
Discorso pronunciato da Miguel Mario Díaz-Canel Bermúdez, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente della Repubblica di Cuba, nella chiusura dell’Ottavo Congresso del Partito, nel Palazzo delle Convenzioni, il 19 aprile del 2021, “63º Anno della Rivoluzione”
(Versiones stenografica della Presidenza della Repubblica)
Caro Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, leader della Rivoluzione Cubana;
Cari compagni della generazione storica del processo rivoluzionario e fondatori del Partito Comunista di Cuba;
Membri del Burò Politico e della Segreteria del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba;
Membri del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba;
Delegate e delegati;
Compagne e compagni:
L’Ottavo Congresso finisce a non ho dubbi nel chiamarlo storico. È un fatto.
Al margine delle nostre emozioni e sentimenti per la storia viva e la guida invitta di coloro che oggi passano responsabilità e opera alla nostra generazione, c’è una trascendenza impossibile da tralasciare:
la Generazione del Centenario dell’Apostolo, guidata da Fidel e Raúl per sei intensi decenni, può dichiarare oggi con dignità e orgoglio che la Rivoluzione Socialista che crearono a sole 90 miglia del poderoso impero, è viva, operativa e ferma nel mezzo dell’uragano che fa tremare un mondo più disuguale e ingiusto, dopo il crollo del sistema socialista mondiale.
E questa generazione può dire molto di più. Può affermare che la Rivoluzione non trmina con lei, perché è riuscita a formare nuove generazioni ugualmente impegnate con gli ideali di giustzia sociale, che è costata tanto sangue dei migliori figli della nazione cubana.
Quello che riceviamo oggi non sono incarichi e impegni. Non è solo la condizione di un paese. Quello che abbiamo davanti, sfidandoci in continuazione, è un’opera eroica, enorme .
Il coraggioso sollevamento di de Céspedes, è l’imbattibile dignità di Agramonte, è la degna intransigenza di Maceo, è l’astuzia impressionante di Gómez, è la spinta libertaria dei “cimarrones”, è la passione dei poeti della guerra, è la fierezza di Mariana nella manigua e la luce ispiratricice di Martí.
È la gioventù fondatrice di Mella, sono versi tremendi di Villena, l’antimperialismo radicale di Guiteras, la dedizione assoluta della Generazione del Centenario, Haydée e Melba dietro le sbarre, Vilma sfidando i repressori, Celia organizzando la Comandanza della Sierra, le madri cubane affrontando la dittatura che assassinava i loro figli, il plotone femminile della Sierra, la fedeltà senza limiti di Camilo, il legato universale del Che, la guida profonda e creatrice di Fidel, la Continuità sostenuta da Raúl.
È la la Grande Ribellione, la clandestinità, i fronti guerriglieri , la Controffensiva strategica, l’invasione a Occidente, le battaglie decisive, l’entrata trionfale a L’Avana, la Riforma Agraria, l’Alfabetizzazione, la lotta contro i banditi, le milizie, la Vittoria di Girón, la Crisi d’Ottobre, la collaborazione internazionalista in Africa, Asia e Amèrica Latina, la guerriglia del Che, sino al sangue per Vietnam, per l’Angola, per l’Etiopía, per il Nicaragua, le brigate medicche, Elián González, i Cinque, la ELAM, l’Operazione Miracolo , l’ALBA, il contingente Henry Reeve, la Scienza, la Medicina, la Cultura, lo sport
d’alta resa, le Università e la solidarietà umana rifondata in questa terra.
Quello che ci unisce è tanto che la lista sarà sempre incompleta, ma può dare un’idea del grande monumento che il popolo cubano ha innalzato in più di 150 anni di lotta.
Questa storia si può riassumere in due parole: Popolo e Unità, cioè Partito. Perchè il Partito Comunista di Cuba, che non è mai stato un partito elettorale, non nacque dalla frattura. Nacque dall’Unità di tutte le forze politiche con ideali profondamente umanisti che si erano forgiati nella lotta per cambiare un paese desiguale e ingiusto, dipendente da una potenza straniera e sotto il giogo di una tirannia militare sanguinosa.
Oggi diciamo Somos Cuba, Cuba Viva e suona semplice e facile, ma che difficile è stato realizzare e mantenere la sovranità e l’indipendenza nel mezzo di un assedio più feroce.
La generazione storica, cosciente del suo ruolo in questa creazione eroica che è ogni giorno la Rivoluzione Cubana di fronte alla multi dimensionale guerra permanente che le fa il suo vicino più prossimo, ha lavorato sempre alla formazione delle nuove generazioni ed ha facilitato il lento passaggio delle principali responsabilità di direzione.
Grazie a questo paziente lavoro di anni, oggi si verifica qui un punto miliare nella nostra storia politica, che definisce l’Ottavo Congresso come il Congresso della Continuità. E il principale porta bandiera si questo processo è stato il compagno Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz (Applausi).
Quando ho assunto la Presidenza dei Consigli di Stato e dei Ministri nel 2018, volli esprimere nel mio discorso i sentimenti di molti tra noi, e riconoscere il suo lavoro alla guida della Rivoluzione e il Partito.
Con la sua proverbiale modestia, mi chiese d’eliminare alcune delle parole su di lui che desideravo esporre allora. Oggi, abusando della responsabilità che assumo alla guida del Partito e con più conoscenza di causa, grazie alla nostra assoluta compenetrazione nelle analisi dei temi e negli impegni strategici del paese, vivendo in prima persona il modo in cui ha condotto la nostra preparazione, vogio dire, per fare giustizia storica, quello che scrissi allora e non dissi per disciplina.
Il compagno Raúl, che ha preparato, condotto, guidato questo processo di continuità generazionale con tenacia, senza attaccamento agli incarichi e alle responsabilità, con elevato senso del dobere e del momento storico, con serenità, maturità, fiducia, fermezza rivoluzionaria, con altruismo e modestia, per merito proprio, per legittimità e perché Cuba lo necessita, sarà consultato sulle decisioni strategiche dei maggior peso per il destino della nazione.
(Applausi). Sarà sempre presente, al tanto di tutto, combattendo con energia, apportando idee e propositi alla causa rivoluzionaria, attraverso i suoi consigli,i suoi orientamenti e le sue allerte di fronte ad ogni errore o deficienza, pronto ad affrontare l’imperialismo come primo, con il suo fucile all’avanguardia del combattimento.

Il Generale d’Esercito continuerà presente perchè è un riferimento per qualsiasi comunista e rivoluzionario cubano. Raúl, come lo chiama il popolo con affetto, è i miglior discepolo di Fidel, ma ha anche apportato innumerevoli valori all’etica rivoluzionaria, al lavoro del Partito e al perfezionamento del governo.
L’ opera intrapresa con la sua guida al fronte del paese nell’ultimo decennio è colossale .
Il suo legato di resistenza di fronte alle minacce e alle aggressioni nella ricerca del perfezionamento della nostra società, è paradigmatico.
Ha assunto la direzione del paese in una difficile congiuntura economica e sociale. Nella sua dimensione di statista, forgiando consenso, ha guidato , fomentato e stimolato profondi e necessari cambi strutturali e concettuali come parte del processo di perfezionamento e attualizzazione del modello economico e sociale cubano.
Raúl è stato capace di ottenere un nuovo negoziato di un enorme debito, difendendo con onestà e rispetto la parola impegnata e il principio che la nazione avrebbe onorato i suoi impegni con i creditori, e questo ha rinforzato la fiducia verso Cuba,.
Ha condotto con saggezza il dibattito che è terminato in una trascendentale attualizzazione della Legge Migratoria, ha fomentato trasformazioni nel settore agricolo, ha promosso senza pregiudizi l’ampliamento di fronte alle forme di gestione del settore non statale dell’economia, l’approvazione di una nuova Legge degli Investimenti Stranieri, la creazione della Zona Speciale di Sviluppo Mariel, l’eliminazione di pastoie per il rafforzamento dell’impresa statale cubana, gl i investimenti nel settore turistico, il programma d’ informatizzazione della società e il mantenimento e il perfezionamento, sino a dov’è stato possibile delle nostre conquiste socieli.
Con paziensa e intelligenza, Raúl ha ottenuto la liberazione dei nostri Cinque Eroi, esaudendo la promessa di Fidel che sarebbero tornati.
Ha segnato con il suo stile un’ampia e dinamica attività nelle relazioni estere del paese. Con fermezza e dignità, ha guidato personalmente il processo delle conversazioni e dei negoziati che avevano il fine di ristabilire le relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti.
Le indiscutibili qualità di Raúl come statista, come difensore dell’integrazione latinoamericana, hanno distinto in maniera speciale il periodo di Cuba nella presidenza pro tempore della Celac. Il suo legato più importante, la difesa dell’ unità nela diversità ha condotto alla dichiarazione della regione come Zona di Pace ed ha contribuito in maniera decisiva alle conversazioni per la pace in Colombia.
Raúl ha difeso più che ami i diritti dei paesi dei Caraibi e in particolare quelli di Haiti nei Forum internazionali. Con profondo orgoglio i cubani abbiamo ascoltato la sua voce emozionata e il suo preciso discorso nel Vertice delle Americhe a Panama, dove ha ricordato la vera storia di Nuestra América.
Queste realizzazioni le ha condotte mentre affrontava la malattia e la morte della sua amata compagna nella vita e nelle lotte, la nostra straordinaria Vilma (Applausi), con cui ha condiviso la passione per la Rivoluzione e con cui aveva fondato una bella famiglia.
In quel periodo ha sofferto anche per la malattia e la morte del suo principale riferimento nella vita rivoluzionaria, il suo capo e fratello, il compagno Fidel, al quale è stato leale sino alle ultime conseguenze. (Aplausos).
Al dolore umano ha anteposto il valore rivoluzionario e il senso del dovere.
Ha baciato l’urna che custodisce le ceneri di Vilma, ha salutato militarmente la pietra con il nome di Fidel e ha diretto il paese senza riposo, con ragione, con ímpeto, con devozione. I suoi apporti alla Rivoluzione sono trascendenti.
Questo Raúl che conosciamo, ammiriamo, rispettiamo e amiamo, fa politica come il porta bandiera di un gruppo di giovani universitari che nell’aprile del 1952 seppellirono simbolicamente la Costituzione del ‘40, umiliata dal colpo di Stato del 10 marzo; nel gennaio del 1953 fu uno dei fondatori della Marcia delle Fiaccole e nel marzo dello stesso anno partecipò alla Conferenza Internazionale sui Diriti della Gioventù e alla preparazione del Quarto Festival Mondiale della Gioventù e gli Studenti.
Al suo ritorno divenne uno degli assaltanti della Moncada dove divenne capo nel combattimento ; poi fu detenuto nell’Isola de Pinos, partecipò alla preparazione della lotta contro la tirannia di Batista durante l’esilio in Messico, sbarcò dal Granma, incontrò nuovamente Fidel a Cinco Palmas, intraprese la lotta nella Sierra Maestra; per meriti e valori fu nominato Comandante e in maniera esemplare fondò il II Fronte Orientale Frank País.
È anche il dirigente politico che ha promosso il dibattito per il perfezionamento del lavoro del Partito, esigendo sempre un forte vincolo con il popolo, con l’orecchio posto sulla terra.
Dobbiamo a lui frasi e decisioni determinanti in momenti cruciali per il paese, come l’avviso che «i fagioli sono tanto importanti come i cannoni», e l’emblematico «Sì si può», che ha sollevato gli animi nazionali nel momento più oscuro del Periodo Speciale.
Il capo militare del II Fronte Orientale che, in piena guerra di liberazione sviluppò esperienze organizzative e di governo per il bene della popolazione,che poi si moltiplicarono in tutto il paese al trionfo rivoluzionario, ha diretto durante quasi mezzo secolo il Ministero delle Forze Armate Rivoluzionarie, il cui apporto all’indipendenza dell’Angola, della Namibia e per la fine del apartheid furono decisivi.
Nello stesso tempo fece in modo che s’ottenessero risultati rilevanti nella preparazione del paese per la difesa e nello sviluppo del concetto strategico della Guerra di Tutto il Popolo.
Con il suo comando, le Forze Armate Rivoluzionarie sono diventate il più disciplinato ed efficiente organo dell’amministrazione dello Stato, si svilupparono esperienze che successivamente servirono al paese, come il

Perfezionamento delle Imprese, con preziosi concetti per l’amministrazione, la sostenibilità, l’efficienza e il controllo, dal quale è nato il Sistema delle Imprese delle FAR che ha ottenuto notevoli risultati che apportano all’economia del paese.
Il Raúl guerrigliero, in contatto e alleanza permanente con la natura, acquisì una sensibilità speciale sui temi ambientali, che più tardi hanno marcato il suo impegno nel fomentare il Programma Idraulico dei Travasi e la Tarea Vida.
Il Comandante in Capo della Rivoluzione Cubana, che pose sul petto del Generale d’Esercito le più alte decorazioni, dedicò al suo lavoro come dirigente le parole esatte durante la chiusura del V Congresso del Partito.
Parlando di suo fratello, di sangue e d’idee, Fidel disse:«La vita ci ha apportato molte soddisfazioni e molte emozioni, molta fortune e dico realmente che è stata una fortuna per il nostro Partito, per la nostra Rivoluzione e per me che abbiamo potuto disporre di un compagno come Raúl, dei cui meriti non c’è bisogno di parlare, della cui esperienza, capacità e apporti alla Rivoluzione non è necessario parlare. È conosciuto per la sua attività infaticabile, il suo lavoro costante e metodico nelle forze armate e nel Partito. È una fortuna averlo».
(Applausi). Questa fortuna descritta da Fidel, si chiama Raúl Modesto Castro
Ruz (Applausi).
Compagne e compagni:
Questo Congresso, con il suo ampio e critico dibattito, difendendo la visione integrale della continuità, ha apportato idee, concetti e direttive che tracciano la guida per avanzare resistendo. Ma è imprescindibile affrontare questa sfida con la maggior conoscenza possibile del complesso contesto nazionale e internazionale, coscienti che il mondo è cambiato in un modo drammatico e ci sono troppe porte chiuse per le nazioni con meno risorse e molte più per coloro che c’impegniamo ad essere sovrani.
L’alta concentrazione, la diversità e la complessità dei media di comunicazione attuali, degli strumenti tecnologici che supportano le reti digitali e delle risorse usate nella generazione dei contenuti, permettono a gruppi poderosi —fondamentalmente dei altamente sviluppati, di trasformare in modelli universali, idee, gusti, emozioni e correnti ideologiche, molte volte completamente estranee al contesto che trattano.
Ma per questi stregoni della comnicazione, la verità non solo è negoziabile ma anche peggio: prescindibile. Attraverso la disseminazione di matrici bugiarde, manipolazioni e infamie di ogni tipo, contribuiscono a promuovere l’instabilità politica nel tentativo di far cadere governi, lì dove non sono riusciti a piegare la volontà di una nazione libera e indipendente.
Nessun popolo è in salvo dalla menzogna e dalla calunnia nell’era della «post verità». È una realtà che Cuba affronta tutti i giorni, mentre persiste nella sua volontà di costruire una società più giusta, sovrana e socialista, in pace con il resto del mondo e senza interferenze o tutele straniere.

Nella Relazione Centrale sono esposte con franchezza varie sfide specifiche che il nostro paese affronta, in particolare gli associati ai tentativi di dominio e egemonia dell’imperialismo statunitense e il brutale blocco, il cui impatto extraterritoriale ci colpisce in quasi tutti i fronti e negli ultimi quattro anni ños è cresciuto a livelli qualitativamente più aggressivi.
Nessuno con un minimo d’onestà e con dati economici che sono di dominio pubblico, non si può non riconoscere che questo assedio è il principale ostacolo per lo sviluppo del nostro paese e per avanzare nella ricerca della prosperità e del benessere. Ratificando questa verità non tentiamo di nascondere le insufficienze della nostra propria realtà su cui abbiamo abbondato abbastanza. Si tratta di rispondere a quelli che con cinismo diffondono l’idea che il blocco non esiste.
Il blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti a Cuba da più di 60 anni, indurito opportunisticamente e vilmente nei periodi di maggior crisi degli ultimi trent’anni, per far sì che la fame e la miseria provochino un’esplosione sociale che incida nella legittimità della Rivoluzione, è l’aggressione più lunga sostenuta nel tempo contro i diritti umani di un popolo e costituisce, per i suoi effetti, un crimine di lesa umanità.
Questa trasgressione storica resterà indelebile nella coscienza e nel cuore delle cubane e dei cubani che abbiamo provato sulla nostra pelle la cattiveria enorme di un nemico molte volte superiore, che non accetta la costruzione, sotto il suo naso di un’alternativa di società più giusta e più equa, fondata in principi solidi e in ideali di giustizia sociale e solidarietà umana, con l’indipendenza e la sovranità come bussola e sostegno fondamentale delle nostre decisioni.
Che nessuno osi togliere al blocco nemmeno un pizzico di colpa dei nostri principali problemi.
Farlo sarebbe negare gli indebiti poteri dell’impero: il suo dominio quasi assoluto nei mercati globali, le finanze e la determinante influenza nella politica di altri governi, alcuni dei quali, credendo d’essere soci, agiscono come seguaci.
Va ripetuto una e un’altra volta senza timore.
Prima di tutto devono stancarsi loro di un così lungo inutile crimine.
Il nostro reclamo a che vi si ponga fine è e sarà senza tregua, nella lotta incessante sinchè resti vigente questa politica spietata e genocida. Sappiamo che contiamo con l’appoggio della comunità internazionale, ratificato in innumerevoli occasioni, e di gran parte dei cubani all’estero.
Sino ad oggi sono in vigore le 242 misure d’aggressione poste dal governo di Donald Trump, alle quali si sommano le azioni che risultano dal nuovo inserimento di Cuba nella spuria e arbitraria lista del Dipartimento di Stato su paesi che – presumono loro- patrocinano il terrorismo. Nessun funzionario statunitense e nessun politico di questo o di un altro paese, può affermare senz mentire che Cuba patrocina il terrorismo.

Siamo un paese vittima del terrorismo, organizzato, finanziato e perpetrato nella maggioranza dei casi dagli Stati Uniti.
Continuano le campagne di sovversione e intossicazione ideologica promosse da agenzie e entità degli Stati Uniti, indirizzate a svilire Cuba calunniare la Rivoluzione, cercare di confondere il popolo, fomentare la delusione, la negligenza, il disaccordo, esacerbando le contraddizioni interne.
Sono concepite per approfittare della scarsità materiale indiscutibile, delle difficoltà che affronta la nostra popolazione come conseguenza dell’effetto combinato della crisi economica globale, la pandemia della COVID-19 e del
rafforzamento del blocco economico.
Si dice che Cuba non è una priorità per gli Stati Uniti e come nazione sovrana non dovrebbe esserlo. Varrebbe la pena chiedersi: Allora perchè esistono le legislazioni specifiche come la Legge Torricelli o la Helms-Burton —citando solo due esempi — il cui proposito è aggredire e cercare di controllare il destino di Cuba, bloccando con le azioni di terzi che stabiliscono o pretendono di stabilire vincoli commerciali o di cooperazione?
Perchè gli Stati Uniti dedicano centinaia di milioni di dollari cercando di sovvertire l’ordine costituzionale cubano?
Perchè utilizzano tanto tempo e tante risorse cercando di incidere la coscienza nazionale delle cubane e dei cubani?
Cosa significa una guerra economica crudele e incessante da più di 60 anni?
Perchè pagano il prezzo dell’isolamento internazionale, evidenziato nelle Nazioni Unite e in altri Forum internazionali, mantenendo una politica morale e legalmente insostenibile?
La nostra aspirazione è di vivere in pace e avere relazioni con il nostro vicino del Nord, come facciamo con il resto della comunità internazionale, sulle basi dell’uguaglianza e il rispetto mutui, senza ingerenze di nessuna indole. È la posizione del Partito e dello Stato. È la volontà del nostro popolo.
Richiama il fatto che il Governo degli Stati Uniti dichiara come priorità della sua politica estera la lotta al cambio climatico; lo socntro alle minacce di salute come la pandemia della COVID-19; la promozione dei diritti umani, i temi migratori.È una cosa che contrasta con la condotta reale di questo paese e la sua traiettoria storica, in politica interna come in politica estera.
Gli esempi sono noti.
Come un paradosso, queste quattro questioni costituiscono aree nelle quali l’interesse dei due popoli e del beneficio mutuo giustificherebbero le possibilità di cooperazione bilaterale, se veramente si cercano soluzioni a problemi tanto complessi, con onestà e animo di ottenere risultati.
In questi tempi d’incertezza mondiale, di enormi sfide ambientali, sotto il colpo di una pandemia che cambiato il comportamento del mondo e che acuisce la crisi globale che ci è arrivata addosso, il lavoro del Partito sarà centrato nella difesa della Rivoluzione.

Il Partito conduce la politica estera della Rivoluzione Cubana, che riposa nella nozione che un mondo migliore è possibile e che per lottare per lui è necessaria la partecipazione di molti e la mobilitazione dei popoli.
Questa è stata una guida costante del nostro impegno internazionale e la confermiamo in questo Congresso.
Esprimiamo la volontà di sviluppare relazioni di amicizia e cooperazione con qualsiasi paese del mondo, e ci soddisfa practicare la solidarietà internazionalista anche in paesi con cui non condividiamo l’ideologia governativa.
Ratifichiamo la determinazione d’esporre le verità con chiarezza, per quanto molesti qualcuno, per difendere principi, accompagnare le cause giuste affrontare gli incidenti come affrontiamo le aggressioni straniere, il colonialismo, il razzismo e il partheid.
È la base della nostra aspirazione la piena indipendenza di Nuestra America e dell’impegno di aiutare a formare una regione economica e socialmente integrata, capace di defendere l’impegno dell’America Latina
e dei Caraibi come Zona di Pace.
Questa è la política estera descritta nella Relazione Centrale del Congresso e che oggi ratifichiamo.
Compagne e compagni:
È stato molto difficile resistere e affrontare l’attuale situazione, che rallenta i nostri passi verso la prosperità desiderata. Non abbiamo smesso di rispondere alle domande e necessità del popolo, con argomenti per ogni decisione, convocando e intraprendendo processi, con azioni e misure complesse, ma è vero che non sempre abbiamo ottenuto comprensione e successo.
Lo dico senza lamentarmi. In una Rivoluzione autentica la vittoria è l’apprendistato. Non marciamo su una rotta conosciuta.
Siamo sfidati a innovare costantemente, cambiando tutto quello che dev’essere cambiato, senza rinunciare ai nostri principi più fermi. Senza appartarci mai dal concetto di Rivoluzione, un legato del leader invitto di questa prodezza, ma
liberi da legami rigidi, coscienti dei possibili equivoci che appaiono nel cammino andando.
Il Generale d’Esercito ha citato nella Relazione Centrale le positive esperienze della Cina e del Vietnam, con innegabili progressi nell’economia e nel nivello di vita delle lro popolazioni I due processi che confermano le elevate potenzialità della pianificazione socialista, hanno sofferto più di una correzione nel cammino, anche se il blocco alle loro economie è durato meno tempo ed è stato meno aggressivo.
Il lavoro del Partito nelle circostanze attuali è stato e continuerà ad essere fondamentale.
Non è possibile immaginare questo momento senza il lavoro dell’avanguardia politica, ma la nostra organizzazione necessita rapidi cambi nel suo stile di lavoro, più in accordo con questa epoca e le sue sfide.

Il Partito Comunista di Cuba continuerà nel riconoscimento e la difesa delle nostre basi essenziali: l’indipendenza, la sovranità, la democrazia socialista, la pace, l’efficienza economica, la sicurezza e le conquiste di giustizia sociale: il Socialismo!
A queste sommiamo la lotta per una prosperità che comprenda l’alimentazione e la ricreazione, che includa lo sviluppo scientifico, una ricchezz spirituale superiore, il benessere e dia potere al disegno del bello e funzionale.Vale la pena difendere il socialismo perchè è la risposta alle necessità di un mondo più giusto, equo, equilibrato e inclusivo; è la possibilità reale di disegnare con intelligenza e sensibilità uno spazio in cui entrano tutti e non solo quelli che hanno le risorse.
Tende come nessun altro sistema a concretare l’ansia martiana di conquistare tutta la giustizia.
La forza principale per realizzare questo proposito è l’unità, tutto quello che ci unisce: i sogni, le preoccupazioni, ma anche le angosce dei pericoli comuni.
Difenderemo questa unità, senza discriminare, senza dare spazio a pregiudizi, dogmi o incasellamenti che dividono ingiustamente le persone.
Un elemento indispensabile per sostenere questa unità che si forgia dal Partito, è l’ esemplarità della militanza, quello che esige da ogni militante un atteggiamento pubblico che dalla capacità, le dedizione, i risultati, risvegli ammirazione e rispetto in un popolo con un’acuta percezione per riconoscere a distanza il falso impegno e la doppia morale.
La continuità generazionale è parte fondamentale di questa unità. È necessario parlare e condividere realizzazioni con i nostri giovani, come le più importanti persone che sono; distinguerli come gestori delle trasformazioni in marcia.
In loro c’è la forza, la disposizione e la decisione, la sincerità per qualsiasi cosa da apprendere o per apporti rivoluzionari che domanda la situazione. Nel clímax della pandemia lo hanno dimostrato con volontà e responsabilità.
Oggi è compito del Partito consolidare l’autorità guadagnata dai meriti della generazione storica e preservare la guida e l’autorità morale della nostra organizzazione.
Per realizzare questi obiettivi è indispensabile rinforzare le dinamiche di funzionamento del Partito e l’attività della sua militanza di fronte ai problemi più grandi che affronta la nostra società, con la premessa che per il carattere del Partito unico, il nostro avrà sempre la sfida d’essere il più democratico, il più attraente, il più vicino al popolo nel suo insieme e non solo nel suo contorno immediato.
Anche se abbiamo dibattuto abbastanza il tema, prima e durante il Congresso vorrei appuntare alcuni criteri sulla necessità di rinforzare la vita interna del Partito per avere più vita esterna, cioè per funzionare realmente come un’avanguardia con una guida capace di proiettarsi nel suo ambito con autentiche preoccupazioni per il funzionamento della società e con poteri di convocazione e di mobilitazione che sbaraglino qualsiasi piano di nemici della nazione cubana che tentino di provocare un’esplosione sociale.
Oggi necessitiamo modi più consensuali e una documentazione meglio preparata per fomentare dibattiti onesti e apportatori all’interno dei nostri nuclei e stimolare il dibattito popolare propiziando incontri periodici con studenti e con giovani di differenti professioni e mestieri.
Non sono tempi di volantini o di attese di lunghi processi di coordinamento e analisi per promuovere dibattiti nei nostri nuclei.
La dinamica di questo tempo ci obbliga a cercare vie più agili, brevi e nuove per comunicare orientamenti. Nell’era di Internet, che già permette a milioni di cubani di ottenere una determinata percezione del mondo in un cellulare, i nostri messaggi alla militanza non possono seguire la lenta rotta della vecchia tipografia.
La principale premessa, un altro legato del Comandante in Capo, è non mentire mai nè violare principi etici. In questi valori riposa la solida autorità del Partito, la cui militanza sarà sempre convocata a dire e valutare la verità per dura che sia o appaia.
Noi quadri della Rivoluzione siamo stati educati con questo principio. E tutti i militanti siamo convocati permanentemente ad impugnare la verità come prima arma di combattimento. È la missione dell’vaanguardia che formiamo.
La verità chiara e opportunamente espressa, è inseparabile dal dovere permanente d’esssre e dare esempio.
La nostra capacità di guidare dipende da come lo assumiamo. Un popolo come il nostro, che ha sempre schierato davanti i più bravi della truppa, accetterà e riconoscerà nell’avanguardia solo coloro che siamo capaci d’agire come quelli che ci hanno formato.
Il più rivoluzionario nella Rivoluzione è dev’essere sempre il Partito, così come il Partito dev’essere la forza che rivoluziona la Rivoluzione (Applausi).
Vediamo e sentiamo i nostri intellettuali e artisti, gli educatori, i medici, i giornalisti e gli scienziati, i creatori, gli sportivi e anche i professionisti e i tecnici, gli studenti, gli operai, i lavoratori e i contadini, i combattenti delle FAR i del Minint che militano nel Partito e nella gioventù come il motore che rivoluziona la Rivoluzione in forma costante.
Ed è nostro dovere come quadri del Partito capire che questa forza politica non è mono cromatica, ne identica tra sè, e tanto meno unanime nell’esprimersi. Dobbiamo essere capaci d’apprezzare la forza del bosco, dei suoi alberi in fila e in quadro stretto, quando la Rivoluzione lo necessita.
L’unità deve prevalere senza dimenticare mai che si devono vedere il bosco e anche gli alberi Il collettivo e gli individualismi non sono lo stesso, anche si percepivano così Dobbiamo preservare la legittimità necessaria per far sì che il progetto continui ad avanzare parte della conoscenza approfondita delle sue singolarità.
Non possiamo lasciarci vincere dal peso delle difficoltà.
È necessario dare una nuova vitalità alla mobilitazione popolare le cui iniziative ci rafforzano.
L’abitudine ha minato molti dei nostri processi e oggi ci si deve scuotere dalle inerzie per promuovere la discussione onesta e apportatrice sui temi prioritari, definendo le azioni in ogni luogo e con la partecipazione dei quadri nella vita dei nuclei.
Fare della crescita delle fila del Partito un processo che susciti un genuino interesse con ripercussioni sociali, generare metodi di lavoro più attraenti, dalla resa dei conti del militante alla dinamica quotidiana del lavoro politico nei municipi e le province.
Nella misura in cui affrontiamo con chiarezza e trasparenza le battaglie per elevare la qualità di vita dei cubani e sommiamo i giovani a a participare con il loro naturale entusiasmo a tutti gli impegni cruciali per il paese, staremo riattivando le essenze del Partito.
È nostro obbligo essere portabandiera nella battaglia contro la corruzione, i modi disonesti d‘agire, l’abuso di potere, il favoritismo e la doppia morale.
Questo nostro comportamento nel lavoro, di fronte alla società la famiglia e il circolo delle amicizie che sia coerente con i valori che difendiamo.
La disciplina nel Partito, la direzione collettiva, gli studi teorici e la promozione di eventi sulla viabilità del socialismo, le idee del marxismo leninismo, le tradizioni del pensiero cubano, in particolare di Martí e di Fidel, sono temi da seguire immediato nelle nostre scuole del Partito, con la necessaria formazione teorica e dell’amministrazione, con tecniche di direzione moderne e un’ampia base culturale e storica.
Sono convinto che dobbiamo incorporare come pilastri del nostro lavoro, l’informatizzazione di tutti i processi all’interno dell’organizzazione, l’appoggio nella scienza e l’innovazione per analizzare e dare una soluzione ai temi pi`complessi così come lo sviluppo creativo della comunicazione sociale.
Il lavoro del partito nella ricerca costante di alternative emancipatrici, che necessitano un bagno di scienza e di tecnologia, che devono essere parti di questo processo.
Il marxismo ci ha lasciato un legato inestimabile: la certezza che la scienza e la tecnologia sono parte indissolubile dei processi sociali e che nella relazione scienza-tecnologia-società ci sono le chiavi dello sviluppo in previsione e prospettivo in qualsiasi progetto. È il cammino per costruire un’economia socialista basata nella conoscenza, una società sempre più fondata nella conoscenza. Un orizzonte promettente per le nuove generazioni.
Ci sono molti impegni davanti a noi che necessitano di una partecipazione attiva e stimolante per la militanza per mobilitare le energie del paese verso gli obiettivi dello sviluppo, particolarmente la sicurezza e la sovranità alimentare, lo sviluppo industriale e il problema energetico.
Ma anche e in primo luogo, la preparazione per la Difesa, il rafforzamento dell’ordine istituzionale e dello Stato di Diritto socialista.
Continueremo a lavorare nelle leggi derivate dalla nuova Costituzione e nel rafforzamento della democrazia socialista, vincolata alla giustizia e all’equità sociale; l’esercizio pieno dei diritti umani; la rappresentazione effettiva e la partecipazione della società nei processi economici e sociali in corso, verso un socialismo prospero, democratico e sostenibile. Tutto in un ambiente sempre più libero dagli impedimenti el burocratismo, del centralismo eccessivo e dell’inefficienza.
Il successo di questi propositi dipende dalle nostre capacità di dialogare con la popolazione, entusiasmare e implicare tutta la cittadinanza e ricostruire valori che diano un senso maggiore e una trascendenza all’impegno sociale.
Coscienti che la democrazia è più socialista nella misura in cui è più partecipativa, ci corrisponde stimolare la partecipazione popolare, creando spazi e procedimenti per seguire, valutare e applicare le domande e proposte che la fanno effettiva.
Questo imprescindibile vincolo con le domande e le necessità del popolo attraverso la partecipazione, si lega a uno degli impegni fondamentali del lavoro del Partito in questi tempi: la comunicazione sociale, insufficientemente intesa tuttavia con il criterio sbagliato che è un tema secondario di fronte alle urgenze economiche e politiche. Come se queste urgenze non fossero, in alcuni casi, risultato di sottovalutazione del peso specifico della comunicazione sociale.
Lo spazio dell’organizzazione di base e del resto delle strutture del Partito, all’ interno e nella sua relazione con le strutture dello Stato, Governo, organizzazioni di massa e la società civile, deve convocare, facilitare lo scambi e il dibattito rivoluzionario, spogliato da formalismi, da imposizioni e da orientamenti superflui.
Rivoluzionario, perchè nasce dalle inquietudini degli impegnati perché il processo si perfezioni, si rinforzi, non si fermi né sia anchilosato Dobbiamo realizzare tra militanti e non militanti impegnati con il benessere di Cuba, la ricerca di soluzioni efficaci che nella pratica quotidiana apportino dalla base un’intesa aggiustata alla nostra realtà.
Ogni persona, ogni collettivo, ogni organizzazione di massa conta. La battaglia è nostra, è di tutti e dobbiamo concentrare in lei i nostri sforzi.
Si tratta di sopravvivenza, di dignità, di decoro e di preservare le conquiste realizzate.
Compatrioti:
La Revoluzione ha dato un senso a termini che non dobbiamo abbandonare nella nostra volontà d’affronatre e trasformare il contesto: difendiamo la prestanza, il prestigio, la sorte, la decenza, i diritti, l’efficienza, la qualità, la cultura del dettaglio, la la bellezza, la virtù, l’onore, la dignità e la verità in tutto quello che noi proponiamo e facciamo.
Da questa pratiica del Partito dobbiamo proporci di avanzare nell’Ordinamento, il recupero, la ponderazione e il rafforzamento dei valori etici e morali che ci hanno portato sino qui, colpiti indubbiamente negli ultimi decenni dalle avversità e dalle successive difficili circostanze.
Di fronte all’ingiusto ordine economico internazionale imposto dal fallito e screditato neoliberalismo, Cuba mantiene una linea d’azione che ispira ammirazione, stupore e tutti i tipi di sentimenti favorevoli tra quelli che desiderano una realtà globale migliore.
Questo comportamento accresce la frustrazione, la disperazione e l’impotenza del vicino del Nord e dei suoi accoliti, dei vendi patria e annessionisti, dei sottomessi e indegni, che si piegano ai disegni dell’impero, tutti nemici giurati che s’impegnano a costruire i più perversi piani per attaccare la Rivoluzione, creare sfiducia e spezzare l’unità.
Stringendo i lacci dell’assedio economico si vuole costruir la matrice di una Rivoluzione rigida, ferma, lenta, che non ha soluzioni e niente di nuovo da offrire, incapace di propiziare dialoghi e difendere la partecipazione, di dare felicità. Cercano di rubarci temi, parole e frasi per paralizzare volontà e distruggere sentimenti e paradigmi.
Il dinaro corre a fiotti per seppellire la Rivoluzione.
Non siamo una società chiusa, nè questo è un processo rivoluzionario debole, sfasato o anchilosato. In questi 60 anni abbiamo pianificato un progetto politico assolutamente nuovo e sfidante, nel mezzo di pressioni inimmaginabili. E siamo cresciuti, avanzando e rettificando molte volte con il fine di perfezionarlo.
Nella battaglia ideologica dobiamo ricorrere a Fidel, che ci ha insegnato non solo che la cultura è la prima cosa da salvare, ma che per salvarla dobbiamo essere interlocutori costanti dei nostri intellettuali e artisti.
Inoltre ci ha insegnato che questo non sarebbe un dialogo comodo per le parti convolte ma che sì è e dev’essere un processo permanente, dove il rispetto e la volontà di lavorare insieme siano genuinamente provati.
La Rivoluzione non solo non teme il pensiero creativo, ma lo stimola, lo coltiva, apre campi per la sua crescita e sviluppo lo riconosce e si nutre dei suoi apporti. Per questo ha creato un sistema d’insegnamento e di promozione che in tutti questi anni, anche nei più difficili, è servito come protezione e salvaguardia del più prezioso patrimonio material e immateriale dell’opera dei creatori cubani.
L’apprendistato nei campi della poltica e dell’ideologia riguarda tutte le forze che partecipano a un processo.
L’imperdonabile non è aver commesso errori negli anni precedenti o adesso, l’imperdonabile sarebbe non correggerli.
In questo senso siamo stati coerenti, abbiamo rettificato ed esiste la volontà di continuare farlo, perchè è intrinseco lo sviluppo nel terreno delle idee come in quello dell’economia e in altri.
Una bella canzone cantata in due da Silvio Rodríguez e Santiago Feliú avvierte: «Quanto si dubita ogni volta che la menzogna vince!».
LI gradni media e le reti sociali digitali funzionano come piattaforme effettive per la manipolazione e la menzogna senza limiti. Dietro ad ogni essere che dubita o che condivide una notizia falsa, loro annotano una piccola e maligna vittoria.
Sarebbe ingenuo pretendere che gli esponenti di determinate azioni artistiche, politiche e di qualsiasi natura, ignorino o non abbiano interesse a considerare i contesti. Da opportuni a opportunisti, da liberali a caotici, da indipendentisti a neo annessionisti, da trascendentali a irresponsabile, c’è una sottile e fragile distanza.
Che non ammettano nemmeno che si cospira con malvagità dalla destra più radicale per eliminare la nostra esperienza, senza sguardi, e che se moriamo come progetto non avremo mai l’autodeterminazione come opzione, termina per essere un’ irresponsabilità criminale con il loro paese e con il loro tempo.
Già non parliamo nemmeno della colonizzazione dalla cultura, parliamo della guerra dalla destra più reazionaria , oggi disperata e senza caserma, che si attacca a tutto, ansiosa d’avanzare in qualsiasi scenario di progresso, con l’ossessione di distruggere ogni progetto della sinistra.
Sono sociopati con la tecnologia digitale sempre disponibile, sempre a punto, in guerra aperta alla ragione e ai sentimienti. Attaccano , non un sistema político solamente ma le vere urgenze dell’uomo, quello che ci vincola come specie. Questa è la guerra più pericolosa, ma anche la più vile.
Non possiamo ignorare che i nemici della Rivoluzione applicano concetti di Guerra Non Convenzionale contro Cuba, una guerra nella quale tutto il banale, volgare, indecente e falso, vale, e, senza dubbio, cerca di insinuarsi al fianco della sensibilità, della cultura e del peniero.
I paladini della libertà che trafficano con valori che non conoscono nemmeno , pretendeno di smantellare una Rivoluzione che ha emancipato milioni.
Incitano vergognosamente alla profanazione dei simboli, dei fatti e degli spazi più sacri della storia patria, convocano alla disobbedienza, alla mancanza di rispetto, al disordine e all’indisciplina pubblica, accompagnando a questi richiami con la costruzione piena di calunnie, di pseudo realtà, impegnati a confondere, sfiduciare e promuovere sentimenti negativi.
La Rivoluzione Cubana non verrà tradita nè regalata a coloro che pretendono di vivere giocando con la sorte della Patria (Applausi).
Nom permetteremo che gli “artivisti” —come si chiamano loro stessi, tra virgolette— del caos, della volgarità della mancanza di rispetto, insozzino la bandiera e insultino le autorità. Non ignoriamo che cercano disperatamente d’essere sdetenuti per compiere il mandato di coloro che li pagano, che non incontrano vittime credibili per i loro infami rapporti su Cuba.
È bene avvisare il delinquente mercenario che lucra con il destino di tutti, quelli che chiedono « invasione già», e quelli continuamente offendono con parole e fatti chi non riposa , che la pazienza di questo popolo ha dei limiti! (Applausi prolungati).
La virtù starà nel saper serrare le fila nella difesa della Patria che ci ha affidato chi ci ha preceduto e ci ha portato sino al presente.
Nemmeno nel peggiore degli scenari un militante può essere un passivo spettatore di una provocazione o lasciare che una compagna un compagno delle fila affronti da solo i provocatori. La Rivoluzione la difendono i rivoluzionari ! (Applausi). E tra i rivoluzionari i comunisti vanno al fronte! (Applausi). Mai come cupola, ma in qualità di forza coscienete e impegnata. Questo significa essere e agire come avanguardia política! (Applausi).
Si deve provare orgoglio per far parte delle fila del Partito e intendere la militanza come un’azione di dedizione agli ideali che l’organizzazione difende con passione, con allegria e con responsabilità.
È l’ora di comprendere e usare tutte le risorse della comunicazione sociale, particolarmente nel lavoro nelle reti, per trattare i temi che incidono nella società, per scambiare e dare risposte opportune da qualsiasi istituzione dove accedono i cittadini, per favorire la partecipazione, la trasparenza e la resa dei conti, per mostrare gli animi che muovono il paese.
Dobbiamo approfittare di tutti gli spazi della comunicazione per dare la nostra battaglia come rivoluzionari,facendo sentire il peso della storia, le ragioni e le convinzioni patriottiche, le chiavi della guida collettiva.
Abbiamo la sfida di raccontare con voce propria tutto il buono che abbiamo fatto, così come quallo che possiamo e dobbiamo continuatre a fare, mostrando le nostre luci e i nostri impegni.
Viviamo in un paese strutturato e organizzato, dove si lavora molto per resistire ai colpi di una realtà ostile e asfissiante, ma che s’impegna ad andare avanti verso un maggior benessere sociale.
Questa verità dobbiamo farla sentire tutti i giorni mediante un gocciolio informativo, educativo, illustrativo su ogni progetto, in ogni scenario di resistenza e costruzione per superare le avversità.
Facciamolo senza altisonanze, nè vanteria, offrendo contenuti dalla verità e la virtù, dalla fermezza e la coerenza, dalleleganza e la misura, senza discorsi che provochino stanchezza e rifiuto, con argomenti e sentimenti, dalla sensibilità e l’empatia. Con il linguaggio di coloro che resistono ogni giorno da questa dimensione più intima della Patria che è i quartiere, la piccola parcella di terra, la comunità, la fabbrica, la scuola, l’opera, la famiglia e accorciando la breccia tra i discorsi istituzionali e le domande
pubbliche.
La Rivoluzione è un vero dialogo che antepone la verità e l’etica all’indecenza e alla perversità, che non negozia la sua esistenza, non legittima mercenari e agisce con sicurezza e fermezza.
Analizziamo con obiettività i passi avanti nella lotta per l’emancipazione della donna, contro la violenza di genere, il razzismo e la discriminazione, a favore della cura e la protezione dell’ambiente e degli animali.
E riconosciamo che dobbiamo avanzare di più, per dare ogni volta di più una più giusta risposta alle inquietudini popolari.
Esercitiamo una militanza nel Partito e rivoluzionaria che sia attiva nello scontro alle condotte razziste e discriminatorie e in difesa dei diritti della donna cubana.
Compagne e compagni:
Permettemi ora alcune parole sulla cruciale battagli economica, senza la quale tutte le altre possono risultare inutili.
Il quinquennio valutato da questo Congresso non mostra buoni risultati economici. In questo influiscono anche inefficienza e inefficacia nell’impegno di una parte significativa del sistema delle imprese e del settore del bilancio, si presentano problemi strutturali che danneggiano il suo svolgimento e che non sono stati risolti nel periodo, l’ eccesso di spese che non risultano imprescindibili e la mancanza di controllo delle risorse materiali e finanziarie così come impedimenti inutili e il burocratismo, tra i tanti mali presenti nel nostro sviluppo economico, la cui soluzione dipende da noi.
Anche se abbiamo trascorso questo periodo con difficoltà di diversa indole, l’economia ha dimostrato capacità di resistenza, dando la possibilità di preservare le conquiste sociali, senza rinunciare agli obiettivi di sviluppo previsti, così come l’appoggio solidale ad altri popoli.
Cuba ha dado una magnifica lezione di come la volontà politica, la vocazione umanista della Rivoluzione, la gestione del Governo, le politiche pubbliche che hanno al centro l’essere umano, i dialoghi tra i principali decisori e gli scienziati e la partecipazione del popolo possono con relativo successo affrontare un complesso problema come quello dalla pandemia.
Un piccolo paese senza risorse, assediato e crudelmente bloccato, ha ottenuto indici che presentano un comportamento migliore di quelli di molti paesi del mondo e della regione. Quest’opera è sostenuta da questa economia
che critichiamo per perfezionarla e farla più efficiente, ma che apporta conquiste sociali inclusive e francamente rilevanti.
Il Partito ratifica che non ci conformiamo con mantenere le potenziali forze su cui conta il paese con il fine della sopravvivenza. Al contrario, aspiriamo a resistere creativamente, senza rinunciare ai nostri progetti di sviluppo, perfezionandoli, attualizzando i concetti e modernizzando le forme di fare e partecipare.
Dobbiamo nel minor tempo, con i nostri sforzi, riconoscendo che il camino è in noi stessi, nell’Isola, con la minore dipendenza esterna possibile, risolvere la sfída di produrre gli alimenti che necessitiamo, il miglior utilizzo delle fonti
rinnovabili di energia, l’utilizzazione sostenibile e con qualità delle potenzialità turistiche, l’efficienza nel processo degli investimenti, l’orientamento della produzione nazionale per risolvere le domande del mercato interno, la crescita della qualità di tutti i servizi che si prestano alla popolazione.
Ci sono concetti di base in qualsiasi tipo d’Economia, che dobbiamo far primeggiare definitivamente, come il risparmio e l’economia circolare.
S’impone anche l’eliminazione della mentalità importatrice.
Per superare la crisi è necessario dinamizzare il processo dell’attualizzazione del modello economico e sociale e l implementazione della Strategia e del Piano Nazionale di Sviluppo Economico e Sociale sino al 2030, combinando flessibilemente la relazione tra la necessaria pianificazione, la decentralizzazione e l’autonomia indispensabile per lo sviluppo territoriale, con la partecipazione di tutti gli attori economici, includendo l’impresa statale, le micro, piccole e medie imprese e le cooperative.
Ossia, resisteremo, creativamente, attraverso un’analisi profonda e reale di ogni situazione, convocando una conoscenza esperta, propiziando la partecipazione popolare e l’innovazione. Ovviamente, senza rinunciare ai nostri principi internazionalisti, di solidarietà e cooperazione con l’umanità.
L’impegno Ordinamento, non sempre ben compreso anche da coloro che hanno la responsabilità d’applicarlo, domanderà immediatamente molto lavoro politico, come il processo di grane complessità che è.
Si è discusso abbastanza se era il momento di metterlo in pratica, nel mezzo di inaspettati impegni che ci hanno posto la pandemia e l’opportunista indurimento del blocco.
La risposta è una sola: non possiamo continuare a rimandare questa trasformazione orientata a stimolare lo sviluppo e la partecipazione articolata di tutti gli attori economici.
È onesto riconoscere che l’Ordinamento ha presentato problemi di strumentazione per l’insufficiente preparazione di alcuni dirigenti e l’inadeguata interpretazione delle norme, ma esistono incomprensioni derivate dall’errore d’associarlo a problemi che erano presenti prima della sua implementazione. A questo si sommano le insoddisfazioni generate da un’argomentazione non sempre opportuna e precisa e alcuni reclami inammissibili, che si allontanano dai principi dell’Impegno.
La nostra prima risposta è stata dare un seguito e una soluzione immediata —sempre che sia possibile— alle proposte critiche della popolazione, propiziando un importante esercizio di partecipazione cittadina, che non può ignorare gli aggiustamenti, le correzioni e i cambi implementati.
Tariffe, prezzi e le misure più recenti per favorire e stimolare la produzione e il commercio di alimenti, rispondono a questa strategia.
Ancora una volta facciamo appello a un necessario cambio di mentalità che faciliti questi propositi.
Già è ora di passare dal richiamo alla trasformazione.
Vinceremo nella misura in cui l’orizzonte di quanto facciamo sempre sia la maggiore felicità possibile delle cubane e dei cubani , difesa dalle essenze del nostro socialismo.
La situazione attuale e i propositi derivadti dai nostri dibattiti definiscono un forte impegno per i dirigenti cubani.
La società e le sue istituzioni necessitano quadri, con una profonda preparazione etica e professionale, che se distinguano per qualità come l’inquietudine rivoluzionaria, la sensibilità per i problemi del popolo, la
disposizione per la consegna e la capacità d’affrontare le avversità con dedizione e creatività che ispiri e motivi l’innovazione.
In qualsiasi circostanza, ma essenzialmente nelle più difficili e problematiche, i nostri quadri devono spiccare per la loro dedizione all’impegno. l’ansia di migliorare, la modestia e la sensibilità sufficienti di mettersi nel posto degli altri, anteponendo il noi al io. Hano la responsabilità di dialogar sinceramente, di cuore e di essere agili incorporando queste percezioni alla presa delle decisioni.
Il Congresso ha approvato una strategia per la preparazione dei quadri che comprenderà l’analisi scientifica della loro selezione, formazione e promozione, che considererà le tappe di transito per differenti responsabilità.
Compatrioti:
Il blocco e la pandemia si sono uniti nell’ultimo anno per porre in pausa le nostre proiezioni e i nostri sogni. Ci sbracciamo duramente contro le difficoltà quotidiane e, anche se a volte potrebbe sembrare che non riusciremo a riaffiorare nel mezzo dell’incertezza, d’immediato ci assalta e ci stupisce la nostra stessa capacità di resistenza e di creazione.
Che un paese bloccato a limiti perversi sia riuscito a sostenere vitalità dei suoi principali servizi, assistere tutta la sua popolazione contagiata o sospetta, abilitare in tempo record più di una ventina di laboratori di biologia molecolare, disegnare e elaborare prototipi nazionali di ventilatori polmonari e kits di diagnosi, e sviluppare cinque candidati a vaccino, proponendosi di produrre dosi sufficienti per immunizzare tutta la popolazione e apportare ad altre nazioni, oltre ad offrire una meritevole e riconosciuta collaborazione
medica a varii popoli del mondo è molto più che una luce al finale del tunnel.
È la prova che stiamo nel lato corretto della storia e che l’opera rivoluzionaria e socialista ha tanta potenzialità e apporto che nemmeno il più grande impero è riuscito a farla crollare.
A questa prodezza indiscutibile, il nostro popolo ha posto un nome: Fidel Castro Ruz! (Applausi).
Il Comandante in Capo, con il precetto martiano che governare è prevedere, in giorni molto incerti per Cuba, fomentò lo sviluppo della Biotecnologia, la produzione di farmaci e vaccini e la formazione di medici per la nazione e per il mondo. Lui, che vedeva prima e vide più lontano, sin dove l’umanità può realizare i suoi sogni, è un riferimento continuo, quando davanti agli occhi stupiti di molti, Cuba emerge salvandosi e contribuendo a salvare il mondo dalla sua peggior pandemia nei secoli .
Quando done e uomini in camice bianco, membri di una brigata Henry Reeve scendono la scaletta di un aereo, portando davanti la Bandiera con la Stella Solitaria, e si dispongono a salvare vite senza potte un prezzo al loro lavoro, le menzogne e le infamie contro Cuba cominciano a dissolversi come ghiaccio nell’acqua calda e la nostra verità si moltiplica nell’azione di salvare.
Compatrioti di tutta Cuba, militanti quotidiani della Rivoluzione:
i membri del Burò Politico, della Segreteria e del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba, eletti oggi, assumono lo straordinario impegno di dare continuità alla Rivoluzione Cubana.
(Applausi).
Dopo vari anni di lavoro e di dedizione agli impegni del Partito, salutiamo varie compagne e compagni che nelle loro rispettive funzioni sono parte di tutto quello che il paese ha fomentato e conquistato in condizioni di sfida negli ultimi anni.
Tutti portano con sè il migliore dei riconozcimenti: aver lavorato nelle più alte istanze del Partito fondato e diretto s Fidel, Raúl e altri compagni della storica Generazione del Centenario, come i Comandanti della Rivoluzione Ramiro Valdés e Guillermo García, che continuano a darci ogni giorno lezioni di dedizioni e consegna all’opera comune. (Applausi).
Al Comandante dell’Esercito Ribelle, José Ramón Machado Ventura (Applausi), che per decine d’anni ha portato sulle sue spalle e i difficili compiti dell’organizzazione, il suo funzionamento e la vita interna, il controllo delle risorse e l’amministrazione, va il nostro permanente ringraziamento per la sua dedizione, per la sua disciplina e lealtà.
Per i suoi insegnamenti l’appoggio e la fiducia in quello in cui transitiamo, passo a passo, dalle organizzazioni studentesche e giovanili di base all’impegno di direzione. la sua semplicità, la sua modestia e la sua dedizione ci accompagneranno sempre come lezioni di vita. (Applausi).
In quanto al Generale d’Esercito, il Congresso della Continuità vuole testimoniare il nostro enorme debito con un uomo che non potrà mai separarsi dal Partito del quale è fondatore.
Riassumere i suoi apporti alla Rivoluzione, come ho fatto all’inizio, non è solo un dovere dei compagni. È un modo di dimostrare a noi stessi quali sono le principali qualità di un leader, di un autentico rivoluzionario, sempre insoddisfatto con l’opera che dirige e attento ai palpiti sociali, sensibile a quanto serve o pregiudica il popolo.
Intransigente e fermo quando si tratta d’affrontare l’avversario e difendere l’opera. Sincero e affettuoso quando stimola, riconosce, premia, anche quando sanziona un compagno delle
battaglie.
La Continuità si afferma nell’esempio e tra gli insegnamenti degli leaders che ci hanno preceduto, risalta sempre il riconoscimento opportuno e sentito a coloro che danno tutto per il destino collettivo.
Compagno Generale d’Esercito, Ministro o semplicemente Raúl, come lo chimano popolarmente, in nome dei miei compagni, le mie compagne e del popolo cubano: GRAZIE per l’esempio, lo stimolo, la forza e la fiducia! (Applausi). Grazie per esserci e aiutarci a credere in noi stessi!
È stato importante, molto importante, il suo appoggio e il suo stimolo in questi anni d’apprendistato e formazione che ci permettono d’assumere oggi responsabilità in quelle che Lei e Fidel hanno storia.
La sfída è tremendo, ma resta la tranquillità che la scuola è vicina e che voi siete al nostro fianco. (Applausi).
Compagne e compagni:
Quello che succede oggi ci colloca di nuovo di fronte al filo della storia.
È il 19 aprile, il giorno della vittoria di Girón, quella battaglia prima contro i mercenari dell’impero che volevano sorprendere la Rivoluzione e furono sorpresi da lei. La dichiarazione del carattere socialista della Rivoluzione il giorno prima di quei combattimenti, il valore e il genio di Fidel brillando nell’organizzazione della battaglia perché durasse meno di 72 ore e non riuscissero ad occupare una spiaggia con l’immagine del leader sul carro armato in marcia, sempre al fronte delle sue truppe, sono tornati in occasione della data per ricordarci chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo. (Applausi).
Il Partito Comunista di Cuba è indissolubilmente unito a questo simbolo di resistenza e alla vittoria che spetta a tutti coloro ch combattono limpidamente per i diritti dei loro popoli e non reclamano altro che un posto nell’avanguardia.
La nostra generazione intende la responsabilità che assume accettando questo impegno e dichiara alla generazione storica il suo onore e l’orgoglio di dare continuità alla Rivoluzione (Applausi).
Lo facciamo seguendo il principio immortale di Maceo: «...chi pensa d’appropriarsi di Cuba, raccoglierà la polvere del suo suolo annegato nel sangue, se non è morto nella lotta».
Parafrasando Camilo nelle sue note parole a Fidel, ricevendo il grado di Comandante dell’ Esercito Ribelle nella Sierra Maestra, vogliamo dire alla generazione storica, ai nostri compagni di militanza nel Partito e al nostro amato popolo : Grazie per darci l’opportunità di servire questa degnissima causa per la quale saremo sempre disposti a dare la vita (…) Ma sarà più facile smettere di respirare che smettere d’essere fedeli alla vostra fiducia! (Applausi).
Siamo Cuba!
Cuba Viva!
Patria o Muerte!
Vinceremo! (Ovazione/GM – Granma Int.)




