
Dopo la denuncia di un presunto processo di colpo di Stato in Bolivia, realizzata dal presidente Evo Morales, varie personalità politiche, intellettuali e movimenti sociali hanno espresso il loro appoggio al Governo e alla democrazia, ha informato Telesur.
Con un messaggio nella rete sociale Twitter, il Presidente della Repubblica di Cuba, Miguel Díaz-Canel ha denunciato energicamente il colpo traditore che ha messo in marcia un colpo di Stato contro il Presidente legittimo della Bolivia, Evo Morales.
Il Presidente della fraterna Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro Moros, ha formulato in nome del suo paese una denuncia di fronte al mondo per il tentativo di colpo di Stato in marcia contro Evo, esprimendo «tutta la solidarietà e l’appoggio al nostro Capo Indiano del Sud».
Il Presidente dell’ Argentina, Alberto Fernández, recentemente eletto, ha mostrato il suo «totale appoggio al presidente Evo Morales di fronte a questo tentativo d’interrompere l’ordine costituzionale in Bolivia».
In un comunicato ufficiale, i paesi dell’ALBA-TCP hanno espresso il loro appoggio al Governo e alle istituzioni boliviane, ed hanno accompagnato la denuncia del tentativo di Colpo di Stato in processo.
L’ex segretario generale di Unasur, Ernesto Samper ha invitato il popolo bolivano a non partecipare alle azioni violente contro il presidente Morales.
L’attivista in difesa dei diritti umani in Colombia , Piedad Córdoba, ha partecipato al reclamo internazionale ed ha avvisato che il presunto colpo di Stato in Bolivia è sostenuto dall’estrema destra.
L’ex candidato presidenziale del Cile, Marco Enríquez, ha espresso la sua condanna del processo di destabilizzazione, sostenendo che «un Colpo di Stato a Evo Morales è un colpo alla democrazia».
Con un comunicato, la Rete in Difesa dell’Umanità, capitolo Argentina, condanna le manovre golpiste dell’opposicione e le minacce reiterate verso la figura presidenziale, orientate a produrre una rottura dell’ordine democratico e profonda una polarizzazione nella società boliviana.
EVO MORALES HA CONVOCATO A UN DIALOGO URGENTE PER PACIFICARE LA BOLIVIA
Morales ha convocato, sabato 9, i quattro partiti che hanno ottenuto parlamentari nelle elezioni de 20 ottobre , a un dialogo immediato per pacificare il paese, di fronte al tentativo di un colpo di Stato, che è in marcia.
Sono convocati a questo tavolo di dialogo nazionale anche tutti i settori del paese, con il fine di giungere ad un accordo per difendere la pace e la democrazia della nazione di fronte alle manovre golpiste promosse dai settori violenti della destra.
«Dobbiamo proteggere la vita e nè la polizia, nè l’esercito si macchieranno con il sangue dei fratelli boliviani e per questo convoco immediatamente un dialogo con i settori dell’opposizione», ha indicato .
«Per preservare la vita della Bolivia e la democrazia, convoco a un dialogo i partiti che hanno ottenuto parlamentari nelle ultime elezioni. Convoco a un’ agenda aperta. Convoco a una riunione di dialogo in maniera urgente, immediata, partendo da questa conferenza», ha precisato il dignatario.
«È in marcia un colpo di Stato voluto da gruppi violenti, antidemocratici, un colpo contro il popolo umile, gli indigeni, i movimenti sociali, e chiedo la mobilitazione di tutti, una mobilitazione pacifica per difendere la democrazia», ha indicato Morales in una conferenza stampa.
«Convoco i quattro partiti che hanno ottenuto parlamentari a riunirsi e dibattere per pacificare la Bolivia. Un dialogo per preservare la vita dei nostri fratelli e delle nostre sorelle. Speriamo di trovare più tardi o nella notte soluzioni pacifiche con il dialogo», ha precisato il Capo dello Stato.
I partiti rappresentati nell’Assemblea Legislativa Plurinazionale, in accordo con i risultati delle ultime votazioni generali, sono il Movimento Al Socialismo (MAS), Comunidad Ciudadana (CC) di Carlos Mesa, Bolivia Dice No (BDN) di Oscar Ortiz e il Partito Democrata Cristiano (PDC) di Chi Hyun Chung.
Il 20 ottobre, la domenica delle elezioni in Bolivia, quasi al termine della giornata di votazioni, l’oppositore Carlos Mesa aveva parlato alla stampa e con risultati preliminari non ufficiali al 83% del conteggio dei voti, aveva assicurato che ci sarebbe stata una seconda tornata.
Quando il Tribunale Supremo Elettorale (TSE) ha poi diffuso gradualmente i risultati del conteggio ufficiale che davano la vittoria a Morales nella prima tornata, Mesa ha chiamato la popolazione a mobilitarsi in un tentativo per disconoscere la legittimità dell’Organo Elettorale.
Questa dichiarazione è sfociata in un’ondata di marce violente in diverse regioni del paese ed è terminata con l’incendio di istituzioni pubbliche, e di enti elettorali oltre che altri fatti di taglio razzista.
Di fronte al richiamo di non riconoscere i risultati elettorali, i gruppi di choc hanno generato convulsioni nel paese con scontri tra boliviani, preparando uno scenario per l’esecuzione di un colpo di Stato.
Di fronte a questa aggressione violenta, Morales ha detto che si devono evitare il lutto e il sangue e fare tutti gli sforzi per preservare la vita e la democrazia, per cui ha insistito sull’installazione del tavolo di dialogo «in maniera urgente e immediata».
«Speriamo che ci ascoltino i partiti che hanno parlamentari», ha aggiunto nella cornice del richiamo di pacificazione del paese. (Telesur/ GM – Granma Int.)