
Ubicata nell’Avana vecchia, nella centrale calle Prado, s’incontra Velo Cuba, un’impresa di ciclo-mobilità impegnata con l’inclusione, la cura e la protezione dell’ambiente, pensata per la comunità.
Suharmi Leal Pertierra, specialista commerciale di Velo Cuba, ha raccontato a Granma Internacional che questo progetto è nato nel 2014 per dotare le donne degli strumenti prinicipali della meccanica delle biciclette, cosa poco comune quando oggi «lavoriamo all’emancipazione di tutte le persone».
Dal 2021, si è trasformata in una mipyme, e attualmente offre un’ampia gamma di servizi che, oltre alle riparazioni e alla manutenzione delle biciclette include il ciclo-turismo, le scuole di Ciclo-mobilità e la fabbricazione di biciclette artigianali.
«Siamo un’impresa di ciclo-mobilità. Faciamo cicloturismo e gestiamo il sistema di biciclette pubbliche de L’Avana Vecchia (Ha’bici), il primo del suo tipo in Cuba. Conta con varie stazioni e fomenta questo tipo di mobilità, più sostenibile e amichevole con l’ambiente», spiega Leal Pertierra.
«Il sistema delle biciclette pubbliche è stato concepito in occasione del 500º anniversario de L’Avana.
Piano piano abbiamo ricevuto donazioni di biciclette attraverso l’Ufficio dello Storiagrafo e delle ONGs come MPDL (Movimiento per la Pace), ha aggiunto la sua fondatrice e presidente Nayvis Díaz Labaut.
«Abbiamo dieci stazioni approvate ne L’Avana Vecchia e alcuni punti giungono sino al Centro Avana. Ora ne abbiamo aperto uno in Regla e in futuro prevediamo d’aprirne uno in San Miguel del Padrón, e Trinidad ha espresso interesse per offrire questo servizio nel suo territorio».
«Una volta al mese realizziamo un progetto con bambini, adolescenti e adulti, liberi da costi, nel quale si insegna a montare in bicicletta e fare una meccanica semplice, ossia mettere una catena, pulirla, chiudere un buco.
Inoltre abbiamo una scuola di ciclo- mobilità approvata dal Ministero dell’Educazione Superiore, nella quale insegniamo a sviluppare
la sua capacità d’impresa, la meccanica della bicicletta, a fare messaggeria imprenditoriale e commerciale, con elementi di base dell’amministrazione», ha risaltato Leal Pertierra.
SINGOLARI BICICLETTE CIRCOLANO A L’AVANA POR LA HABANA
Senza dubbio quando si visitano i suoi profili nelle reti sociali, il più attraente sono le sue biciclette di bambù.
L’idea d’introdurle nel paese è stata concepita da Díaz Labaut, dopo uno studio del loro processo di fabbricazione.
L’idea è sorta partendo dallo scarso accesso per l’acquisto di questo prodotto. Díaz Labaut ha commentato che «non avendo una grande produzione d’alluminio e d’acciaio inossidabile nel paese, ho cominciato a investigare e ho visto che in Asia si fanno biclette di bambù, soprattutto in nazioni come il Vietnam e la Cina».
Il bambù è una pianta a rapida crescita, apprezzata tra vari aspetti per la su resistenza e flessibilità. Nelle regioni tropicali lo si considera uno dei prodotti d’origine vegetale di maggior potenziald. «Nel nostro paese ne esistono 28 specie, identifichiamo grazie al Giardíno Botanico di Cienfuegos, ma solo due sono compatibili con la fabbricazione».
La fondatrice di Velo Cuba riferisce che una delle fattibilità nel’utilizzo del bambù è che con un ramo di due o tre metri si possono fabbricare quantità simili di biciclette.
Al principio abbiamo confezionato otto biciclette delle quali quattro sono state donate allo Zoo di 26 e altre tre all’impresa Flora e Fauna – che ci hanno accompagnato nel processo.
L’ottava la conserviamo in Velo Cuba.
Tra i suoi obiettivi di fabbricazione c’è precisamente un inizio con le biciclette per bambini e le biciclette di bilanciamento.
Queste ultime non hanno pedali e si usano principalmente per far sì che i bambini apprendano ad andare in bicicletta, dominando l’equilibrio. Una volta ottenuto questo passano a una bicicletta con i pedali.
Poi «partecipiamo a un concorso auspicato dall’Ambasciata dei Paesi Bassi, che ci ha finanziato per realizzare questa idea.
Con questo abbiamo organizzato un seminario di quattro edizioni», ha precisato la dirigente commerciale.
Da questi laboratori «sono uscite dieci biciclette –da adulti e da bilancia– e abbiamo insegnato fabbricarle a 68 persone. Uno di questi laboratori è stato realizzato per persone sordomute e di queste alcune sono restate a lavorare con noi come meccanici e altre sperano di unirsi al gruppo come fabbricanti», ha detto la Presidente di Velo Cuba.
«Grazie alla mediazione dell’Ufficio dello Storiografo ci siamo presentati a un altro concorso internazionale, alla ricerca di finanziamenti per aprire la mini fabbrica, e lo abbiamo vinto.
Viene in cammino, un gruppo di strumenti e ferramenta che ci permetteranno d’ aprirla nel secondo semestre di quest’anno, quando cominceremo il commercio.
«Tutto questo senza tralasciare il lavoro del sistema delle biciclette pubbliche, con i distinti progetti comunitari nei quali siamo coinvolti –includendo asili infantili e scuole della comunità–, attraverso i quali circa 5 000 bambini e adolescenti hanno imparato a andare in bicicletta.
«L’idea è avvicinare tutta la famiglia alla ciclo-mobilità.
Cominciamo con i più piccoli ma si sono sommati genitori e nonni. Andare in bicicletta, oltre a vederla come mezzo di trasporto, è un eccellente esercizio per evitare il sedentarismo e varie malattie, migliorando la qualità di vita delle persone.
Inoltre il suo impatto è positivo nella cura dell’ambiente, dato che ha zero emissione di gas tossici», ha sostenuto Díaz Labaut. (GM/Granma Int.)