Alle sette di mattina Wagner Rodríguez camminava impaziente in casa sua. Ragazzo minuto di 13 anni, la sua passione è la pallacanestro e gli costava fatica controllare le emozioni poche ore prima di conoscere il grande Shaquille O’Neal, uno dei giocatori più influenti della NBA negli ultimi 25 anni.
“Ero disperato dalla voglia di vedere Shaq, ho molti video suoi, ma non lo conoscevo personalmente e lui è immenso, un gigante”, ha detto Wagner, uno dei bambini che hanno partecipato alla lezione che ha offerto nel Vedado l’allora stellare pivot, quattro volte campione del mondo nel circuito del nord con la Los Ángeles Lakers (tre) e la Miami Heat (uno).
Con un nastro colorato sulla fronte, il più puro stile di Carmelo Anthony o Lebron James, Wagner è stato uno dei migliori dello scambio realizzato nel campo di 23 e B, un popolare angolo per la pallacanestro, dato che lì si trova uno dei focus essenziali della pratica di strada di questo sport.
“Giocare con uno dei migliori della NBA sarà super buono per noi… l’anno scorso abbiamo imparato con Steve Nash e Dikembe Mutombo, e ora siamo molto motivati perchè Shaq ci trasmetta le sue conoscenza e le sue esperienze”, ha detto Wagner che sogna di diventare un grande della pallacanestro.
Grazie al suo carattere affabile, scherzoso e familiare, O’Neal, un uomo davvero grande e grosso (2.16 metri di statura e circa 150 Kg. di peso) è stato un bambino in più nei campi del Vedado, dove si è mosso come un pesce nell’acqua, dando esempi durante gli esercizi di pratica con Kaleb Canales, coach assistente dei Dallas Mavericks nella NBA, e membri del gruppo degli USA.
“Sono molto felice di stare qui, sentire l’amore di tutti i cubani, la loro passione per la pallacanestro. Devo ringraziare per il ricevimento, per l’accoglienza e per darmi l’opportunità di offrire i miei insegnamenti. Spero che nel futuro qualcuno di questi ragazzi possa trionfare nella NBA”, ha detto.
Shaquille, campione olimpico di Atlanta 1996 e 15 volte *tutte stelle*, perseguitato da decine di catene di televisione e agenzie di stampa, si è divertito a tirare al canestro e a fare da arbitro alle partitelle dei ragazzi dei due sessi, festeggiando ogni canestro e dando consigli su posizioni e tempi di tiro.
Per due ore non si è fermato un attimo e tutti lo hanno ringraziato e non hanno perso l’opportunità di farsi foto o chiedere autografi.
“Questa e una grande motivazione, grande per tutti in questo sport e anche per i bambini che giocano nella squadra nazionale” ha detto Leonardo Pérez, uno dei migliori giocatori dell’Isola.
La visita di O’Neal, in qualità di rappresentante del Dipartimento di Stato può dare continuità al viaggio del presidente Barack Obama in marzo, e significare un altro passo verso la normalità tra Cuba e gli Stati Uniti.
Shaquille non è la prima stella della NBA che viaggia a Cuba, dato che nel mese d’aprile del 2015 ci furono scambi con dirigenti di una delegazione di buona volontà, formata dal canadese Steve Nash, per due volte il giocatore più prezioso della NBA, il congolese Dikembe Mutombo, ambasciatore internazionale della Lega, e la portoghese Ticha Penicheiro, portabandiera della WNBA. (Traduzione GM - Granma Int.)