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Nell’ingiusta reclusione a cui è sottoposto l’ex  presidente brasiliano Luiz Inácio Lula Da Silva, un’altra triste notizia è giunta al leader operaio: Arthur Araújo, il suo nipotino di sette anni, è morto il 1º marzo per una meningite, come hanno confermato  le fonti dell’Istituto Lula, riportate da Télam.
Questo è il secondo lutto familiare patito dal proposto premio Nobel per la Pace in poco più di un mese. Nel gennaio scorso è morto uno dei suoi fratelli e il potere giudiziario gli ha negato di partecipare al funerale.
La Giustizia lo aveva solo autorizzato a una riunione familiare, quando gia ìl corpo di  Genival Inácio da Silva era stato sepolto.
La presidente del PT, Gleisi Hoffmann, ha lamentato in una rete sociale la morte del nipotino di Lula, assicurando che «avrebbero fatto tutto il possibile perche lo potesse vedere ».
La difesa dell’ex presidente, secondo le fonti dell’Istituto, ha detto a EFE, che stava lavorando ad un ricorso  per questo.
Personalità come il Premio Nobel della Paz, Adolfo Pérez Esquivel, hanno espresso dichiarazioni di solidarietà con il combattente brasiliano.
«Spero che il Gobverno del Brasile permetta a Lula di partecipare ai funerali del suo nipoltino», ha dichiarato in esclusiva a Prensa Latina.
« Reclamiamo dal Governo del Brasile umanità, senso  comune e responsabilità con Lula e con il popolo», ha aggiunto.
La famiglia aveva stabilito di realizzare il funerale nel pomeriggio di sabato 2, per dare tempo a Lula di raggiungere Sao Paulo, se la Giustizia lo autorizzava.
Alla chiusura di questo giornale, si è saputo che la giudice Carolina Lebbos ha autorizzato l’ex presidente a uscire dalla prigione nella sede della Polizia Federale (PF) a Curitiba, capitale del meridionale stato di Paraná, per essere presente al funerale del nipotino.
 Lula ha viaggiato in un aereo ceduto dal  Governo di Paraná. ( GM – Granma Int.)