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Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Mark Esper. Foto: El Clarin

Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Mark Esper, si è distanziato dal presidente Donald Trump  opponendosi all’uso delle forze militari in servizio attivo per affrontare i manifestanti  che protestano contro l’ingiustizia razziale e la brutalità della polizia in tutto il paese.

«Dico questo non solo come segretario alla Difesa, ma anche come ex soldato e come ex membro della Guardia Nazionale.

L’opzione d’utilizzare forze in servizio attivo in un ruolo d’applicazione della legge si deve utilizzare solo come ultima risorsa e unicamente nelle situazioni più urgenti e gravi. Noi per ora  non ci troviamo in nessuna di queste situazioni», ha detto il capo del Pentágono.

La dichiarazione di Esper lo pone in conflitto con Trump, che il 1º giugno ha annunciato che potrebbe invocare la Legge d’Insurrezione del 1807 per reprimere le proteste per l’assassinio di George Floyd, avvenuto il 25 maggio, commess da un poliziotto bianco nella città di Minneapolis.

««Non appoggio l’invocazione della Legge d’Insurrezione», ha dichiarato il Segretario alla Difesa, Mark Esper. La legge di 213 anni fa autorizza il presidente a spiegare unilateralmente le forze armate.

Trump aveva affermato che avrebbe inviato «migliaia e migliaia di soldati fortemente armati, personale militare e agenti dell’ordine» a ristabilire l’ordine se i funzionari statali e locali non lo facevano.

La polizia ha usato gas lacrimogeni, granate per stordire e pallottole di gomma contro le manifestazioni, in maggioranza pacifiche, per svuotare le strade per il presidente e la sua comitiva.

I media statunitensi hanno informato che ora che gli scontri a Washington D.C, tra i manifestanti e la polizia sembrano  diminuiti, i soldati in servizio attivo nella capitale del paese hanno cominciato a ritornare alle basi delle operazioni. (Telesur/ GM – Granma Int.)