
Le borse degli Stati Uniti hanno chiuso il 12 marzo con una drastica caduta tra il 9% e l’11% nonostante le importanti misure di stimolo annunciate dalla Riserva Federale, ha informato Russia Today.
All’ora della chiusura delle borse, le 16:00 (ora locale), l’indice Dow Jones è caduto quasi del 10 % (2 353 puntos).
Uno scenario tanto negativo era stato osservato più di 30 anni fa durante il «Lunedì nero», nel 1987.
Continuando la sua tendenza al ribasso, l’indice s&p 500 ha registrato una discesa del 9,51 % ed è restato in 2 480,64 puntos. Il Nasdaq Composite, è sceso a 9,43 % (sino a 7 201,80 punti).
Le quotazioni a Wall Street sono state immediatamente sospese dato ch egli indici principali sono caduti più del 7 %, e questo supera il limite giornaliero.
Il panorama non è cambiato quando sono stati riannodati i negoziati e gli indici hanno continuato a cedere.
Queste situazioni sono catalogate dagli economisti come «bloodbath» o, in italiano, «bagno di sangue» delle azioni.
La sospensione delle operazioni di giovedì 12 a Wall Street è stata la seconda realizzata nella settimana. Le quote si sono fermate brevemente lunedì 9, dopo che il Dow Jones era caduto a quasi 1 900 punti.
L’indice della borsa Dow Jones riflette il comportamento del prezzo delle azioni delle 30 compagnie industriali più importanti e rappresentative degli Stati Unit e indica anche i valori delle 15 più forti corporazioni dei mercati come il gas o l’energia elettrica e include, anche, le 20 imprese più grandi di trasporto e distribuzione.
L’indice s&p 500 (Standard & Poor's 500 Index) è considerato il più rappresentativo della situazione reale del mercato, e si basa nella capitalizzazione nelle borse di 500 grandi imprese che possiedono azioni che quotizzano nelle borse Nyse o Nasdaq e cattura approssimatamente l’80 % del mercato negli USA.( GM – Granma Int.)