OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE
A 75 anni John Carlos prosegue la lotta contro la discriminazione razziale. Foto: Español.eurosport

Il settantenne ex corridore statunitense John Carlos è uno dei firmatari di una lettera inviata al Comitato Olimpico Internazionale (COI), esigendo che si sopprima la Regla 50 di questo organismo.

«Gli atleti non saranno nuovamente ridotti al silenzio. Ci troviamo di fronte a un crocevia. Il COI e il CPI (Comitato Paralimpico Internazionale) non possono continuare e penalizzare gli sportivi che difendono le proprie convinzioni, soprattutto quando queste convinzioni illustrano gli obiettivi dell’olimpismo, affermano i firmatari della lettera.

La Regola 50 della Carta Olimpica stipula che «nessun tipo di manifestazione o di propaganda politica, religiosa o razziale è autorizzata negli stadi, negli edifici o in altre zone olimpiche».

Gli atleti che contravvengono alla norma si espongono a sanzioni come quelle sofferte dai corridori John Carlos e Tommie Smith, quando nella cerimonia di premiazione dei 200 metri piani nelle Olimpiadi del Messico -1968, tutti e due vincitori delle medaglie di bronzo e d’oro rispettivamente, hanno alzato il pugno in segnale di protesta per la segregazione razziale nel loro paese. Dopo questo gesto sono stati espulsi dalla delegazione.

Il COI ha ratificato nel gennaio di quest’anno che tra le manifestazioni proibite dalla citata Regola ci sono quelle degli sportivi che mettono un ginocchio a terra, come ha fatto Colin Kaepernik nel 2016, giocatore di calcio americano separato dalla Lega Nazionale (NFL).

Questa espressione contro gli abusi razziali, ha preso forza negli stadi statunitensi, e ha motivato irritati commenti di Donald Trump, che ha chiesto espulsione di coloro che seguiranno l’esempio di Kaepernik. All’atleta negro, emarginado dalla NFL da allora, hanno proposto di girare una serie di documentari sulla sua vita.

CONTRO IL RAZZISMO, PERÒ…

Dopo l’assassinio di George Floyd, avvenuto il 25 maggio scorso, Thomas Bach, presidente del COI, ha dichiarato che appoggia la lotta contro il razzismo e la discriminazione, sempre e quando si rispettino i principi dell’organismo che lui dirige.

Bach ha invitato gli atleti a manifestare in maniera degna contro il razzismo ed ha considerato che mettere un ginocchio a terra nel momento d’ascoltare l’Inno nazionale è un símbolo di lotta anti razzista proibito nella Carta Olimpica.

«Abbiamo appoggiato completamente l’iniziativa della commissione degli atleti (del COI) d parlare con gli omologhi di tutto il mondo per esplorare le differenti maniere d’esprimere il loro appoggio ai principi contenuti nella Carta Olimpica in maniera degna», ha dichiarato il 10 giugno in una conferenza stampa telefonica, dopo una riunione della Commissione Esecutiva del COI, effettuata in video conferenza, ha informato PL.

Come s’interpreta l’espressione «manifestare in maniera degna» alla quale allude l’entità dirigente dello sport olimpico?

Evidentemente, questa risposta non ha convinto gli sportivi e gli attivisti negri statunitensi che continuano a esigere la derogazione della Regola 50.

«Il movimento olímpico e paralimpico onora simultaneamente gli atleti come John Carlos e Tommie Smith, mentre proibisce agli sportivi dell’attualità di seguire il proprio cammino», denuncia la lettera inviata al COI dal Consiglio Consultivo degli atleti olimpici e paralimpici.

Se il calcio e il calcio americano, con la pressione sociale attuale dopo l’assassinio di George Floyd, riconosceranno il diritto dei giocatori di questa disciplina di manifestare contro il razzismo negli USA, il Comitato Olimpico Internazionale modificherà la sua posizione? (GM – Granma Int.)