Una dichiarazione della zona regionale del gruppo andino-amazzonico del Forum di Sao Paulo ha elogiato il lavoro delle brigate mediche cubane nello scontro alla pandemia mondiale della COVID-19 e ha condannato il blocco imposto a Cuba.
«Denunciamo che l’imperialismo yankee non interrompe la sua lotta per ricolonizzare l’America Latina e i Caraiabi utilizzando unità della marina da guerra (NAMRU 6) in Perù con il pretesto di investigazioni scientifiche, rafforzando il blocco a Cuba, imponendo sanzioni finanziarie al Nicaragua, e approfondisce l’aggressione diplomática ed economica contro il Venezuela, sommando i tentativi falliti dell’intervento militare », precisa il documento.
Inoltre descrive il disastro sociale ed economico generato da questa malattia, dovuto alla fragilità dei servizi medici per la disattenzione dei governi e delle misure neoliberali.
«La privatizzazione dei sistemi di salute e la loro mancanza di finanziamenti si riflettono nella mancanza di strumenti e apparati medici, nel basso numero di Unità di Terapia Intensiva, nel personale sanitario che opera, nella maggioranza dei casi, in condizioni precarie».
Ugualmente segnala che le società con sistemi sociali costruiti lontano dal neo liberismo e basati nell’universalità e la prevenzione della salute, come nel caso di Cuba, Nicaragua, Venezuela e Uruguay durante il governo del Fronte Amplio, hanno avuto risultati politivi nello scontro al nuovo coronavirus.
«Risaltiamo il ruolo solidale e umano delle brigate mediche cubane Henry Reeve, e ci sommiamo all’iniziativa che si assegni loro il Premio Nobel della Pace», precisa la dichiarazione e segnala anche che l’isolamento sociale come misura sanitaria può contenere contagi, se si è trasformato in un rapido incremento di disoccupazione con la corrispondente riduzione o perdita delle entrate dei lavoratori formali e informali.
Tutto questo problema sociale minaccia di trasformarsi in carestia, aumento della povertà e disuguaglianza per le famiglie vulnerabili della regione.
A questo si somma un trasferimento di massa delle risorse finanziarie e materiali del settore pubblico verso il privato.
«Per affrontare la pandemia è urgente che tutti i Governi dell’America del sud mantengano canali di comunicazione, soprattutto tra i ministeri di Salute, con il fine di coordinare gli sforzi umani, scientifici, d’organizzazione e delle risorse, dato che la lotta contro la COVID -19 si deve realizzare in un ambito internazionale», precisa il testo del Forum di Sao Paulo, che quest’anno compie 30 anni , creato dal leader della Rivoluzione Fidel Castro dell’ex presidente Luis Inacio Lula Da Silva.
Segnala anche che l’unità delle masse popolari si riattiva in tutti i paesi contro la disoccupazione, la mancanza d’appoggio dei governi ai lavoratori, con le micro, piccole e medie imprese e i contadini.
Inoltre convoca i settori sociali e politici a coordinare azioni di fronte all’intenzione di scaricare sui popoli i costi della crisi.
Critica il governo della Colombia che sta smantellando gli accordi di pace e appoggia uno scontro di guerra contro il Venezuela.
Solidarizza con il popolo degli USA e le comunità afro discendenti, vittime dell’oppressione razzista; protesta por gli attacchi giudiziari a leaders como Rafael Correa e denuncia la persecuzione e la paura provocati nei movimenti e le organizzazioni della Bolivia.
Il documento è firmato da vari partiti politici e da altri attori della società civile latinoamericana con la data del 27 giugno del 2020,in Bogotà, Colombia.





