.
È una prova dell’ipocrisia cronica di coloro che si sono autonominati nel 2001 nemici giurati del terrorismo. ( GM – Granma Int.)