La decisione dell’Agenzia Mondiale Antidoping (AMA) di proibire alla Russia la partecipazione per quattro anni alle competizioni sportive internazionali, includendo le prossime Olimpiadi di Tokio 2020, ha suscitato forti proteste.
La reazione di Cuba è stata immediata. Il Presidente Miguel Díaz-Canel Bermúdez ha scritto nel suo account di Twitter che «Cuba si oppone alle ingiuste sanzioni dell’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA, la sua sigla in inglese) alla Russia.
Le decisioni nella sfera dello Sport e del Movimento Olimpico Internazionale non possono basarsi nelle considerazioni politiche né a doppio taglio».
Anche il cancelliere Bruno Rodríguez Parrilla ha espresso per la stessa via il suo parere sulle sanzioni che vogliono eliminare la Russia ed ha denunciato la parzialità della AMA, dato che esistono altri casi di doping in diversi paesi che non sono stati trattati nello stesso modo.
«Le pratiche politicizzanti e le applicazioni a doppio taglio toccano nuovamente la sfera dello sport.
Cuba condanna fermamente la decisione dell’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) sulla Russia, paese di noto prestigio e apporto allo sport internazionale, ha affermato Rodríguez Parrilla.
Osvaldo Vento, presidente del Inder, ha espreso il ripudio alla decisione della AMA ed ha segnalato via Twitter che « La Russia è una nazione che ha apportato allo sviluppo sportivo mondiale e merita un trattamento aggiustato a questa realtà».
Il presidente della Russia, Vladimir Putin, ha detto che la decisione di non permettere al suo paese di partecipare alla principali competizioni internazionali, contraddice la Carta Olimpica. Per questo Mosca ha tutte le ragioni di presentare l’appello corrispondente presso il Tribunale d’Arbitraggio Sportivo (TAS, la sua sigla in francese).
La Cina è stata uno dei primi paesi a reagire e ha domandato che si proteggano i diritti degli atleti. Inoltre ha considerato la misura davvero «esagerata».
Il grande paese asiatico riconosce che la Russia è un membro importante della famiglia olimpica e i suoi contributi allo sviluppo del settore sono enormi.
Yelena Isinbayeva, campionessa di salto con l’asta di Atene 2004 e Pechino 2008, ha considerato che «si tratta de sanzioni estremamente crudeli, ingiuste, atroci e assassine». ( GM – Granma Int.)