OFFICIAL VOICE OF THE COMMUNIST PARTY OF CUBA CENTRAL COMMITTEE

Le relazioni mercantili tra gli Stati Uniti e Cuba hanno transitato nello spazio di più di 60 anni per un cammino plagato da ostacoli, restrizioni, incontri e separazioni, nei quali il turismo è stato specchio e segno principale della mobilità e del commercio delle persone.
 Per questo l’industria dei viaggi e il nesso delle nazioni citate marcano i fallimenti delle politiche imposte dai governi statunitensi alterni, democratici e repubblicani, rispetto all’Isola.
L’accademico e investigatore cubano José Luís Perelló, in un’analisi riassuntiva pubblicata nel dicembre del 2024 nel media digitale statunitense Progreso Weekly, ha analizzato la situazione attuale del turismo nell’Isola e la sua relazione con gli USA, lavoro che acquista  maggior importanza ricordando che un decennio fa, il 17 dicembre del 2014, cominciava il processo di disgelo tra i due paesi, che permise una nuova fase nelle loro relazioni.
Indica che, com’è noto, gli Stati Uniti hanno giocato e continuano  a giocare un ruolo fondamentale nell’economia di Cuba, nonostante le restrizioni imposte  dalle  regole del governo di Donald Trump, continuate dal governo democratico di Joe Biden.
Il clima di distensione nei víncoli tra i governi di Washington e L’ Avana durante gli anni 2015 e 2016, finale del secondo mandato del presidente Barack Obama, incentivò la crescita  del flusso dei visitatori  foranei a Cuba.
Con l’inizio del governo repubblicano di Donald Trump, a partire dal gennaio del 2017, una nuova tappa di restrizioni e un calo del turismo internazionale erano prevedibili.
Senza dubbio gli anni 2017 e 2018 mostrarono migliori risultati.  
Nonostante un gruppo di fattori esogeni negativi, a partire dal settembre del 2017, quest’anno terminò con quattro milioni 689 mila visitatori,  un aumento del 16,2% rispetto all’anno precedente.
Gli arrivi internazionali del 2018 totalizzarono quattro milioni 732 mila visitatori,  la miglior cifra registrata in Cuba dall’inizio dello sviluppo del settore turistico
In quell’anno visitaronol’Isola  620 676 cubani residenti all’estero e  638 360 statunitensi, che rappresentarono il 27,5% del totale dei visitatori internazionali.
 Dal secondo anno del suo primo mandato, il presidente Trump impose un indurimento radicale delle sanzioni contro l’Isola, più di 240 misure che compresero dal giugno del 2019 la proibizione dei viaggi con navi da crociera dagli Stati Uniti, tra le altre. In quello scenario, il trasporto aereo tra Cuba e la nazione vicina, nel 2018, sofferse una contrazione del 18,3 per cento rispetto all’anno precedente e in totale si realizzarono 11 704 voli, 2 620 in meno che nel 2017.
Le cause principali che lo determinarono furono le nuove politiche dell’Amministrazione Trump rispetto ai viaggi a Cuba.
Nell’ottobre del 2019, il Dipartimento del Trasporto annunciò la sospensione di tutti i voli delle linee aeree statunitensi per l’Isola isla, con eccezione di quelli diretti all’Aeroporto Internazionale José Martí, de L’Avana.
Tra il 2019 e il 2020 Cuba ha sofferto i colpi più forti per queste sanzioni e restrizioni, includendo l’attivazione del Titolo III della Legge Helms-Burton a partire dal 2 maggio del 2019; l’inclusione nella lista dei paesi che Non Cooperano pienamente con gli sforzi  antiterroristi, e l’inserimento di 211 imprese nella Lista delle Entità Cubane Ristrette.
E in più stabilirono gli alloggi alberghieri proibiti tra le varie misure che non sono state eliminate durante quest’ultima amministrazione democratica, ha aggiunto lo specialista.
Nel marzo del  2020, per via  della pandemia della Covid-19, il Governo cubano decise la chiusura totale delle entrate nel paese, una misura stabilita da molte nazioni per affrontare una delle malattie più dannose della storia.
Washington dispose che le persone che avessero viaggiato a Cuba non avrebbero rispettato i requisiti per farlo verso gli Stati Uniti, tra le molte restrizioni.
Perelló elenca vari fattori che incidono sul calo degli arrivi a Cuba, già prolungato per tre anni e che non sarà facile revertire.
Cuba s’incontra in una crisi  economica provocata dal rallentamento  della produzione durante la pandemia, una crisi multi sistemica interna con l’impatto delle sanzioni  crescenti di Washington. A questo vanno aggiunte le devastazioni sofferte dal paese, provocate da fenomeni del clima e meteorologici, di uragani e terremoti.
In questo complesso scenario, sino al 31 ottobre del 2024, il numero di cubani residenti all’estero che hanno viaggiato nell’Isola è diminuito del 17,82% rispetto allo stesso periodo del 2023.
Per il caso dei cubani residenti negli Stati Uniti il calo è stato del 19,23%. Alla fine di ottobre, solo 244 116 hanno visitato l’Isola nel periodo gennaio-ottobre, molto al di sotto dei  513 657 cubani residenti all’estero che l’hanno visitata nello stesso periodo del 2019.
Il mercato statunitense ha apportato 118 38 viaggiatori, un totale inferiore alla cifra ottenuta nel periodo gennaio-ottobre del 2019, quando arrivarono 452 835 viaggiatori.
Questa caduta rappresenta un calo del 74% del periodo analizzato (oggi visitano Cuba meno della metà di quanti la visitavano cinque anni fa).
Lo scenario non potrebbe essere più complesso.  
Il blocco indurito si mantiene intatto ed è un’altra variabile di gran peso, ma se la nuova amministrazione repubblicana compie le sue promesse della campagna elettorale, Cuba vivrà tra il 2025 e il 2029 una situazione ancora più difficile.
Per tutto questo il futuro del paese potrá solo dipendere dall’abilità di fomentare lo sviluppo economico per altre vie, conclude l’analisi di Perelló. (Prensa Latina) •