
Sono tredici le donne elette per occupare un seggio nei Consigli Municipali dell’Arabia Saudita nelle prime elezioni nelle quale le donne hanno potuto partecipare come votanti e come candidate.
Le aspiranti hanno vinto in otto province, in accordo con i risultati presentati dalle commissioni elettorali di ogni regione e pubblicati nei media ufficiali.
Il Ministero dei Temi Municipali e Rurali deve ancora annunciare i dati definitivi e i nomi dei 2106 candidati eletti per formare i Consigli municipali.
Nella regione di Riad sono state elette tre donne, mentre in quelle di Yeda, Al Ahsá, e Al Quseim ne sono state elette quattro e altre quattro si siederanno nei Consigli Municipali di La Meca, Al Yauf, Tabuk e Yazan.
Nell’ultimo paese del mondo che negava il diritto di voto alle donne e le candidature delle sue cittadine, sabato 11 si sono svolte queste elezioni storiche.
Un totale di 1.486.477 persone erano iscritte come votanti, 130.637 le donne, per eleggere tra 6.440 candidati dei quali solo 900 di sesso femminile.
La campagna per le votazioni non è stata facile per le donne candidate, dato che seguendo la stessa linea politica che vige nel paese basata nella “sharía” o legge islamica, la Commissione Elettorale aveva imposto la segregazione totale dei sessi e proibito che le aspiranti utilizzassero fotografie nella propaganda o pronunciassero discorsi davanti a persone dell’altro sesso.
In Arabia Saudita vige una versione rigorista dell’islam. È uno dei paesi del mondo più ristretti del mondo per le donne, che non possono guidare una macchina e necessitano il permesso di un uomo per lavorare o viaggiare.
La partecipazione delle donne a queste elezioni è diventata un fatto storico nel paese ed è stata possibile grazie ad un decreto del 2011 promulgato dall’allora re Abdalá bin Abdelaziz, morto nel gennaio scorso. ( Traduzione GM - Granma Int.)