
Le 11 medaglie conquistate dalla delegazione cubana nelle Olimpiadi Speciali di Abu Dhabi sono una prova evidente dello spirito di solidarietà umana ispirato dalla Rivoluzione.
Per la prima volta questi Giochi si sono svolti in una nazione del Medio Oriente, gli Emirati Arabi Uniti, e lì, tra circa 7.000 sportivi di 190 nazioni che hanno gareggiato in 24 discipline, la delegazione di Cuba, composta da soli otto giovani, ha dimostrato che l’essere umano nell’Isola è essenziale.
Se tre medaglie d’oro, cinque d’argento e tre di bronzo vinte da Cuba danno fede di una partecipazione e un’efficienza rilevanti nei risultati, al di sopra dei premi ha un’enorme importanza quello che significherà nell’autostima di questi ragazzi con necessità speciali aver posto in alto il nome della loro Patria in un evento che scommette sull’inclusione.
La pesista Yaritza Parrado (VCL) ha iniziato l’elenco trionfale con due vincite dorate e due d’argento. Poi sono giunte più medaglie e quelle della chiusura, grazie alla saltatrice in lungo Irina López (GRA), con il suo salto di 4,40 metri, seguita dal secondo posto del corridore Mandy Mojena, che ha passato la meta degli 800 metri piani in 2:04.05 minuti.
Altri che hanno apportato alla brillante attuazione, sono stati Yuly Esther Ortega (ART) e Roberto Fernández (MAY) in atletica; i nuotatori Yurisnel Rojas e Katiuska Patiño, di Las Tunas tutti e due e il pesista Yoandy Beltrán
(SSP).( GM – Granma Int.)




