OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE

Circa 10 000 guatemaltechi si sono riuniti in una marcia pacifica che ha riempito la Piazza della Costituzione a Città del Guatemala, per esigere la rinuncia del presidente Otto Pérez e della vicepresidentessa Roxana Baldetti per apparenti vincoli con gravo azioni di corruzione.

Davanti al Palazzo Nazionale della Cultura, sede emblematica dell’Esecutivo, i manifestanti hanno cantato l’Inno nazionale e gridato slogan contro le autorità la cui gestione si colluderà in gennaio.

La convocazione non ha contato con la presenza dei partiti politici e questo ha trasformato la manifestazione cittadina in un fatto sorprendente e senza precedenti, dal ritorno della democrazia nel 1986.

Gridando “Che se ne vadano”, “Giustizia”, “Fuori i ladri” e “In prigione”, i guatemaltechi hanno denunciato che il binomio presidenziale ha rubato mille milioni di quetzal (130 milioni di dollari) al paese e che per questo deve rispondere alla giustizia e abbandonare il governo.

Il richiamo alla manifestazione è stato diffuso dopo che la Commissione Internazionale contro l’impunità in Guatemala - Cicig - delle Nazioni Unite, ha disarticolato una struttura criminale dedita al contrabbando e alla frode fiscale, organizzati dall’allora segretario privato della vice presidentessa Baldetti, Juan Carlos Monzón, ricercato dalla giustizia.

Tra gli organizzatori, gli studenti dell’Università Autonoma di San Carlos (USAC) e il Movimento Civico Nazionale (MCN) anche attraverso le reti sociali.

Ci sono state manifestazioni in altre città importanti del paese: a Quetzaltenango, Cobán, Jutiapa e Huehuetenango.

Il presidente Otto Pérez ha difeso la Baldetti venerdì 24, assicurando che l’investigazione della Cicig non la segnalava, ma il partito Movimiento Nueva República (MNR) ha presentato alla Corte Suprema una denuncia contro la vice presidentessa sospettata d’aver commesso i reati di “mancato rispetto del dovere, vantaggio proprio e ostruzione della giustizia”.

Il MNR sostiene che la Baldetti ha avvisato il suo già segretario privato, ricercato.

Lo scandalo avviene pochi giorni prima che il Tribunale Supremo Elettorale (TSE) convochi il 2 maggio le elezioni politiche per il mese di settembre, nel mezzo delle denunce. Il candidato del governo per le prossime elezioni, Alejandro Sinibaldi, ha rinunciato alla sua candidatura, adducendo che la rotta sbagliata che segue il paese lo obbliga ad abbandonare la carriera elettorale.

(info agenzie /Traduzione GM – Granma Int.)