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Pechino è stata di nuovo al centro dello sport mondiale, dopo che nello Stadio Nazionale si è svolta la cerimonia d’apertura dei Giochi Paralimpici d’Inverno che mostrano come s’integrano alla società uomini e donne con alcuni limiti

Ai Giochi, durati sino al 13 marzo, hanno partecipato circa 730 atleti di 50 paesi in sei sports: sci alpino, biatlón, sci di fondo, hockey su ghiaccio, snowboard e curling in sedia a rotelle. Sono state disputate 78 gare con eguaglianza tra femminili e maschili.

Le gare si sono svolte in sei sedi situate in tre zone: il centro di Pechino, Yanqing e Zhangjiakou.

Due di questi parchi - lo Stadio Nazionale Coperto (hockey) e il Centro Acquatico Nazionale (curling)– sono eredità dei Giochi Olimpici e Paralimpici del 2028.

La fiaccola di questi Giochi è apparsa significativa; si chiama “Voladora” e simbolizza “la gloria dei sogni” in una combinazione dei colori argento e dorato.

È fabbricata con fibre di carbonio e si alimenta d’idrogeno e questo coincide con il proposito del Comitato Organizzatore d’organizzare un appuntamento verde e d’alta tecnologia.

Il suo disegno è stato selezionato tra 182 proposte del mondo intero.

Anche se lo sport per le persone con invalidità esiste dall’antichità, il suo sviluppo è avvenuto dopo la seconda Guerra Mondiale per riabilitare soldati e civili feriti.

Il 29 luglio del 1948, coincidendo con la cerimonia inaugurale dei Giochi Olimpici di Londra, il dottor Ludwig Guttmann organizzò la prima competizione con ospedali dell’ambito nazionale per sportivi in sedia a rotelle e la chiamò Giochi di Stoke Mandeville.

Quel campionato che fu un avvenimento nella storia del movimento paralimpico, includeva solo il tiro con l’arco con la partecipazione di 16 soldati e donne con lesioni del midollo. (GM – Granma Int.)