
Ha tardato alcuni giorni la prima medaglia d’oro per Cuba nei Giochi Paralimpici di Tokio 2020.
Far entrare per questa porta la gloria atletica lo aveva riservato, e solo lui dato che nessuno se lo aspettava, un saltatore adolescente che sognava questo momento da sei anni.
È bastato un salto, il primo, a fare entrare Robiel Yankiel Sol Cervantes nel firmamento dei campioni. Non è stato un salto qualsiasi. Lui stesso non lo aveva mai fatto e con 7,46 metri (record paralimpico) non lo ha superato nessuno.
«Impressionante», così lo ha applaudito, in Twitter, il Presidente cubano,
che ha anche esaltato il risultato «senza precedenti in 15 paralimpiadi».
Era il giorno di Robiel Yankiel e lui lo sapeva. Aveva detto alla sua famiglia che avrebbe cercato l’oro, perché non gli bastava giungere in finale.
Il suo nome sta tra le notizie a lato di quello della stellare Omara Durand. Con I suoi 18 anni forse è sua la staffetta anche se non praticano la stessa specialità.
Robiel Yankiel ha degli assi nella manica: si iscrive per competizioni future nel salto triplo e nei cento metri.
Vuole di più e nessuno lo fermerà, come nessuno ha fermato Omara per essere una «fuori serie».
Sino a lì vuole saltare Robiel Yankiel Sol Cervantes, all’Olimpo dei «fuori serie». ( GM – Granma Int.)