OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE
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Dopo i disturbi avvenuti l’11 e 12 luglio scorsi, come parte dell’operazione politico- comunicazionale fomentata e pagata dal Governo statunitense contro Cuba, circolano in internet presunte liste di scomparsi.

Ma ci sono davvero degli scomparsi nel paese? Queste liste sono reali? Qual’è il procedimento per detenere una persona? Che limiti ci sono per le azioni delle autorità?

Il colonnello Víctor Álvarez Valle, secondo capo dell’Organo Specializzato della Direzione Generale d’Investigazione Criminale del Ministero degli Interni, (Minint), rispondendo a questi interrogativi, in una sua partecipazione al programma Hacemos Cuba, ha assicurato categoricamente, che a Cuba non ci sono persone scomparse nè per via dei processi riferiti ai disordini recenti, o di nessun’altro realizzato.

«Noi abbiamo come principio nella Rivoluzione, ed è anche quello che caratterizza le azioni della autorità, il diritto alla vita, alla libertà, il diritto alla preservazione e alla sicurezza delle persone», ha affermato il colonnello ed ha informato che Cuba è firmataria della Convenzione Internazionale per la protezione di tutte le persone, contro le scomparse forzate.

Questa posizione è riconosciuta anche nella Costituzione approvata dalla stragrande maggioranza dei cubani e anche se nel nostro ordinamento giuridico non è definita come reato, esistono gruppi di figure che comprendono e sanzionano coloro che commentano queste azioni e nel caso si provi l’accaduto di una scomparsa forzata.

Questo è un esempio dei modi di agire di coloro che promuovono il caos dalle reti sociali e pretendono di costruire una realtà che a Cuba non esiste.

Inoltre non esiste nessun luogo segreto per processare le persone che per qualche ragione o per la commissione di reati, siano portate in una delle dipendenze del Minint.

A proposito dell’arresto del cittadino José Luis Reyes Blanco, il capo del Dipartimento di Supervisione della Direzione dei Processi Penali della Procura Generale della Repubblica (FGR), ha spiegato che «i registri di questo processo, il foglio della detenzione firmato dall’implicato, l’informazione sul detenuto e la presenza della procura in tutto il processo penale dall’inizio, contribuiscono a controllare l’investigazione e ci permettono d’assicurare che nel nostro paese dopo il1959 non sono più esistite persone scomparse.

Evidentemente, se esistessero nel paese fatti di questa natura , le denunce nella Procura, per tutti i suoi canali d’attenzione alla cittadinanza sarebbero considerevoli.

Reyes Blanco ha commentato che nel 2020, in piena pandemia, la Procura si è occupata di circa 129 000 persone in tutto il paese; durante il primo semestre di quest’anno, l’attenzione ha superato le 49 000 e, a partire dal 12 luglio, per i fatti associati ai disturbi, si sono presentate in questo organo 63 persone, in maggioranza di persona.

«Nessuna di queste denunce o reclami ha relazione con persone scomparse, ha sottolineato, ma con arresti, ossia quelle persone cercavano determinate informazioni e le hanno ricevute nei luoghi ai quali gli interessati si sono rivolti.

Oggi, ha commento, la Procura investiga cinque reclami relazionati con dissensi generali sul processo, ma nessun caso è pendente per per definire il luogo in cui incontra una persona. Ci sono informazioni e, cosa importante, la famiglia le conosce».

Il colonnello Álvarez Valle ha segnalato che quando una persona viene portata in un’unità della polizia la prima cosa che si fa è segnarla in un registro, manualmente e si elabora la motivazione dell’arresto. La persona quindi conosce perchè è stat detenuta.

Poi c’è un processo che può avvenire nelle prime 24 ore, che riguarda la prima dichiarazione del detenuto e le misure che in dipendenza del reato si possono imporre.

«Nelle prime 24 ore, la famiglia conosce generalmente dove si trova la persona perchè inoltre il Minint ha un sistema d’attenzione e informazione alla popolazione automatizzato e vincolato a tutte le unità in cui si registra ogni persona detenuta.

«Nei casi recenti tutte le famiglie sanno dove stanno i detenuti, sono andate nel luogo in questione, hanno portato oggetti personali per l’igiene o medicinali necessari; così l’informazione sulla detenzione delle persone è stabilita ed è verificabile dagli organi di controllo della procura», ha dettagliato.

Poi si è riferito alla Convenzione Internazionale per la protezione di tutte le persone contro la scomparsa forzata, della quale Cuba è parte ed è stata esaminata nel 2017.

Così come in altri paesi, l’Articolo 17, specificatamente, stabilisce, tra altri elementi che:

Nessuno sarà detenuto in segreto .

Senza pregiudizi di altri obblighi internazionali dello Stato Parte in materia di privazione di libertà, ogni Stato parte nella sua legislazione:

Stabilirà le condizioni per le quali si possono impartire ordini di privazione della libertà.

Determinerà le autorità che hanno la facoltà d’ordinare privazioni di libertà.

Garantirà che ogni persona privata della libertà, sia tenuta unicamente in luoghi di privazione di libertà ufficialmente riconosciuti e controllati.

Garantirà che ogni persona privata della libertà sia autorizzata a comunicare con la sua famiglia, un avvocato o qualsiasi altra persona scelta e a ricevere la sua visita, con la sola riserva delle condizioni stabilite dalla legge, e nel caso di uno straniero a comunicare con le sue autorità consolari, in conformità con il diritto internazionale applicabile. Garantirà l’accesso di tutte le autorità e le istituzioni competenti avallate dalla legge ai luoghi di privazione della libertà, se è necessario con l’autorizzazione precedente di un’autorità giudiziaria.

Il Procuratore ha chiarito che tutte le persone detenute dopo i fatti del 11 luglio possono nominare un avvocato e che se alcuni non l’hanno fatto, è una scelta personale.

E per smentire totalmente le liste citate, in un altro momento del programma è stata stabilita la comunicazione con uno dei presunti scomparsi, che ha parlato anche di altri compagni inseriti nei registri in Internet, che si trovano in perfetto stato.

Il Secondo capo dell’Organo Specializzato della Direzione Generale delle Investigazioni Criminali del Minint, ha reiterato che queste liste perdono credibilità per la mancanza di dati e perché è provato che molti dei registrati lì non sono mai stati detenuti né intervistati dalle autorità.

Reyes Blanco ha commentato che tra i detenuti un gruppo è già stato posto in libertà perché è stato conefrmato che non hanno avuto una partecipazione al reato, mentre altri si trovano in una misura cautelare che non è detenzione o sono accusati con elementi in fase preparatoria e con misure cautelari di prigione provvisoria.

LA TORTURA NON SARÀ MAI UNA PRATICA DELLE AUTORITÀ CUBANE

Un'altra matrice che hanno posto nelle reti sociali punta sulla pratica delle torture sugli implicati nelle azioni di destabilizzazione.

Il colonnello Álvarez Valle ha affermato che « così come le scomparse forzate, la tortura non è una pratica in Cuba. La storia della Rivoluzione lo dimostra e che l’uso della forza contro le persone sotto processo non è e non sarà mai una pratica dei combattenti del Ministero degli Interni».

Poi ha detto che l’Isola grande delle Antille è parte della Convenzione contro la tortura e altri trattamenti o pene crudeli, disumane o degradanti.

José Luis Reyes ha dettagliato che dopo i disturbi la presenza di autorità fiscali nelle unità si è incrementata, perchè è interesse conoscere l’opinione dei detenuti e questo è uno scenario propizio per il dialogo e per trasmettere qualsiasi inquietudine o denuncia.

Hacemos Cuba ha anche richiamato l’attenzione sulla denuncia di un giovane che ha scalato nelle ultime ore le reti sociali, riferita ad azioni di violenza commesse contro di lui dopo il suo arresto, dopo i disturbi.

Questa persona, ha precisato il colonnello, si trova in misure cautelari di reclusione nel suo domicilio per un proceso precedente e questo implica requisiti che deve rispettare, ma senza dubbio lui era per strada al di fuori delle prossimità di casa sua, nel mezzo dei disturbi dell’ordine; questo infrange le diposizioni, e ne è stato informato.

Reyes Blanco ha aggiunto che tra i reclami in corso nella Procura c’è quello di questo giovane e che suo padre si è presento in questo organo: Sono stati presi tutti i dati e si faranno verifiche e investigazioni pertinenti con totale trasparenza.

Se sorgerà qualche irregolarità si chiariranno le circostanze nelle quali sono successi i fatti e si prenderanno le misure corrispondenti sia in ordine disciplinare, se fos eun combattente, che nell’oridine penale se la condotta fosse una violazione della legge.

Gli argomenti che sostengono che in Cuba non ci sono scomparsi o torturati sono stati sufficientemente chiari, e se s’incontrassero alcune irregolarità nelle azioni del Ministero degli Interni o della Procura, s’investigherà e si faranno conoscere i risultati, e se s’incotrassero violazioni, si prenderanno le misure che permetteranno la restituzione della legalità. ( GM – Granma Int.)