
Il Presidente della Repubblica del Nicaragua, Daniel Ortega Saavedra, ha condannato il recente attacco al Consolato del Venezuela in Colombia.
Il mandatario nicaraguense ha trasmesso tutta la solidarietà al residente Miguel Díaz-Canel e al popolo cubano,«un popolo che per più di 60 anni ha resistito a numerosissime aggressioni e sopporta un ingiusto blocco imposto dagli Stati Uniti. Poi ha fatto i suoi auguri al Canale Telesur per il suo 15º anniversario.
Ha espresso la sua solidarietà con la Patria di Bolívar, definita oggi «una minaccia non abituale e straordinaria per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti», come si legge nel decreto emesso dal Governo dell’allora presidente Barack Obama contro la nazione sudamericana.
Daniel Ortega ha condannato l’ingerenza storica imperialista sui popoli di Nuestra America e soprattutto la Dottrina Monroe, sintetizzata nella frase “L’America per gli americani”.
I paesi imperialisti sono i padri del colonialismo, del terrorismo e della violazione dei diritti umani dei nostri popoli. In questa condizione l’America Latina e i Caribi hanno combattuto e sferrato mille battaglie con popoli che non sono disposti a sottomettersi nemmeno se torturati, schiavizzati e assassinati, ha sostenuto.
Poi ha segnalato la prodezza realizzata per costruire l’unità regionale: la vigenza delle idee di Simón Bolívar, José Martí, Miguel Hidalgo, Augusto César Sandino, l’ esempio della Rivoluzione Cubana e di leaders como Fidel Castro e Hugo Chávez.
Ha risaltato la solidarietà di Cuba con i popoli del mondo.
«Al di là delle differenze ideologiche, Cuba andò con le sue brigate mediche in Ncaragua quando avvenne il terremoto nel 1972, ha ricordato, riferendosi al gesto dell’Isola delle Antille di fronte a quel terremoto che provocò un’enorme distruzione e circa 5.000 morti nel paese centro americano, precisando che non esistevano relazioni di sorta con il Governo somozista.
Di fronte a quel disastro naturale, Cuba inviò una brigata formata da 48 compagni con 10 tonnellate di differenti materiali.
Il Presidente nicaraguense ha indicato i trionfi elettorali del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN) per «governare dal basso», e le conquiste ottenute dalla Rivoluzione Sandinista a beneficio dei più umili.
Rispetto al Forum di São Paulo, Ortega Saavedra ha considerato che «cominciamo a reincontrare le forze politiche che erano vincolate alla solidarietà con la Rivoluzione Cubana e la Rivoluzione Sandinista (…)
Grazie a questa iniziativa di Fidel e di Lula d’organizzare il Forum di São Paulo è stato possibile rendere realtà il sogno più grande di Bolívar, come lo chiamò Sandino».
Poi ha denunciato le pressioni e le misure coercitive unilaterali degli Stati Uniti contro Cuba, Venezuela e Nicaragua, e ha valutato gli sforzi d’integrazione regionale con organizzazioni come la Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici (Celac) e l’Alternativa Bolivariana per i Popoli di Nuestra America - Trattato di Commercio dei Popoli (ALBA-TCP).
Il Forum, che in questa occasione si realizza in maniera virtuale, è sempre lo strumento fondamentale per consolidare l’unità dei partiti popolari, progressisti e di sinistra in America Latina e nei Caraibi.
Per iniziativa di Fidel Castro e Luiz Inácio Lula da Silva, 30 anni fa, partendo dalla convocazione del Partito dei Lavoratori del Brasile, in un ambiente avverso per la sinistra in tutto il mondo, si realizzò a Sao Paulo, dal 2 al 4 luglio de 1990, l’incontro dei partiti e dei movimenti politici dell’America Latina e dei Caraibi, battezzato l’anno dopo come Forum di Sao Paulo. (GM – Granma Int.)