
Luis Guillermo Solís ha risaltato l’importanza della Protesta di Baraguá per la libertà di Cuba ed ha segnalato gli stretti vincoli d’amicizia che legano i due paesi.
«La Protesta de Baraguá è un’azione che si negò con fermezza di rompere per la comodità di una tregua che avrebbe solamente portato più mali, senza risolvere il problema di base della libertà di Cuba», ha segnalato Solis.
Il mandatario costaricense e l’ambasciatore di Cuba in Costa Rica, Danilo Sánchez, hanno posto corone di fiori a nome dei rispettivi paesi davanti al busto di Antonio Maceo, protagonista di quelle gesta eroiche, nel Parco Centrale della Mansion di Nicoya, località fondata dal Titano di Bronzo e da altre 100 famiglie cubane.
«Maceo y un gruppo di combattenti decisero di continuare a lottare per l’indipendenza di Cuba sapendo quello che significava», ha indicato Solís.
«Per questo vorrei ricordare l’Inno di Cuba, quando dice che “in catene vivere è vivere sottomessi nell’affronto e l’obbrobrio”. Questo è lo spirito di Baraguà perchè pur vivendo senza guerra si vivrebbe senza la libertà. E l’essenza di quella lotta patriottica straordinaria era precisamente la libertà», ha segnalato ancora.
Il presidente ha indicato che: «Per il Governo della Costa Rica questa è un’occasione per inviare un fraterno saluto al popolo e al governo di Cuba e per ricordare l’amicizia che ci lega, che è fondata nel sangue condiviso in questa comunità di La Mansión. Una comunità che sa d’essere erede dei valori che hanno ispirato i fondatori cubani in questa terra e che si sa obbligata a ricordarli con affetto e con rispetto, pe chè rappresentano una parte molto importante di loro stessi», ha sottolineato.
Poi ha ringraziato gli abitanti di La Mansión per ricordare permanentemente le gesta di Maceo: «Che fanno sempre più grande la Costa Rica, che ha un popolo grato, un popolo che ricorda con gratitudine coloro che lo hanno difeso, i nostri patrioti e anche coloro che in America hanno reso possibile l’espansione della libertà e l’indipendenza, e li dobbiamo seguire come fari che illuminano il cammino della nostra storia», ha esaltato.
L’ambasciatore cubano ha salutato i discendenti di quei cubani che alla fine del XIX secolo vennero a vivere in questa terra e nelle cui vene scorre sangue cubano.
Poi ha risaltato quel 15 marzo del 1878, quando Maceo e un gruppo di combattenti si opposero fermamente al Patto del Zanjón, che se da un lato poneva fine alla guerra, lo faceva senza ammettere l’indipendenza e senza l’abolizione della schiavitù.
Poi ha ringraziato che il popolo e il governo di allora ricevettero Maceo e le 100 famiglie cubane nel 1891 e permisero di creare una colonia agricola.
La Mansión, da dove partirono Maceo e un gruppo di combattenti nell’aprile del 1895 per reinizare la lotta per l’indipendenza di Cuba.
«Per questo siamo molto grati alla Costa Rica, per questo sforzo che si è mantenuto negli anni e ringraziamo il presidente Luis Guillermo Solís che nel dicembre del 2015 ha realizzato una visita ufficiale in Cuba .
Durante quella visita gli è stato regalato un quadro con Maceo che lui ha posto nella Casa Presidenziale con gli altri patrioti della Costa Rica.
Lo ringraziamo anche per il gesto che ha avuto per rinforzare le relazioni di amicizia e cooperazione tra i nostri paesi.»
Dopo aver confermato che questa manifestazione contribuisce a rinforzare l’amicizia e la cooperazione tra i nostri popoli, Sánchez ha anticipato l’idea di realizzare nel maggio prossimo il percorso per La Rotta di Martí (José, l’Eroe Nazionale cubano) e Maceo.
L’iniziativa vuole ricreare i sentieri percorsi dai cubani che giunsero in questo paese dal porto di Limón e si trasferirono nelle più varie forme sino a La Mansión, passando per Cartago, San José, Orotina e Puntarenas, tra i vari luoghi.( GM – Granma Int.)