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Confermare che quel che è stato fatto, che i versi scritti in decenni sono serviti a qualcuno per incontrare risposte sulla realtà o su sé stesso, è il più alto riconoscimento.
Lo afferma lo scrittore  Waldo Leyva (Remate de Ariosa, Villa Clara, 1943), nelle sue parole ricevendo il   Premio Nazionale di Letteratura 2024, nella Sala Nicolás Guillén della Fortezza de La Cabaña, nella cornice della  33ª Fiera Internazionale del Libro de L’ Avana.
«Lì dove si semina la semente di un verso cresce la vita», ha assicurato il poeta in un discorso nel quale si sono mescolati, tra vari temi, la sua storia personale, le sfide di questo tempo e le sue visioni sulla poesia, nel quale ha citato varie volte  Martí.

«È nella poesía che ho incontrato la mia ragione d’essere», ha detto, «in lei ho trovato alcune delle risposte che mi hanno permesso di proseguire».
Poi ha commentato che i poeti sono portatori del reclamo di pace e solidarietà di fronte a una realtà imposta in maniera galoppante dalla disumanizzazione e per questo a loro corrisponde «salvare il più umano di noi stessi: la capacità di sentire ».
Nella  cerimonia, alla quale hanno partecipato  il ministro di Cultura, Alpidio Alonso Grau, e Juan Rodríguez Cabrera, presidente dell’Istituto Cubano del Libro, e il poeta Leymen Pérez ha pronunciato le parole d’elogio.
Dell’opera di Waldo, è risaltata la maniera in cui ha riflesso la storia del paese, con il suo impegnato magistero nell’utilizzare le più diverse forme poetiche e il suo contributo alla poesia, «che è la voce più profonda della nazione». Per questo consegnargli il premio implica un momento memorabile anche per la cultura cubana».
Abel Prieto Jiménez, presidente della Casa de las Américas e della giuria (formata anche da María Elena Llana, Nelson Simón, Arístides Vega
Chapú e Leymen Pérez) che ha deciso all’unanimità di distinguere Leyva,
ha riferito che «si tratta di un grande poeta, un essere umano, patriota e rivoluzionario».
Anche nei difficili periodi d’amarezza, dai suoi versi è sorta la componente luminosa e questo riguarda la resistenza del nostro paese.
«La sua opera s’iscrive tra il più valido dell’ambito ispano americano», ha spiegato, commentando la decisione.
Cuoco in una colonia di canne da zucchero e operaio in agricoltura agli albori della sua lunga esistenza, Waldo ha incluso un rapido ripasso del suo tempo come soldato in  Angola da dove, ha spiegato, gli restano tre gratificazioni: il suo contributo all’indipendenza di questo paese, un libro di poesia nel quale «credo che dissi quello che molti volevano dire», e due cicatrici prodotte dalla mitragliatrice.
Lui che assicura di non aver mai respinto né temi né forme e d’essere prima di qualsiasi altra condizione un poeta, ha parlato della necessità d’essere leali al patrimonio epico nostro, facendo in ogni momento quello che va fatto.
«Il riconoscimento che mi risulta indispensabile è l’amore degli altri,
l’abbraccio sincero», ha aggiunto di fronte a un pubblico d’amici, colleghi e ammiratori che, ascoltata la lettura d’una delle sue più recenti poesie, lo ha applaudito in  piedi, come volendolo abbracciare. (GM/Granma Int.)