OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE
Marta Rojas in Cina, settembre 2012 Photo: Juan Carlos Arias Escardo Photo: Granma

Celebro la tua vita piena di allegria e d’ottimismo, celebro la tua energia quotidiana, la tua vocazione di giornalista che ha saputo valutare come nessun’altro le testimonianze della nostra storia recente, la tua fedeltà alla causa di Fidel, la tua custodia di /La storia mi assolverà/, dove hai saputo anche valutare, nel suo momento, che in questo discorso s’intravedeva germinare il nostro destino come nazione. Sei stata sempre l’amica vicina, quella ch trasformava l’utopia in azioni concrete, il sogno in realtà,  il tedio in impulso alato e volatile.
Celebro la tua eterna gioventù, il tuo sdegno alla morte, la tua maestà feconda e vincitrice , il tuo rifiuto per ogni sguardo d’eternità, la tua mano sulla carta e sulla spalla dell’amico.
Hai violato la censura batistiana  e nella “piccola  gigante” hai stampato una pagina gloriosa della Patria.
Hai creato un’immagine della leggerezza artistica consegnando alla storia i gesti più caldi.
I tuoi romanzi hanno la carica impetuosa della dignità di fronte all’obbrobrio  razzista e al veleno coloniale.
La  tua percezione letteraria ha superato qualsiasi dogma estetico. E in /Inglese per un anno/, il tuo bel racconto sull’invasione de L’Avana fatta dagli inglesi hai emulato il brio epico di  Pepe Antonio e il Memoriale di Beatriz Jústiz, Marchesa di Santa Ana.
Hai coltivato uno spirito di fraternità con l’apoteosi del tuo temperamento esultante. E hai sfinito il possibile, come voleva Píndaro.
Durante la tua lunga vita non hai permesso che t’invecchiasse. Il tuo ingegno giovanile e la tua salute a prova di pallottola ci avevano fatto credere che non ci avresti mai lasciato che saresti stata tu la dolente per le nostre scomparse.
Ma non è stato così. Te ne sei andata zitta sulla pagina del tuo ultimo romanzo o chissà sull’ultimo articolo per Granma
Come  volevi ci hai lasciato senza soprassalti, con la tua proverbiale umiltà, per sopravvivere ancora per una volta in quello che ti era destinato : il marmoreo angolo dell’immortalità. (GM – Granma Int.)