
Domenica mattina presto, nel giorno delle elezioni politiche in Cuba, il Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, leader della Rivoluzione cubana, è Stato il primo a esercitare il suo diritto al voto nel seggio Nº 2 della circoscrizione 60, nel reparto Siboney del municipio di Playa, nella capitale.
Al suo arrivo al seggio, uno dei 23 648 abilitati in tutto il paese per queste votazioni, Raúl ha parlato con i vicini della comunità che si stavano riunendo lì per essere parte di una giornata che riafferma le essenze democratiche e partecipative del nostro sistema politico.
«Lei per primo», hanno coinciso coloro che stavano formando una piccola fila, un gesto semplice, quasi inavvertito, si potrebbe dire, ma che esprime un insieme di rispetto e affetto per un uomo che ha posto la sua vita ai piedi di un paese.
Già nel seggio, il Generale d’Esercito ha salutato i membri elettorali e dopo il procedimento di rogire ha ricevuto la scheda con una candidatura composta, come.
Tante in tutto l’arcipelago,da due capaci giovani: Denisse Ricardo Estrada, vice intendente del Consiglio dell’Amministrazione Municipale di Playa; e Carlos Miguel Pérez Reyes, direttore della mipyme Dofleini Software.
Poco dopo, mettendo a scheda nell’urna custodita da due pionieri simbolo della trasparenza del processo elettorale cubano, il «Ha votato» solenne e il saluto delle pioniere hanno preceduto il breve dialogo di Raúl con le bambine.
Quasi al termine, dopo che il Generale d’Esercito ha saputo il numero degli elettori del seggio, 255, e ha augurato a tutti una buona giornata, le autorità elettorali gli hano consegnato un piccolo diploma per essere stato il primo a votare lì.
Come lui, milioni di cubani sono stati protagonisti ieri domenica 26, di un process che al di sopra di una votazione per eleggere 470 deputati per l’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, consolida come fondamenta l’unità e la democrazia; ratifica che il voto, secondo le parole appassionate dell’Apostolo: «È un deposito più delicato che altri, perché va con la vita, l‘onore e il futuro» e conferma, come disse il Comandante in Capo, che:«Il voto unito non è uno slogan, è una strategia rivoluzionaria. Non è un’azione di disciplina, è un’azione di coscienza». GM- Granma Int.