
quell’intervista di 23 ore che, divenuta un libro, cambiò per sempre la relazione tra la fede religiosa e la costruzione della nostra società socialista.
Anche se il volume –con 30 000 copie nell’Isola per la sua prima presentazione, fu messo in vendita nel novembre del 1985, l’autore assicura che l’idea era nata realmente nel luglio del ‘80, nelle celebrazioni per il primo anniversario della Rivoluzione Sandinista. L’intellettuale brasiliano credeva che quella sarebbe stata la sola volta che avrebbe avuto l’opportunità di parlare con Fidel .Con quella certezza approfittò la lunga conversazione, fino all’alba, che continuò anni più tardi.
«Un progetto piccolo per giovani del Brasile su cos’è Cuba socialista», pensò in prima istanza il teologo. Poi gli dissero che non era «possibile», perché il Comandante aveva altri impegni... Una volta fatta l’intervista ebbe altri problemi.
Senza dubbio/Fidel e la religione/, dal momento della sua presenza nelle librerie divenne un fenomeno dentro e fuori dal paese.
«Mai prima un Capo di Stato di una nazione socialista aveva parlato positivamente della religione. Nonostante, il leader sapeva che il popolo cubano è fortemente influenzato dalle religioni: palpita nel suo strato culturale, nella sua spiritualità.
L’autore di questo famoso libro lo ha sostenuto parando nel Istituto Superiore delle Relazioni Internazionali Raúl Roa, in un incontro ricco di aneddoti, a proposito dei quattro decenni dalla sua pubblicazione e dei cento anni di «quell’uomo umile, di pratica, di lotta», che salutava sempre dando benedizioni per lui e per il suo popolo.
In questo spazio, erano presenti Caridad Diego, membro del Comitato Centrale del Partito e capo del suo Ufficio di Attenzione ai Temi Religiosi; Alpidio Alonso Grau, ministro di Cultura, e l’Eroe della Repubblica di Cuba, Fernando González Llort, presidente dell’Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli (ICAP), ed è stato sottolineato che il messaggio più importante di questo importantissimo testo si concentra nel fatto che il Comandante in Capo sapeva, e così impegnò i suoi giorni, che la vita merita d’essere vissuta solo se si difendono altre vite.
Se si dà la vita, come fecero lo stesso Fidel il Che e Gesù Cristo ..per far sì che altri abbiano vita.
Questo principio non solo religioso ma socialista, è ovviato oggi da coloro che pur avendo le risorse per aiutare a eliminare la miseria dal mondo, le usano nella corsa alle armi, è stato sostenuto nell’incontro. (GM/Granma Int.)





