OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE
Foto: Luis Jiménez Echevarría 

Le voci sono molto basse. Un libro di condoglianze raccoglie un buon numero di firme. Tutti coloro che sono giunti sino alla Casa di Alti Studi Fernando Ortiz vogliono scrivere il sentimento che sentono nel petto, in questo pomeriggio del 1º settembre in cui si dice addio a un grande intellettuale, lo storiografo e maestro  Eduardo Torres-Cuevas, cubano esemplare, morto il 31 agosto al punto di compiere  83 anni.

Sono moltissimi ifiori che giungono dalle istituzioni nele quali linsigne martiano ha lasciato la sua impronta, corponotuto ilrecinto .

Tra queste corone quelle del Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz e di Miguel Díaz-Canel Bermúdez, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente della Repubblica.

Lì si sono incontrati tutti i membri del  Burò Politico del Partito Esteban Lazo Hernández, presidente dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare; Manuel Marrero Cruz, primo ministro; Roberto Morales Ojeda, segretario dell’Organizzazione del Comitato Centrale; Salvador Valdés Mesa, vicepresidente della Repubblica; Teresa Amarelle Boué, segretaria generale della Federazione delle Donne Cubane, e José Amado Ricardo Guerra, segretario del Consiglio dei Ministri, e altri dirigenti del Partito e del Governo.

Si parla di lui, si raccontano aneddoti e scorrono alcune lacrime.   

Il rispetto e il dolore si respirano in un ambiente al quale sono giunti intellettuali, familiari e amici, ma anche gente del popolo che ringrazia la parola saggia di Torres-Cuevas, che orientava, e non si poteva ascoltare senza ammirarlo, senza riconoscerlo, con la sua straordinaria conoscenza, la sua vocazione di uomo buono, di patriota intero.

Il discorso di commiato è stato pronunciato da Abel Prieto Jménez, presidente della Casa de las Américas, amico e fratello di causa di Torres-Cuevas, e da lui abbiamo saputo che «nel suo Testamento, di fronte a un notaio, ha precisato  nella 13ª clausola, che ha amato Cuba al di sopra di ogni cosa. Che le ha offerto il meglio di sé e che gli spiaceva lasciarla in così difficili circostanze».

Lontani  dal fargli rimproveri, seguiremo ogni sua raccomandazione e gli diciamo che non ci abbandona, che non lo fa mai chi conta con una virtù come la sua.

Difendere Cuba e operare per lei è una di quelle utilità che ci lasciano i suoi grandi figli, tra i quali si conta il suo integro nome. (GM/Granma Int.)