
Soldati venezuelani disertori della Forza Armata Nazionale Bolivariana, hanno denunciato l’abbandono della Colombia e dei dirigenti dell’opposizione venezuelana dopo i tentativi destabilizzatori dello scorso 23 febbraio. Hanno informato che è stato concesso loro un periodo di 4 giorni per ritirarsi dal luogo in cui s’incontrano. Nonostante il sostegno dato al deputato oppositore Juan Guaidó, non sono stati ricevuti né appoggiati da lui.
Un gruppo di militari disertori venezuelani fuggiti in Colombia lo scorso 23 febbraio, hanno denunciato sabato 16 marzo l’abbandono da parte delle autorità colombiane e dell’ Alto Incaricato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, (ACNUR), che ha dato loro un periodo massimo di 4 giorni per ritirarsi dal rifugio dove vivono nella zona di frontiera.
«Siamo alla deriva, nessuno ci appoggia. Vogliamo che Juan Guaidó abbia il coraggio di mostrarci la faccia", ha detto l’ex secondo sergente dell’Esercito venezuelano, Luis González Hernández, che ha fatto da portavoce del gruppo.
González Hernández denuncia che è stato reclamato un pronto abbandono del rifugio preparato dalle autorità colombiane nel municipio Villa del Rosario, della città di frontiera di Cúcuta.
In cambio, hanno offerto loro 350.000 pesos colombiani, un materassino e un lenzuolo per ognuno, ha detto.
«La maggioranza di noi non ha familiari in Colombia. Eravamo il sostento della casa, delle nostre famiglie in Venezuala e oggi stiamo qui senza generare nulla» si è lamentato l’ex militare.
Nelle settimane precedenti il 23 febbraio, data fissata dalla destra venezuelana per l’ingresso del presunto “aiuto umanitario”, il deputato Juan Guaidó e vari portavoce del Governo degli Stati Uniti hanno convinto diversi membri della Forza Armata Nazionale Bolivariana (FANB) a disconoscere i loro comandanti naturali e a disertare verso la Colombia. (GM – Granma Int.)