
Il leader storico della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro Ruz, ha spiccato nella sua vita come un difensore  fervente del multilateralismo e un instancabile promotore della pace mondiale. 
La lotta per l’equità e la giustizia per tutti costituisce  l’ asse centrale della sua azione rivoluzionaria, per Cuba e per il resto delle nazioni.
Per lui, la giustizia non solo si riferiva a una cornice legale ma era intrínsecamente relazionata con la morale e l’etica delle azioni intraprese a favore del benessere generale.
Sottolineò sempre, negli eventi internazionali ai quali partecipò, che per ottenere la pace e una vera giustizia a livello globale era necessario un cambio radicale nella struttura del potere e una trasformazione profonda del sistema delle Nazioni Unite, che permettesse l’inclusione reale dei paesi, senza distinzione di ideologie, sistemi politici e credenze religiose.
Promosse l’eguaglianza nella presa delle decisioni globali . Ricordiamo il suo discorso nell’Assemblea Generale della ONU, il 26 settembre del 1960, nel quale denunciò con veemenza le pratiche  neocoloniali, il dominio economico esercitato dalle grandi potenze e le ingiustizie sofferte dai paesi in via di sviluppo. 
In un intervento che si estese per circa quattro ore, avvertì che la pace vera sarebbe stata possibile solo se si sradicavano la filosofia dello spoglio, la guerra e lo sfruttamento.
«Scompaia la filosofía dello spoglio e scomparirà la filosofía della guerra!  Scompaiano le colonie, scompaia lo sfruttamento dei paesi da parte dei monopoli, e allora l’umanità avrà raggiunto una vera tappa di progresso !», sostenne Fidel.
Questo intervento marcò una pietra miliare nella partecipazione dei paesi del sud nel sistema multilaterale e nella difesa della sovranità nazionale, ed ebbe un’influenza profonda e duratura nella lotta contro il colonialismo  e l’imperialismo mondiale.
Difese sempre che la pace era indissolubilmente legata alla giustizia sociale, con la fine del colonialismo e il rispetto della sovranità.  
I suoi discorsi nella ONU (specialmente nel 1960, 1979 e 2000) sono riferimenti della sua difesa di un ordine internazionale  democrático.
Nel  discorso di chiusura della riunione della presidenza del Consiglio Mondiale della Pace, il 21  aprile del 1981, a L’Avana, affermò che «se non c’è sviluppo e un minimo di giustizia per i popoli, non ci sarà nemmeno la pace».
Lo reiterò due anni dopo: «La lotta per la pace è la lotta per la sopravvivenza dell’umanità. E questa lotta può essere solo collettiva, multilaterale, o non sarà», disse nell’inaugurazione dell’Incontro degli Intellettuali per la Sopravvivenza dell’Umanità, il 4 febbraio del 1983, nella capitale cubana.
L’incontro riunì circa  2 000 intellettuali, artisti e scienziati di cento paesi, convocati per dibattere  sui pericoli della guerra nucleare e le minacce globali. 
Lì denunciò, ancora una volta la corda ale armi e difese la cooperazione internazionale come unico cammino per evitare una catastrofe nucleare.
DALLE PAROLE AI FATTI
Nella sua traiettoria, Fidel, martiano di anima e cuore, fu azione e non solo verbo, combinò la sua potente oratoria con azioni concrete in difesa delle idee che toccava e appoggiò le lotte di liberazione in Africa e diverse parti del mondo. 
Con la sua direzione Cuba ha inviato medici, educatori, costruttori e soldati che hanno compiuto missioni internazionaliste, ha fomentato gli aiuti a regioni danneggiate dalla colonizzazione o il sotto sviluppo, specialmente  in Africa, Asia e America Latina.
Il Comandante i Capo convertì i suoi  principi in difesa del multilateralismo, in azioni  concrete per mezzo di diverse iniziative diplomatiche, politiche e umanitarie che potenziarono  la solidarietà e la cooperazione internazionale.
Fu una figura chiave nel Movimento dei Paesi Non  Allineati, nel quale convocò all’unità per difendere  l’indipendenza e la giustizia internazionali, denunciando il nuovo colonialismo economico e finanziario imposto dai paesi del Nord.
La lotta che guidò contro la discriminazione e il razzismo ebbe la sua epitome nella sconfitta inflitta dagli internazionalisti cubani in unione con combattenti della Namibia e l’Angola, al regime del apartheid in Sudafrica.
Nella  sua visita a Cuba, il 26 di luglio del 1991, con motivo dell’ anniversario 38 dell’assalto alla Caserma  Moncada, Nelson Mandela disse: «La sconfitta dell’esercito del apartheid servì d’ispirazione al popolo combattente del Sudafrica! Cuito Cuanavale marca una virata nella lotta per liberare il  continente e il nostro paese dallo scudiscio del apartheid!»
Sono centinaia le azioni solidali intraprese dalleader cubano: per esempio la creazione della Scuola Latinoamericana di Medicina, a ovest de L’Avana, che permette la formazione come medici di giovani delle regioni più povere del pianeta. 
Migliaia di educandi  del Sud Globale studiano in scuole e centri di formazione superiore dell’Isola, in forma assolutamente gratuita, e molti tra loro oggi integrano l’avanguardia  lavorativa e scientifica delle loro nazioni d’origine. 
 UN LEGATO CHE NON MUORE
Per i cubani, la lotta per la pace va oltre la meta assenza di conflitti. Da Fidel abbiamo appreso che si tratta di un impegno attivo per salvare l’umanità dalla distruzion, proteggere i più vulnerabili e costruire un ordine internazionale basato nell’ equità e la cooperazione.
Il suo legato nell’ambito del multilateralismo e la pace è riconosciuto oggi come un faro morale dai movimenti sociali, da leaders progressisti e dai paesi del sud. 
Il Governo Rivoluzionario dell’Isola grande delle Antille difrndr con la stessa passione e coerenza  il multilateralismo inclusivo, così come la sovranità  dei popoli e la pace mondiale, opera alla quale il Leader Storico ha dedicato tutta la vita. 
L’entrata di Cuba nei  Brics, le battaglie sferrate nei Forum internazionali, la conseguente difesa della solidarietà e dell’internazionalismo sono,assieme ad ogni medico , infermiera , ogni tecnico della Salute che marca i suoi passi nei luoghi più poveri della terra, sono impronte visibili del legato del Gigante. 
Si ode ancora la sua poderosa voce nelle Nazioni Unite, che chiama all’azione solidale per avanzare verso un mondo più equo e libero dal dominio imperiale, per salvare la specie umana dal disastro. 
FRASI DI FIDEL  SULLA PACE E IL MULTILATERALISMO 
Pace non è solo l’assenza di guerra. Pace è giustizia sociale, uguaglianza, diritto dei popoli alla loro auto determinazione  (VI Vertice  del Movimento dei Paesi Non Allineati, L’ Avaana, 1979).
Difendiamo una pace con dignità non una pace in ginocchio. La vera pace si basa nel rispetto del diritto di tutti  (Discorso nella ONU, nel 50º anniversario, 1995).
La globalizzazione den’essere multilaterale, democratica; non può essere patrimonio di un imperio o di un club di ricchi (X Vertice Ispanoamericano, Panama, 2000).
Nessun paese può essere guardiano del mondo. La pace si costruisce con cooperazione, non con interventi né guerre preventive (Risposta all’invasione dell Iraq, 2003). •




