Un festival che non abbandonerà i sogni latinoamericani
L’America Latina che ha visto nascere il Festival soffre ancora per le cattive strutture con cui il capitalismo annichila la vita e mina la dignità.
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L’America Latina che ha visto nascere il Festival soffre ancora per le cattive strutture con cui il capitalismo annichila la vita e mina la dignità.
Anche se non sono date le condizioni per far sì che fioriscano i valori come desidereremmo, non è nemmeno un’opzione che campeggi l’indifferenza.
Dal 25 novembre e sino al 10 dicembre, si celebrano in Cuba i giorni d’attivismo per la non violenza sulle bambine e le donne. In questo contesto, Granma ha parlato con Claudia Korol, giornalista argentina, educatrice popolare, femminista, marxista e anticolonialista, che ha partecipato a Le Femministe di Abya Yala, ed è coordinatrice e autrice di preziosi libri sul tema.
L’unica forma d’essere conseguenti con il legato dei padri che fondarono la Patria, è cercare di salvarla dal capitalismo sino alle ultime conseguenze.
Sono passati 60 anni da quel giorno in cui si dichiarò il carattere socialista della Rivoluzione, quando da poco avevamo vinto una dittatura. Il contesto cubano contemporaneo è un altro. Abbiamo approvato una Contituzione nella quale si riconosce il carattere irrevocabile del socialismo in Cuba. Nonostante, il patto collettivo per la continuità del nostro socialismo, ci tocca attualizzarlo ogni giorno.
Noi non ci stancheremo mai di denunciare il blocco che gli Stati Uniti esercitano sul nostro paese, perché da più di 60 anni danneggia la vita del nostro popolo in tutti gli ordini possibili.
Ho scritto denunciando come le reti sociali vengono usate per attaccare il nostro sistema politico, ma non so se nella notte di giovedì 20 maggio è stato percepito qualcosa che è stato creato tempo fa: c’è una comunità di rivoluzionari nelle reti sociali. Plurale, diversa, spontanea
Si compie un altro anniversario della nascita di uno dei cubani più universali della storia, orgoglio della nazione e del nostro continente e la sua opera continua ad essere di grande vigenza, motivo di dibattito e fonte d’interpretazioni diverse
Non si disattivano dal mercenarismo nè dall’ingerenza straniera nei nostri temi interni, ma confessano di ricevere appoggio senza guardare da dove proviene, anche se è un gruppo di terroristi radicati a Miami, sprofondati da più di 60 anni nell’odio verso Cuba.
La farsa di San Isidro, di pessima fattura, è stata un tentativo degli Stati Uniti per effettuare un colpo blando in Cuba. Non si può vedere in altra maniera.